RIFUGIO MARIA E FRANCO
Il “Maria e Franco” è un vero rifugio alpino, situato al Passo Dernal in posizione dominante sulla Valle di Dois. Consigliato a chi cerca un’esperienza di montagna lontana dalle mete accessibili in auto: ideale per chi è alla ricerca di tranquillità, quiete e silenzio, è inserito in un ambiente naturale integro dove è possibile incontrare animali selvatici come stambecchi, camosci, ermellini, marmotte (viste!) o ammirare il volo di aquile, pernici, gracchi alpini (visti!), corvi imperiali. La vista si apre sugli straordinari panorami dell’Adamello, del Carè Alto, del Tredemus, del Re di Castello.
E' un rifugio ormai centenario essendo stato costruito nel 1911 con il nome di Rifugio Brescia. Distrutto durante l'ultima guerra mondiale fu ricostruito nel 1979 con il nuovo nome. Fu costruito, nelle vicinanze del Lago Dernal, a quota m. 2577, per offrire un punto di appoggio agli alpinisti che si recavano in quella zona, allora poco conosciuta e non frequentata. Con l’avvento della prima guerra mondiale fu requisito e trasformato in casermetta e venne a far parte della seconda linea difensiva italiana. Alla fine della guerra tornò in funzione come rifugio, fino alla seconda guerra mondiale, quando fu distrutto. Rimase in quelle condizioni fino alla fine degli settanta. Grazie ad una donazione della famiglia Lomini il rifugio fu ricostruito ed intitolato ai coniugi Maria e Franco Lomini.
Siamo già in vista del valico e con un deciso, molto deciso strappo raggiungiamo il Passo di Campo (m.2296) punto di confine tra il Trentino e la Lombardia. Di fronte a noi c'è la Val Ghilarda e in basso il lago d'Arno.
Al passo incrociamo il conosciuto sentiero n. 1 dell'Alta Via dell'Adamello.
Ci sono alcune fortificazioni militari della Linea Cadorna incassate nella catena della Sega d'Arno. Il panorama è surreale: selvaggio, illimitato, silenzioso,…c’è neve!
Il sentiero si biforca: a sinistra sale al Re di Castello (m. 2889), a destra verso il Rifugio Maria e Franco. Ma dov’è? Pochi tratti di erba si alternano alla maggioranza del percorso tra pietre. Tanti ruscelletti: ne approfittiamo per dissetarci.
Raggiungiamo il primo di una serie di ometti.
E’ un continuo su e giù, abbastanza impegnativo, in un ambiente incantevole e sbalorditivo. Sopra di noi solo…il Paradiso!!
Salendo tra massi e pietre…ma oggi non è una novità!...vediamo il laghetto Dernal (m. 2478) in parte ancora ghiacciato.
Ci siamo…finalmente! Grazie Signore!! Davanti al passo, è ben visibile la bandiera del rifugio che sventola agitata da un forte vento.
Il sentiero sale un po' oltre l'altezza del rifugio e poi inizia a scendere per raggiungerlo.
Raggiunto il passo
possiamo gettare lo sguardo sulla pietrosa Valle di Dois e, soprattutto, entrare nel
rifugio. Consegniamo ai gestori il trittico delle nostre pubblicazioni e ci sediamo (come dice un saggio consigliere della U.O.E.I....è bello camminare, ma è bello anche stare seduti!) a tavola per un meritato piatto di tagliatelle. Ma cosa vuoi di più dalla vita? Un lucano??
Ho avuto ragione di dare completa fiducia al Baffo della U.O.E.I.. d'altronde mi sono sempre fidato dell'omino con i baffi della Bialetti e la moka...non mi ha mai tradito! Un eccezione: quando il magico Baffo va in pre-escursione il tempo è sempre bello; alla domenica dell'escursione si scatena sempre Giove Pluvio. Anche i rifugisti, quando hanno saputo di questa "tradizione" gli hanno risposto di starsene a casa e andare a sentire la messa. Staremo a vedere cosa succederà!
Hanno partecipato quel tesoro dell'Elisa, fra Galdino e lo zio Mauri.
Piove…governo ladro! La “tradizione” (anche quella del governo), è stata rispettata!! Viene “ordinato” a tutto il gruppo di fare l’escursione al rifugio Val di Fumo. Che sfortuna! Lo zio Mauri e l’Elisa stavano bene, non hanno avuto il “mal di pancia”, ed io avrei dovuto (e sottolineo dovuto) fare l’(ir)responsabile per l’escursione libera. Peccato!! Mi sarebbe ri-piaciuto tornare in quota (pinocchio!). Perciò oggi è "tutto Fumo e niente arrosto!".
Il corso superiore del fiume Chiese solca la Val Daone e ne riempie i laghi, incuneandosi nel Gruppo dell’Adamello da cui nasce. Il nostro itinerario si svolge nello splendido ambiente d’alta montagna della testata della Val Daone, la Val di Fumo. Nel Parco naturale Adamello-Brenta la Val di Fumo è tra le più suggestive valli alpine di origine glaciale.
Dopo aver parcheggiato al “Bar alla (S)diga” (con la D) ci avviamo verso la nostra meta. Davanti a noi l’imponente muraglia sbarra il lago artificiale di Malga Bissina, che costeggiamo sulla sponda ovest prima di proseguire per Malga Breguzzo (m.1826). Qui termina la comoda passeggiata, lasciando spazio al sentiero che risale l’alta valle: pur se a volte piuttosto accidentato, pieno d’acqua, il sentiero non è mai troppo ripido. Si può indifferentemente scegliere di percorrere il lato sinistro o quello destro della valle: il fascino delle intatte praterie d’alta montagna della Val di Fumo è il medesimo.
Ci addentriamo con agio nella valle: il dislivello da superare, di nemmeno 200 metri, è davvero modesto, e possiamo concentrarci sul paesaggio. In basso il corso del Chiese, che si fa sempre più tumultuoso, a fare da sfondo le cime del Gruppo dell’Adamello, dai fianchi ancora coperti di neve, come il Carè Alt, il Corno di Vigo e il Crozzon di Lares. Eccoci, quasi senza accorgercene, alla meta! Il rifugio Val di Fumo (m.1918) sorge sul pendio alla sinistra orografica della valle, dominando la conca di prati e rododendri, all’altezza della Malga Val di Fumo (m.1887).
Camminata veramente tranquilla sia come distanza che come dislivello ma in un ambiente inimitabile! L’alta Val di Fumo è meta di numerosi gitanti, che la apprezzano per passeggiare, fare picnic e stendersi al sole (???). Il paesaggio, caratterizzato dai sinuosi meandri del corso del Chiese, è davvero splendido. Da qui, tempo permettendo, è possibile proseguire su uno dei numerosi percorsi che conducono nel cuore del Gruppo dell’Adamello, lungo il sentiero in argine al fiume.
Ma, in un raro momento di lucidità escursionistica, mi sono detto: “Da quanti anni non faccio una camminata-ferie?”. Detto, fatto… Dopo una piacevole sosta (canederli, strudel,…….), facciamo ritorno sullo stesso percorso dell’andata.
Mi porto a casa piccole ma semplici sensazioni: il cielo con un tremante raggio di sole che si specchia nelle acque del bacino artificiale, i cavalli avelignesi al pascolo, le piccole cascate,… Ma cosa vuoi di più dalla vita? Una panachè!!
Hanno partecipato cinquantatrè persone.
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