29 OTTOBRE 2017
La cittadina di Valmadrera (Lc) presenta un itinerario tanto apprezzato dai locali quanto poco reclamizzato. Si tratta del Sentiero delle Vasche, un percorso che riassume le bellezze dell’escursionismo, del torrentismo e dell’alpinismo, restando sempre nell’ambito delle difficoltà medio-basse. Il torrente Inferno, che scende dalle ripide pareti dei monti soprastanti (Corno Birone, Monte Rai, Monte Prasanto), nel suo corso ha scavato una forra di sensazionale bellezza, che arriva proprio alla periferia dell’abitato di Valmadrera nella frazione Ceppo. L’itinerario è stato attrezzato solo nei punti fondamentali e permette di visitare e ammirare, oltre alle bellezze della natura, dei giochi d’acqua, delle “vasche” scavate, i resti delle opere dell’uomo che qui avevano convogliato, creando piccole dighe, l’acqua del torrente Inferno a uso della ormai scomparsa filanda di Valmadrera.
Dal centro di Valmadrera (m257) si sale in direzione di S. Tomaso fino ad arrivare, in breve, alla frazione di Ceppo. I primi metri del sentiero che scende sul greto del torrente Inferno sono abbastanza coperti di vegetazione, ma ben presto il fondo si fa roccioso e porta all’inizio vero e proprio dell’itinerario.
Il percorso arriva alla prima cascata, chiamata Cascada de la Presun (della Prigione), stupendo salto di una trentina di metri. Qui il percorso risale raggiungendo il sentiero che arriva dalla chiesa di San Martino per tornare presto nel greto del torrente sopra la cascata. Piccoli guadi del percorso ci fanno salire ora a destra, ora a sinistra del corso d’acqua, permettendoci di osservare le prime vasche, chiamate localmente i Fopp (Fopp di Tusann, Fopp de l’Acqua Marcia, Fopp Biasin, Fopp Negher). Un guado un po’ più rocambolesco ci porta a salire, aiutati anche da alcune placchette per i piedi, prima su un traverso reso sicuro da una catena e poi una sorta di cengetta ascendente con appoggi e appigli scavati nella roccia. Arriviamo così ai Fopp de la Curva, Fopp di Vif e Mort, alla Cascada de la Scaleta e, finalmente, al Vascun, stupenda pozza che introduce a un’alta cascata, che merita una visita prolungata per la sua rara bellezza. Una scalinata in cemento, resa più sicura da una catena metallica passamano ed anche da alcuni parapetti, porta a risalire la cascata fino a portarsi al di sopra. Il percorso prosegue con continue superbe visioni sui giochi d’acqua, sulle pozze e sulle cascatelle del torrente Inferno, ma con difficoltà maggiori: a una prima traversata un po’ esposta, assicurata, fa seguito un salto verticale di un paio di metri, assicurato con una catena, reso difficile dal fatto che la roccia può essere molto bagnata.
A questo passaggio “di forza”, fanno seguito altri saltini, talora attrezzati, piccoli guadi e traversatine su roccia che può essere molto viscida, fino al passaggio più “strano” del percorso: il superamento di un masso granitico che, liscio e levigato, viene superato di forza grazie anche a due provvidenziali staffe e a una catena. Il passo è comunque breve e il percorso, dopo questo piacevole diversivo, non presenta altre difficoltà: un sentierino, costeggiando il torrente, passando per una cengia assicurata, arriva ben presto a uscire dalla forra, arrivando al suo sbocco naturale nei pressi della località chiamata Taja Sass m623 (un grosso masso erratico, un tempo usato per ricavare lastre di pietra pregiata), dove il Sentiero delle Vasche ha termine.
Dal Taja Sass in pochi minuti si raggiungono la località di San Tomaso e il Ristoro OSA per il meritato pranzo. Da qui, in una mezz’ora, si scende alla Cappelletta VARS e, prendendo il sentiero che attraversa a mezza costa fino a San Martino, passando così dal santuario prima di tornare all’auto.
Per la bellezza del posto la prima parte del Sentiero delle Vasche è consigliabile e percorribile da tutti, compresi i bambini, che potranno così fare le prime esperienze su sentieri attrezzati facili e divertirsi senza pericoli vicino al torrente. La seconda parte, per quanto semplice, presenta, invece, alcuni brevi tratti in esposizione e alcuni passaggi di forza.
In ogni caso, per quanto il Sentiero sia nel suo complesso da valutare come “facile” (dislivello m366), può presentare difficoltà che variano secondo la portata d’acqua. Fatto in condizioni ottimali, comunque, resta un piacevolissimo passatempo da due ore, al fresco della forra e ottimo per introdurre i neofiti (come il sottoscritto) al magico mondo degli itinerari attrezzati.
Dedicata da principio a san Martino, la chiesa conserva un'immagine tardogotica della Madonna del Latte molto venerata dalla popolazione locale. L'immagine della Madonna del Latte era una iconografia molto diffusa in tutta l'Alta Brianza. La continuità della devozione mariana ha avuto un glorioso esempio nei gravi fatti del 1944, quando la popolazione compì continui pellegrinaggi al santuario per invocare aiuto e protezione. I frammenti delle bombe d'aereo, che caddero sul paese senza provocare vittime né danni, vennero considerati come una vera e propria testimonianza della grazia ottenuta e sono conservati nell'atrio del santuario.
La struttura architettonica è molto semplice e sobria: una sola navata coperta con volta a botte, cui sono aggiunte due cappelle laterali. L’arco trionfale, che accoglie, come consueto nell’iconografia cristiana, l’annunciazione alla Vergine, separata il presbiterio dalla zona dei fedeli.
Durante i restauri post-bellici, l’affresco della Madonna del Latte, detta Sancta Maria Veteris, viene staccato dal pilastro destro dell’arco trionfale per essere trasportato su tela e collocato sopra l’altare. Alla fine del ’400 e alla mano, probabile, di Tommaso Malacrida risalgono gli affreschi della cappella di sinistra con una Crocefissione con Maria, Santa Barbara, san Sebastiano e San Rocco. Al secolo successivo appartiene il ciclo pittorico della cappella di destra, commissionato nel 1523 da Frate Matteo Polvara, nativo di Valmadrera. Il Papa è raffigurato di fronte al committente mentre compie un atto di vestizione, in analogia con l'affresco di San Martino che dona il mantello a un povero.