venerdì 17 maggio 2019

EDO & GALDI
16 maggio 2019

Usciamo senza utilizzare l’auto ma con l’impiego dei mezzi pubblici e poi camminando? Questa idea ci porta, con il nuovo gruppo podistico F.S. (Fate Sport), a Varese, in particolare nel Parco regionale Campo dei Fiori, tra il Sacro Monte, la Cittadella di scienze della natura e il forte di Orino, luoghi che si affacciano panoramici sulla pianura, ricchi di religiosità, storia, scienza, arte e natura. 


Arriviamo in treno a Varese e, antistante la stazione ferroviaria, c’è la fermata dell’autobus urbano della linea C, con il quale raggiungiamo la piazzetta in località Prima Cappella del Sacro Monte m585 metri: è il punto di partenza della nostra camminata.
Si risale lungo la Via Sacra. Qui inizia l'acciottolato e subito stupisce la larghezza del tracciato, pensato forse per stupire, ma anche per permettere il facile afflusso e deflusso dei pellegrini. La salita procede lenta e senza problemi lambendo, di volta in volta, le maestose cappelle che scandiscono il percorso e punta verso il paese raggiungendolo dopo avere superato la quattordicesima ed ultima Cappella, dedicata all'Assunzione di Maria Vergine al cielo. Una volta raggiunte le case si giunge ai piedi della scalinata che conduce all'ingresso del Santuario di Santa Maria del Monte m883, sorvegliato da una inquietante statua di Papa Paolo VI.


























Prima della scalinata di accesso alla chiesa si trova un passaggio coperto che porta al Museo Barroffio e del Santuario, ma consente anche la prosecuzione della camminata. Si sbuca così sul vasto piazzale panoramico a monte del Santuario. Poco dopo si nota l'imbocco di un sentiero E/1 che si tiene presso il crinale della montagna. Seguendo le indicazioni arriviamo ben presto al Valico delle Pizzelle m930 dove il tracciato, con bella traversata nel bosco, giunge fino a ciò che resta della vecchia funicolare, oggi in disuso, e del Grand Hotel. Si giunge in breve all'inizio di un'altra meno importante "Via Sacra", sorta di sentiero commemorativo delle varie Armi dell'Esercito in ricordo dei caduti. Questo sentiero del ricordo termina sul Monte Tre Croci m1098, da dove il percorso si fa un po' meno agevole.












Superate le tre croci della vetta si prosegue lungo il crinale con alcuni su e giù, si lambiscono alcune istallazioni militari e ci si immette su una stradina asfaltata. Salendo nel bel bosco si prosegue brevemente sbucando su un ampio terrazzo panoramico affacciato sui laghi del varesotto. Da questo punto, con il sentiero 3V (ValliVerdi Varesine) si prosegue pianeggiante su strada asfaltata, verso il Forte di Orino, che, arricchita da pannelli esplicativi, porta nella Cittadella di Scienze della Natura, associazione fondata allo scopo di creare un ponte tra la gente e la scienza. Elemento principale del complesso è l'Osservatorio Astronomico Schiaparelli, dotato di ben nove telescopi. Ma non meno importanti sono il magnifico Giardino Botanico Tommaselli, che raccoglie le circa 400 specie di fiori e piante presenti nelle Prealpi lombarde, e il Centro Geofisico Prealpino, che si dedica alla ricerca meteorologica e sismica. Dal piazzale ci incamminiamo, attraverso un bosco di conifere, sulla sterrata del forte di Orino, testimonianza della Grande guerra, che taglia orizzontalmente il versante sud del monte, passando poco sotto la Cima Paradiso m1226 e Punta di Mezzo m1227. Affacciati sulla pianura arriviamo proprio alla punta di Orino m1139. Del forte, purtroppo, resta ben poco se non uno stupendo panorama sul Lago di Varese, di Comabbio, di Monate e sul Lago Maggiore. Si rientra, poco sotto, in direzione di Comerio e Gavirate intersecando la strada militare. A circa metà discesa restiamo sui sentieri 10/11, che conduce a Comerio. Dopo un tratto sul sentiero 10 che collega Velate, frazione di Varese, a Orino, torniamo sull’11 e arriviamo a Chignolo m480, frazione di Comerio. Riecco la strada asfaltata, lungo la quale, dopo aver attraversato il centro di Comerio m320, raggiungiamo la stazione ferroviaria e da lì, con un treno locale, torniamo a Varese in poco più di dieci minuti.









Il Monte Campo dei Fiori è una verde bastionata che protegge la città di Varese dalle fredde correnti che scendono dal Nord. Composto da rocce calcaree note anche come "calcari di Moltrasio", il piccolo massiccio si allunga da Ovest ad Est delimitato compreso fra la striscia di terra che s'immerge nel Lago Maggiore e dalla Valle dell'Olona. Fa parte del Parco Naturale Regionale Campo dei Fiori e si estende su una superficie di 735 ettari. 
Il Campo dei Fiori è soprattutto noto per l'imponente Via Sacra che, scandita da quattordici splendide cappelle, porta da Velate fino al piccolo borgo di Santa Maria del Monte, arroccato sul Monte di Velate (o Monte Orona), ultima sommità della cresta Sud-ovest del Campo dei Fiori. Parte del percorso descritto si attiene alla Via Sacra. L'imponente Via Sacra, forse la maggiore espressione della Controriforma nel Ducato di Milano, è un'opera altamente scenografica, perfettamente inserita nello scenario naturale circostante. Da secoli il Monte di Velate era oggetto di pellegrinaggi e testimone di particolari manifestazioni di fede. Infatti, si narrava che lassù, già nel IV secolo ci fosse una cappelletta fatta erigere da Sant’Ambrogio come ringraziamento per la sconfitta delle tribù ariane che minacciavano il milanese. Più certa è la presenza in loco di un santuario romanico risalente al X-XI secolo che attirava numerosi pellegrini sia da Milano sia dal territorio che oggi fa parte del Canton Ticino. Il grande afflusso di fedeli, portò all'aggregarsi di un piccolo borgo attorno al santuario allo scopo di accogliere sacerdoti, operai e pellegrini. Sul finire del 1400 il complesso sacro fu ampliato e nei pressi fu eretto un monastero dell'Ordine delle Romite Ambrosiane. L'idea di collegare Varese con l'importante luogo di culto fu proprio di una di queste romite, suor Maria Tecla Cid, che trovò un potente alleato nel padre cappuccino Giovanni Battista Aguggiari cui spetta il merito di aver trovato i finanziatori dell'impresa presso le nobili famiglie milanesi. La realizzazione, che prese il nome di Fabbrica del Ss. Rosario, ebbe inizio nel 1604, dopo il Concilio di Trento, e in soli dieci anni fu portata a termine. Architetto e scenografo dell'intero complesso fu Giuseppe Bernascone detto "il Mancino". Per adeguarsi simbolicamente alla recente codifica della recita del Rosario, voluta da papa Pio V nel 1569, il percorso ascensionale verso il santuario si svolge in una cornice molto teatrale, scandita dalle cappelle, portali e fontane. E come i Misteri del Rosario, le cappelle sono divise in gruppi di cinque separati da un portale. Le cappelle sono quattordici anziché quindici perché l'ultimo posto è stato assegnato al santuario, meta finale della salita. Tutte le cappelle sono opere d'arte a sé stanti, piccole chiese, capolavori del manierismo secentesco e particolarmente di valore sono le numerose sculture che vi sono conservate, capolavori originali dell'arte lombarda di quel tempo. Critici d’arte parlano della Via del Sacro Monte di Varese come di una Cappella Sistina del Nord Italia.

Se volete fare questo bel giro non date retta alle indicazioni riguardante il chilometraggio e il tempo mancanti: li hanno stabiliti stando....seduti in ufficio!
Non chiedete alle persone che incontrate quanto manca alla stazione del treno: mancano SEMPRE due chilometri...Ciao!

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