lunedì 29 luglio 2024

 Galdino
e gli amici della U.O.E.I.



“Ci sono due villaggi, Verità e Menzogna.
Chi ci vive per sua natura non può sottrarsi alla Regola: incondizionata verità o assoluta bugia.
Un viandante sta cercando Verità.
Incontra un uomo sul suo cammino, alla biforcazione di un bivio: sa che proviene da uno dei due luoghi.
Che domanda deve porgli perché lo sconosciuto non lo tragga in inganno?
Indicami il tuo villaggio, deve chiedere il viandante.
Se lo sconosciuto proviene da Verità, allora la risposta sarà vera.
Se il suo villaggio è Menzogna, egli comunque indicherà Verità”.
P.S.: A volte, per arrivare alla verità, bisogna semplicemente fiutare la menzogna e seguirla.
Tratto dal libro NINFA DORMIENTE di Ilaria Tuti - 2019 - Longanesi

L’Alpe Devero m1630 è una delle località più apprezzate e frequentate del Verbano e, precisamente, della magnifica Val d’Ossola: ampi pianori puntellati da piccoli borghi circondati da foreste di larici, alternati con laghi di varie dimensioni in cui si specchiano vette imponenti e radure disseminate di coloratissimi fiori selvatici, sparsi a caso dalla carezza del vento. Uno spettacolo mozzafiato: rimango immobile qualche istante per assimilarlo. Ma lo ritengo imperdibile soprattutto in autunno quando i larici infiammati rendono l’atmosfera di questi incantevoli alpeggi veramente magica, scorci che niente hanno da invidiare ai paesaggi del Grande Nord.

Il Laghetto delle Streghe in autunno (estrapolata da Interdett)
L’escursione inizia dalla piana del Devero m1650, una grande distesa ricoperta da prati che un tempo ospitava un lago glaciale. Accompagnati dal mormorio delle acque del torrente Devero, si arriva al bellissimo borgo di Crampiolo m1767, un gruppo di baite in pietra e legno perfettamente ristrutturate, con un chiesetta molto caratteristica. Prendiamo la direzione del lago Devero m1850, uno splendido specchio d'acqua, caratterizzato da acque che ci stupiscono per il colore blu intenso e verde smeraldo, adagiato in una conca a monte dell'omonima Alpe, in direzione della Punta d'Arbola. Si tratta di un grande lago lacustre naturale circondato da vasti boschi di larici a valle del quale furono costruiti, attorno al 1910 modesti sbarramenti, per innalzarne il livello. Sulla via del ritorno, sull’altra sponda del lago, obbligo una “curiosata” al Lago delle Streghe m1772, un piccolo ma incantevole e incontaminato specchio d’acqua color verde smeraldo. Le acque sono così trasparenti (viene chiamato anche Lago Azzurro), che si riescono a vedere i tronchi adagiati sul fondale.
















































Come per molti laghi, anche il Lago delle Streghe ha la sua personale e bellissima leggenda. Si narra che proprio nel luogo in cui oggi sorge il lago viveva insieme alla sua famiglia e al suo promesso sposo una splendida fanciulla. La felicità della giovane e bellissima ragazza crollò improvvisamente, quando il suo fidanzato perse la testa per un’altra donna e decise di abbandonarla. Il dolore dell’abbandono fu così forte che la giovane iniziò a piangere tutti i giorni cercando rifugio nel bosco. Un pomeriggio incontrò una vecchina seduta su di un masso intenta a tessere. La presenza dell’anziana ebbe un effetto calmante sulla mente agitata dalla ragazza che, fidandosi immediatamente, le raccontò tutta la sua storia. Dopo averla ascoltata, la vecchina svelò alla giovane di essere una strega. La ragazza le chiese di lanciare un incantesimo d’amore per riportare indietro il suo amato e far sì che restasse per sempre con lei. La strega consolò la ragazza e, prima di realizzare il suo desiderio, la convinse a seguirla all’interno di una grotta poco distante. Nella grotta erano raggruppate tutte le altre streghe che, nei panni di dolci vecchine, tessevano immerse nel buio e nel silenzio. Accanto a loro, si trovavano due pozze d’acqua. La fanciulla guardò nella prima pozza e vide il viso del suo bellissimo amato che in pochi minuti iniziò a trasformarsi, deformandosi e invecchiando. Nella seconda pozza invece vide il volto di un altro uomo, una figura quasi splendente, dagli occhi limpidi e dai folti capelli. La strega le stava mostrando due facce dell’amore: da una parte l’amore fugace e illusorio degli umani che è destinato a finire; dall’altra parte l’amore eterno e potente. Doveva compiere una scelta. La ragazza esitò, ma alla fine si ritrovò a scegliere l’amore eterno, diventando così parte del mondo delle streghe. La pozza esplose lavando via tutto, lasciando al suo posto solo un piccolo laghetto che ancora oggi, si dice, le sue acque rivelino la verità a chi sa guardare a fondo delle cose.

lunedì 22 luglio 2024

 Galdino
e gli amici della U.O.E.I.


Alzataccia. Un buon caffè, strada facendo, mi aiuta a ridare fiducia alle cellule del mio cervello che il tempo e lo stress (?) logorano. Da qualche tempo mi sento invecchiato: mi pare che il mondo peggiori anziché migliorare, e mi sorprendo mio malgrado a pensare che ”non è più come una volta”. Certo, è un particolare piccolo come la cacca di una mosca… Ma in che cazzo di mondo sono finito, eh? Una volta …pronti …si parte …viaaa…. e subito una bella salita amara che ti svegliava le gambe e ti dava due bei cazzotti al fiato. Oggigiorno salita in funivia, discesa in cabinovia ….ma daiiii! Un bel giretto, sempre sopra i duemila metri, intorno alla conca di Madonna di Campiglio, tra piccole perle con acque scure, fredde e trasparenti poggiate dai ghiacciai in una culla rocciosa con una splendida visuale sulle Dolomiti di Brenta. Camminiamo nel regno del granito con tutt’intorno a noi un mondo di dolomite. Da Madonna di Campiglio m1550, beatamente in funivia, arriviamo al Rifugio Pancugolo m2123 (Che cosa ridi! Si chiama proprio così! Non è un prodotto per il mal di gola!). Seguiamo il sentiero che passa una facile e panoramica, anche se un po’ esposta, cengia e che ci porta al Lago Ritorto m2055. S’inizia a salire rimontando, con parecchie curve, il sovrastante costone e, con una magnifica veduta sul lago, continuiamo per gli erti pascoli fino a valicare il Passo Ritort m2275. Entriamo nel regno del rododendro e della genzianella. A mezzacosta, con leggeri saliscendi tra massi e lastroni, giungiamo al Lago Lambin m2329, incassato tra le montagne che gli fanno da corona. Si prosegue risalendo dei bei costoni, fino a quota m2420 e poi, lasciati andare i freni delle gambe, giù in discesa fino al Lago Serodoli e al suo bivacco m2370. Poco sotto di noi, dall’alto, vediamo il Lago Nero. Si risale leggermente e si giunge al pittoresco Lago Gelato m2400: bellissimo! Poco prima alcuni suoi laghetti satelliti con le ultime tracce di neve, rossa dalla sabbia del Sahara. Incredibile! Saltellando … su tratti molto pietrosi e a tornanti, con bella vista sul sottostante Lago Nambino e al suo rifugio m1768 (lato negativo, la mezzora di temporale preso; lato positivo, la grandinata evitata), si giunge sca(o)glionati al Lago di Pradalago e al suo rifugio m2085 per far ritorno, comodamente, tramite cabinovia al nostro pullman.