Edoardo e Galdino“Adèss
basta! Ergògna! Ergògna marsa!”.
FOLIAGE
PIANI di NAVA
“Estrasse di tasca il cartoccio e lo aprì: il profumo che si sprigionò da quel foglio di carta gialla fu per lui come un tesoro trovato in uno scrigno, e prima ancora di guardare il panino assaporò la delizia che gli si insinuò nelle narici per raggiungergli il cuore con promesse di godimento e felicità. Lo guardò poi un solo attimo con la tenerezza della madre che guarda il figlioletto addormentato, insieme con la struggente consapevolezza che quel momento sarebbe terminato presto. Fu quasi in uno stato di trance che aprì la bocca e diede un morso rispettoso ma deciso al panino, staccandone lentamente un grosso pezzo di risucchiando con discrezione un lembo di mortadella che gli era rimasta penzolante sul labbro inferiore. Tenne per qualche istante il grosso boccone sulla lingua per far lavorare la saliva, poi iniziò a masticare lentamente in modo da gustare il sapore del maiale e dei lardelli che si mescolavano a quelli dei pistacchi e del pane casereccio di un impasto saporito e dolciastro insieme. Solo quando non potè più farne a meno, quasi a malincuore, inghiottì, ma solo per trattenere poi il respiro per un paio di secondi. Poi espirò lentamente e voluttuosamente dal naso per assaporare tutto il profumo della mortadella accarezzargli lieve la mucosa olfattiva e riempiendo il suo intero essere di tenerezza e beatitudine, e facendo credere per pochi ma esaltanti istanti nella perfezione del creato e nella fondamentale bontà dell’essere umano”.