sabato 28 marzo 2020


IL 31 MARZO BANDIERE A MEZZ’ASTA. 

IN TUTTA LA BERGAMASCA UN MINUTO DI SILENZIO. 


Alle ore 12.00 i sindaci della bergamasca, con la fascia tricolore, osserveranno un minuto di silenzio davanti al Municipio o al Monumento dei Caduti a nome di tutta la cittadinanza che sarà chiamata a fare lo stesso nella propria abitazione. 

Un’iniziativa che nasce per esprimere il lutto di tutto il territorio, per onorare tutti i defunti a causa dell’epidemia e per essere vicini ai loro cari, privati della possibilità di salutarli e di dare loro degna sepoltura. 

Se non hai il tricolore metti un altro segno.

venerdì 27 marzo 2020

RINASCERO' RINASCERAI
Scaricate il brano da You Tube. Grazie Morlacchi (Morla).

martedì 24 marzo 2020

Caro Coronavirus

Caro Coronavirus,
volevo avvertirti che hai fatto un grande sbaglio quando,
senza nessuna dichiarazione di guerra,
  hai deciso di attaccare l’Italia scegliendo di partire da Bergamo.
Hai invaso Bergamo strisciando in modo invisibile, subdolo e vigliacco.
Sei entrato nelle nostre case senza bussare alla porta come un ladro.
Hai preso le nostre vite pugnalandoci alle spalle come un codardo.
Hai fermato tutto e tutti senza possibilità di trattative come un tiranno.
Hai messo allo stremo la nostra operosa economia in modo spregevole.
Ci hai privato, in modo meschino, del diritto sacrosanto
di poter stare a fianco dei nostri cari
stringendogli la mano nei loro ultimi istanti di vita terrena.
Ci hai privato, in modo disumano, dell’ultimo meritato saluto
delle onoranze funebri e degna sepoltura,
riducendo di scrivere tutti i giorni messaggi di condoglianze al cellulare
a parenti, amici, conoscenti.
Ci hai obbligato, in modo miserabile, ad usare l’esercito
ma solo per trasferire con i camion, in un corteo disarmante,
le nostre  salme dirette alla cremazione fuori regione.
Hai fatto un grande sbaglio a partire da Bergamo.
Perché noi bergamaschi siamo gente ostica
che non si lascia sconfiggere da un affare che colpisce tra di noi.
Noter de Berghem
abbiamo la famiglia nel DNA.
E quelli che hai cominciato a far morire chiamandoli vecchi,
noi li chiamavamo genitori o nonni.
Quei nonni che hanno vissuto la guerra
o che partivano in bici per andare a fare il muratore a Milano.
Noter de Berghem
siamo testardi, stacanovisti, abituati a spezzarci la schiena.
Ci alziamo presto al mattino per portarci avanti
e finiamo tardi la sera sempre per portarci avanti.
Abbiamo tolto dal nostro vocabolario le parole stanchezza, pausa, impossibile.
Noter de Berghem
non abbiamo tempo per fermarci.
Se ci fermiamo disinfettiamo con un imprecazione in dialetto
e via subito a riprendere .
Non abbiamo tempo per scrivere discorsi di ringraziamento o di affetto ai nostri cari,
ma condensiamo tutto in un abbraccio che arriva diretto ad irrorargli il cuore.
Non abbiamo tempo per suonare o cantare dai balconi
perché stiamo pregando per tutti.
Noter de Berghem
abbassiamo la testa solo per lavorare.
 Non ci pieghiamo di fronte a niente e a nessuno
se non per prendere lo slancio  e saltare ancora più in alto.
Non parliamo ma facciamo,
non supplichiamo ma chiunque aiuti un bergamasco
si prepari a ricevere una riconoscenza illimitata.
Noter de Berghem
risultiamo schivi, introversi,
ma chi è in grado di scoprire la combinazione del caveau che costudisce il nostro cuore
riceve amore per sempre
Cosi come le nostre mura custodiscono il cuore di città alta
e una volta oltrepassato le porte te ne innamori per sempre.
Noter de Berghem
nei momenti più duri diventiamo ancora più duri tutti insieme
uniti e indissolubili.
Siamo diventati tutti medici e infermieri,
 farmacisti, forze dell’ordine,
alpini, volontari, genitori e figli.
 Caro Covid19 hai fatto un grande sbaglio a partire da Bergamo.
Ci hai messo alle corde, ai vinto i primi round
Ma adesso preparati ad un KO tecnico.
Ci hai rotto i coglioni e il cuore.
E tutti insieme ti prenderemo a calci nel culo
fino a che sarai costretto a fuggire con la coda tra le gambe.
Da Bergamo e dai bergamaschi:
NOTER DE BERGHEM
AN MOLA MAI!

Ringrazio Patrizia (Pa).

domenica 15 marzo 2020

GALDI
8 marzo 2020 d.C.

(dopo Coronavirus)

Emergenza Coronavirus: si può fare trekking? 
Si può fare, con alcune precauzioni.


La normativa non vieta le attività come il trekking, specialmente se svolte in ambienti naturali, lontani da aree urbane e affollate. Ricordiamoci però che non possiamo allontanarci dai nostri comuni di residenza. Rimanere chiusi in casa può non essere piacevole, ma è una misura necessaria a fermare la diffusione del Coronavirus; fare trekking può essere una valida scelta che permette di recuperare l’equilibrio fisico e mentale in questi giorni.





Domenica ti porterò sul lago
vedrai sarà più dolce dirsi «ti amo»
faremo un giro in barca
possiamo anche pescare
e fingere di essere sul mare.
Sapessi amore mio come mi piace
partire quando Milano dorme ancora
vederla sonnecchiare
e accorgermi che è bella
prima che cominci a correre e urlare.
Che domenica bestiale
la domenica con te
ogni tanto mangio un fiore
e lo confondo col tuo amore
com'è bella la natura
e com'è bello il tuo cuore.
Che meraviglia stare sotto il sole
sentirsi come un bimbo ad una gita
hai voglia di giocare che belli
i tuoi complimenti
è strano non ho più voglia di pescare.
Amore mio che fame spaventosa
dev'essere quest'aria innaturale
è bello parlare d'amore tra un fritto
e un'insalata e dirti che fortuna
averti incontrata.
Che domenica bestiale
la domenica con te
ogni tanto mangio un fiore
e lo confondo col tuo amore
com'è bella la natura
e com'è bello il tuo cuore.
Che domenica bestiale...
Fabio Concato

martedì 10 marzo 2020


La rassa Bergamasca 
Caràter de la rassa bergamasca:
fiàma de rar, sóta la sènder brasca.
Ma, pör in mèss a ú mónd de barlafùs,
la gh’à tant ‘ótre róbe ch’i sberlüs.

Prima de töt, l’è zét che la laùra,
che parla poc, ma franc e sensa pura,
che la ghe dà fidücia al forestèr,
basta che l’ righe drécc sö ‘lsò sentér.

La sìes de mut, d’colina o de pianüra
lé la ghe té de fa bèla figüra.
Se gh’è de ötà vergü, tra fò ‘l borsèl
se ‘n quac momèncc gh’è de riscià la pèll
a s’tira miga ‘ndre: col cör in mà
la dà ‘l so esempe de fraternità.

Fiama de rar… ma quando la se ‘mpìa
l’è mei che i g’àbe a sinsigàla mia…
chè l’ pöl söcéd che ‘ntat che ‘l föc a l’brüsa
vergü l’ se scòte e po’ … l’ domande a’ scüsa…


Il popolo bergamasco 
Carattere della gente bergamasca:
s’ arrabbia di raro, ma sotto la cenere c’è la brace.
Ma, pure in mezzo a un mondo di gente volubile,
possiede tante altre virtù che luccicano.

Per prima cosa, è gente che lavora,
che parla poco, ma franco e senza paura,
che da subito fiducia al forestiero,
basta che non esca dal suo sentiero.

Sia di montagna, di collina o di pianura,
lei ci tiene sempre a fare bella figura.
Se c’è da aiutare qualcuno, tira fuori il borsello
e se qualche volta c’è da rischiare la pelle
non si tira mai indietro: col cuore in mano
lei da sempre esempio di fraternità. 

Fiamma di raro…ma quando si accende 
è meglio che non venga provocata troppo …
perché può succedere che mentre la fiamma brucia
qualcuno si scotti e poi… chieda scusa…

Martino Vitali

Ringrazio Nico:  "Viene da piangere...ma se ognuno fa la sua parte ne usciremo più forti di prima".

lunedì 9 marzo 2020

EDO & GALDI
8 marzo 2020 d.C.
(dopo Coronavirus)
I
La Cina ha registrato altri sette casi di «contagio di ritorno» dall’Italia, aumentando i timori di ricontaminazione del Paese da cui è partita l’epidemia. Sulle 11 nuove infezioni da coronavirus annunciate martedì 3 marzo fuori dall’Hubei, provincia epicentro, sette sono relative allo Zhejiang, ha detto la Commissione sanitaria nazionale. I sette nuovi casi sono stati riportati tutti nella città di Lishui, nella contea di Qingtian. Il governo di Qingtian ha spiegato che i sette lavoravano nello stesso ristorante di Bergamo della donna di 31 anni rientrata il 28 febbraio e risultata positiva. La scorsa settimana, sei di loro hanno viaggiato da Milano a Shanghai in aereo con scalo a Mosca, mentre la settima è arrivata a Shanghai facendo uno scalo in Germania. Tutti sono risultati positivi ai test, non appena arrivati a Qingtian e nessuno di loro si era recato a Wuhan o in regioni cinesi a rischio. Le autorità di Shanghai, municipalità che confina con lo Zhejiang, hanno individuato 71 persone venute a stretto contatto con i sette, disponendo per loro una quarantena di 14 giorni.
 
“Chi di spada ferisce, di spada perisce!”. 
“Oggi a me, domani a te!” 
Chi la fa, l’aspetti!” 





Un CoronaGirus semplice-semplice tanto per muovere un po’ le gambe…in attesa di tempi migliori!
Senza difficoltà, un po’ lungo (km20,400) ma con “nessun” dislivello (m200). 
BRIVIO (LC) 
ALZATE (LC) 
Lago di Sartirana MERATE (LC) 
Madonna del Bosco IMBERSAGO (LC) 
Traghetto di Leonardo IMBERSAGO (LC) 
Oasi delll’Alberone VILLA D’ADDA (BG) 
E per finire un super cono da tre gusti di gelato! 






























Ma cosa vuoi di più dalla vita!

domenica 1 marzo 2020

L'ANCONA DELL'IMMACOLATA IN SANT'AGATA NEL CARMINE - BERGAMO ALTA
"la più bella, & più magnifica, che si ritrovi
nella Città di Bergamo"

L’ancona viene commissionata per la chiesa soppressa in epoca napoleonica del complesso francescano di Bergamo e raggiunge agli inizi del novecento S. Agata al Carmine, dove viene adattata nell'attuale posizione, dopo un probabile e nuovo passaggio di proprietà che la vede esposta nell’oratorio di S. Pietro in Colle Aperto ed in seguito ad una permanenza per un breve periodo all’esterno del chiostro carmelitano in attesa che fossero terminati i lavori di trasformazione del convento.
Le attuali forme dell’ancona sono senza dubbio frutto di un assemblaggio di vari pezzi originali del XV secolo (il pannello centrale con l’Immacolata e la predella) con altre ottocentesche (i due santi laterali di recupero e la cornice di contenimento, la struttura ad arco, le colonnine tortili e il battistero).



L’ancona dell’Immacolata Concezione è molto simile a una seconda ancona raffigurante la Gloria di San Bernardino e Santi, attualmente presso il Museo Bernareggi di Bergamo. Entrambe sono state realizzate nella stessa bottega ed entrambe provengono dalla chiesa di San Francesco a Bergamo.
Le due ancone sono state pensaste più da un plasticatore che da un intagliatore. Se si osservano da vicino alcune delle zone che hanno perduto la pelle superficiale, si appura il grado di lavorazione a risparmio dell’intaglio. Il nostro autore arriva alla costruzione del manufatto tramite l’addizione d’innumerevoli parti, al contrario di come avrebbe fatto un intagliatore, in altre parole per sottrazione.
Quest’aspetto tecnico ha orientato l’indagine verso Jacopino Scipioni, una personalità particolarmente affermata a Bergamo e documentata tra il 1492 e il 1532. Intorno al 1514 Jacopino risulta impegnato in una commissione direttamente connessa ai frati di San Francesco, un’altra testimonianza del suo stretto legame con l’Ordine.
Inoltre sappiamo, tramite un’autorevole fonte di primo Cinquecento, che Jacopino aveva modellato un articolato apparato di sculture in terracotta per la Cappella del Corpus Domini in Sant’Alessandro in Colonna. Quindi abbiamo a che fare con un personaggio impegnato sia sul fronte della pittura che su quello della scultura. Il confronto con le sue opere documentate e l’ancona dell’Immacolata Concezione rendono percorribile questa ipotesi attributiva. Jacopino Scipioni dimostra di essere immerso nella cultura figurativa lombarda. L’autore è  legato in particolare ai modelli della tradizione milanese che vanno da Ambrogio Bergognone a Bernardo Zenale.



L'ancona dell'Immacolata, è collocata nella cappella del battistero, nella parte laterale sinistra della chiesa. I restauri le hanno ridato la doratura che era la sua caratteristica originaria. Maria è raffigurata entro una cornice solare raggiata, simbolo della luce trinitaria, con il Bambino all’altezza del ventre (allusione al concepimento), secondo un’iconografia che si afferma nella seconda metà del Quattrocento in area marchigiana e veneta.


Sopra di lei angioletti con cartigli dove è scritto "O Immaculata regina celorum e ad te [re]gina celorum".





Attorno a Lei sei Santi che reggono i libri e i cartigli che celebrano l’Immacolata: in alto a sinistra i genitori Gioacchino e Anna ad indicarne la sua origine (con un versetto dal Cantico dei cantici che identifica Maria come la sposa) e a destra il vescovo sant'Anselmo d'Aosta che mostra il testo della sua lettera dove raccomandava la celebrazione della festa, accanto a lui San Girolamo che trattiene un modellino di chiesa, forse quella che doveva essere la chiesa originaria di san Francesco, ad indicare il suo ruolo a difesa della chiesa contro l'eresia. 
Più in basso sono raffigurati, seduti, Agostino e Bernardo di Chiaravalle, che in realtà furono contrari alla pia credenza, qui introdotti seguendo la tradizione di una loro “conversione” immacolista, in conformità a testi a loro erroneamente attribuiti, che recano in mano. 



Nella predella sottostante, ai due lati di Papa Sisto IV, posto in posizione centrale, che nel 1477 riconobbe ufficialmente il culto dell’Immacolata Concezione, si trovano sei frati (tra cui diversi professori di teologia dell’università di Parigi) che con la loro opera hanno segnato tappe importanti nel percorso della definizione del dogma: da sinistra Alessandro di Hales, Pietro Aureolo ed Enrico di Freiman (o di Germania); sul lato destro il beato Francesco Sansone da Brescia, padre generale dell’ordine, Giovanni Duns Scoto e Giovanni Baconthorpe. Sono tutti raffigurati con testi e cartigli, frati e teologi che hanno sostenuto l'immacolarità della Madonna. 



Ideatore della complessa iconografia su commissione dei confratelli dell’Immacolata fu probabilmente frate Girolamo Terzi, teologo di chiara fama presente in San Francesco dal 1500, cui nel 1523 si rivolgerà la Confraternita dell’Immacolata Concezione per l’articolato progetto delle tarsie del coro in Santa Maria Maggiore. 
L’ancona raffigura la celebrazione di Maria Immacolata, in un momento storico molto precoce, durante il quale erano ancora vive le dispute tra l’Ordine francescano, che sosteneva che Maria fosse stata concepita senza peccato originale, e i domenicani, che non ammettevano l’esclusione di Maria dal peccato, fatto che a loro parere avrebbe svuotato di significato il sacrificio redentivo di Cristo. 
A testimonianza delle difficoltà di accettare universalmente questa verità di fede il dogma fu proclamato solo l’8 dicembre 1854 da Papa Pio IX.