venerdì 12 gennaio 2024

 Galdino
Alùra? Gh'è mia mal!


Si parte dall’imbarcadero di Brivio …che dirvi, il caffè è buono! Si segue la panoramica alzaia dell’Adda fino al vecchio cippo confinante oltre in quale si entra in Olginate. Seguendo sempre le varie svolte del fiume, si giunge al secondo ponte di Olginate: lo si riconosce facilmente in quanto, ben visibili, ci sono le chiuse della diga. Leggera deviazione per la Panchina Gigante Letteraria: “perchè si possa tornare a guardare alla vita con gli occhi di un bambino”. Attraversato il ponte si segue l’altra riva del fiume e, tra vari parchi, si arriva ...poco a valle di Lecco, sulla riva sinistra del fiume Adda e ai margini dell’antica Valle San Martino: qui sorge un luogo d’istintivo richiamo, il convento dei Servi di Maria con annessa chiesa della Beata Vergine del Lavello. Il Lavello, fu un piccolo abitato con castello (facciamo due passi indietro: parliamo del 1014) a controllo del guado. Poco distante, vi passava l’importante strada militare che collegava Verona, Brescia, Bergamo, Como. Nella guerra fra Guelfi e Ghibellini, il castello fu distrutto e l'insediamento del Lavello fu abbandonato: fu frequentato solo da banditi e contrabbandieri fino all’arrivo di “Jacomino heremitto” alla ricerca di un’oasi di pace e serenità. Riedificò la chiesa, dove scoprì un avello da cui scaturì una fonte di acqua purissima. Il primo, di una lunga serie di miracoli, avvenne nel 1480. Nel 1490 i Servi di Mari consacrarono la ricostruita chiesa. Con la peste del 1630, il Santuario fu trasformato in lazzaretto e tutti i frati perirono durante l’assistenza ai malati. Il luogo volgeva oramai al declino e nel 1772 fu soppresso. Nel 1872 fu assegnato alla Vicinìa di Lavello, Corte e Foppenico per poi essere incamerato nel 1927 nel nuovo comune di Calolziocorte. Breve visita al chiostro minore e a quello maggiore con arcate a tutto sesto coperte da volte a crociera. Si entra in chiesa …bellissima! Mi accoglie una raccolta di vecchi presepi di carta: i presepi dei nostri bisnonni! Il presbiterio è sdoppiato in due cappelle arricchite da affreschi. La pala è del Porlezzino, datata 1603. Ma quello che lascia veramente a bocca aperta è l’arco trionfale, del 1597, con le storie della Vergine. Con la rimozione del pavimento, per restauro, viene portato in evidenza la struttura del primitivo edificio religioso medioevale: in particolare l’altare, straordinariamente conservato. Grazie ad un apposita struttura a vetri, è possibile osservare anche l’antica fonte miracolosa. Che dire …veramente stupefacente! Da vedere assolutamente! Riattraversato il primo ponte, ritorno sull’alzaia del fiume, facendo piccole deviazioni di …curiosità!. La macchina mi aspetta …dove l’avevo lasciata!




























Nessun commento:

Posta un commento