18 SETTEMBRE 2016 (mattino)
Castiglione Olona
“L’isola di Toscana in
Lombardia”: è la celebre definizione data da Gabriele d’Annunzio
a Castiglione Olona, borgo che conserva ancora oggi il sapore di un prezioso
scrigno quattrocentesco. Di origine tardoromana, fu riplasmato tra 1421 e 1441
secondo il modello delle città ideali del Rinascimento, per volere del
cardinale Branda Castiglioni, uno degli uomini più insigni della sua epoca,
cultore delle arti e grande diplomatico, uomo di fiducia di diversi papi e
dell’Imperatore Sigismondo di Ungheria.
Il più importante
monumento voluto da Branda è la Collegiata, che sorge sul colle più alto del
borgo, sul sito dell’antico castello di Castiglione, di cui è ancora visibile
l’antico portale d’ingresso.
Il complesso museale
comprende la Chiesa e il Battistero, affrescati da Masolino da Panicale,
artista fiorentino tra i più grandi mediatori della straordinaria epoca di
passaggio dal Gotico Internazionale al Rinascimento. Insieme al senese Lorenzo
di Pietro detto il Vecchietta e al fiorentino Paolo Schiavo, attivi al suo
fianco nell’abside della Collegiata, Masolino ha lasciato a Castiglione il suo
capolavoro: il ciclo affrescato del Battistero, con la sua suggestiva
mescolanza di paesaggi e architetture, storia religiosa e attualità
rinascimentale, amalgamate dalla limpida atmosfera caratteristica di Masolino,
rende la cappella, dipinta in ogni centimetro, una delle vette artistiche del
primo Rinascimento italiano. La Collegiata di
Castiglione Olona fu realizzata in tempi assai brevi, tra il 1422 ed il 1425,
dai famosi mastri Comancini Alberto Giovanni e Pietro Solari.
Il prospetto è a capanna innervato da quattro pilastri-contrafforti che
scandiscono in tre campi la facciata, coronata da archetti ciechi pensili
trilobati in cotto. Nei due campi laterali vi sono delle monofore trilobate,
aperte, non in asse ma spostate verso il pilastro contrafforte. Nel campo
centrale vi sono il rosone e il portale, opere di notevole pregio dei primi
decenni del quattrocento, 1428, come scolpito sul portale. Quest'ultimo è scolpito
con arco a pieno centro, recupera i modi della tradizione romanica e del primo
gotico. In esso vi troviamo quattro tavole scolpite con i simboli degli
evangelisti, Matteo (angelo) Giovanni (aquila) Marco (leone) Luca (toro) e la
lunetta contiene la Madonna in trono col bambino in atto di benedire
l'offerente inginocchiato (il Cardinal Branda Castiglioni), presentato loro da
San Lorenzo, cui succedono verso destra San Clemente Papa, Sant'Ambrogio e
Santo Stefano. L'artista che ha eseguito l'opera non è conosciuto, si
presuppone realizzata da un maestro lombardo su disegno di Masolino.
All'interno della chiesa spiccano gli affreschi del presbiterio, alte
testimonianze d'arte pittorica, ed a sinistra il monumento funebre del
Cardinale. Il monumento funebre è eseguito probabilmente dopo la sua morte e s’ispira
ai modelli di Ilaria Del Carretto realizzati da Jacopo della Quercia nel Duomo
di Lucca.
Le volte, che evocano gli eventi gioiosi della vita di Maria, sono state
affrescate da Tommaso di Cristofano di Fino, detto Masolino, e sono:
L'annunciazione, Lo Sposalizio, La Natività, L'adorazione Dei Magi, La
Dormitio, L'assunzione In Cielo e L'incoronazione.
La successiva decorazione, condotta a scendere dalle lunette alle scene
sottostanti "episodi della vita dei santi Stefano e Lorenzo", è di
mano di altri due grandi artisti toscani, Paolo Badaloni, detto lo Schiavo, e
Lorenzo Di Pietro, detto il Vecchietta. Lo Schiavo affresca le lunette con le
storie di San Lorenzo: la distribuzione del tesoro della chiesa ai poveri
quando è condotto davanti all'imperatore Decio e quando converte e battezza in
carcere. Altri suoi affreschi sono la trinità, le storie di Santo Stefano
quando è consacrato diacono, la disputa con gli israeliti, il giudizio e la
lapidazione.
Sul portale che immette nella sacrestia, al riparo dalle intemperie, si trova
una lunetta in pietra dipinta che rappresenta la vergine col bambino tra i
Santi Lorenzo e Stefano. Sul lato opposto il portale, da cui si accede al
cortile dell'antico chiostro (non più presente) e al piu' importante
battistero, si trova, in prossimità di quest'ultimo, una lunetta rovinata dalle
intemperie dove e' rappresentata l'immagine di cristo nel sepolcro tra i
simboli della passione (opere di maestri lombardi).
Il battistero sorge a settentrione, sul corpo mozzato di una torre dell'antico
castello opposta all'altra, servita da base al campanile. E' stato interamente
affrescato da Masolino con storie di San Giovanni Battista e rappresenta
l'opera migliore e la più significativa lasciataci dall'artista toscano. Alle
pareti, sopra lo zoccolo dipinto in finto marmo, vi sono in sequenza le storie
di San Giovanni: l'annuncio dell'angelo al padre Zaccaria, la visitazione di
Maria Vergine alla madre Elisabetta, la natività e l'imposizione del nome al
Battista, la predica del Battista nel deserto, il Battista sulle sponde del
giordano addita Gesù alla folla, il battesimo di Gesù, il rimprovero del
Battista a Erode la prigionia, la decapitazione ed infine il banchetto di
Erode, Salomè ed Erodiade e, sullo sfondo, la sepoltura.
Sulla volta a crociera sono affrescati i quattro Evangelisti, su quella a botte
l'Eterno Padre e nell'intradosso dell'arco vi è la data del 1435, epoca di
esecuzione dei lavori.
Il vaso battesimale è un'opera scultorea di notevole qualità, sul piede
ottagonale poggiano quattro putti nudi messi in modo tale da sostenere senza
sforzo la sovrastante vasca ottagonale, dentellata, che si propone come calice
sfaccettato con due rilievi distinti dai restanti motivi vegetali uno il
battesimo di Gesù e l'altro con lo stemma dei Castiglioni. La si considera
opera di uno scultore lombardo con influenze toscane.
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