lunedì 24 novembre 2025

 TI HO SOGNATO
MENTRE MI DIMENTICAVI 
Autore anonimo


Ti ho sognato
mentre spegnevi il mio nome
tra le labbra di un'altra voce.
Eppure sorridevi
e io non ti odiavo.
Solo restavo lì
nella parte del sogno
che nessuno ricorda..

lunedì 17 novembre 2025

 Galdino e gli amici
del CAI Valle Imagna
"Per fortuna, sulle bottiglie di vino, 
non c’è scritto per quante persone dovrebbero essere”.


6.45 … Oggi gita con il CAI Valle Imagna: sono riuscito a iscrivermi tra gli ultimi ma …ce lo fatta!
8.45 … Prima nostra fermata è la visita (con degustazioni …mi sembra logico!) all’Azienda Agricola Bertagna. Il bellissimo borgo di Cavriana, affascinante e spettacolare, con la sua rocca e la pieve romanica, confina con Solferino, paese noto per la battaglia combattuta durante la Seconda Guerra d'Indipendenza, e con Monzambano, altra storica cittadina risorgimentale, e la sua frazione di Castellaro Lagusello, uno dei Borghi più belli d'Italia. In questo territorio, da generazioni, la famiglia Bertagna produce con passione, in armonia con la natura e con instancabile dedizione. Consiglio vivamente il Lugana!
10.30 … Proseguiamo con la visita guidata alla Torre di San Martino della Battaglia, frazione di Desenzano del Garda. E’ un luogo dove si fa memoria di chi perse la vita lottando per l’Indipendenza e l’Unità d’Italia. Il 24 giugno 1859 si scontrarono l’esercito sardo piemontese, guidato da Vittorio Emanuele II e l’ala destra dell’armata austriaca, condotta dal generale Von Benedeck, in una battaglia decisiva, grazie alla quale due anni più tardi sarebbe nata l’Italia. A memoria dell’intera epoca risorgimentale, di quanti morirono combattendo per la patria, nel 1880 la torre fu eretta all’interno di un grande parco, sul Roccolo, teatro di combattimenti cruentissimi. E’ alta settantaquattro metri per sette piani: dalla sua sommità un faro irradia di notte i tre colori della bandiera italiana visibili nel raggio di parecchi chilometri. Appena entrati, si è accolti dalle statue e dai busti dei protagonisti dell’unità d’Italia: Vittorio Emanuele II, Cavour, Garibaldi, Mazzini e da numerosi affreschi che illustrano alcuni episodi risorgimentali. Salendo lungo la rampa di scale a spirale che porta sulla cima della Torre, si ripercorrono gli episodi fondamentali del Risorgimento, attraverso affreschi disposti in ordine cronologico dal 1848 con la Prima Guerra di Indipendenza, fino al 1870, con la breccia di porta Pia. Giunti sulla terrazza, dove sventola la bandiera tricolore, si può godere (purtroppo non oggi!) del meraviglioso panorama sul basso Garda, sulle colline moreniche e sulla pianura padana. Il Museo, che risale al 1939, è diviso in tre sale che espongono armi, cimeli e documenti, alcuni dei quali particolarmente toccanti. Accanto ai cannoni (il Soprano, il Tirolese, Micca, Pietro), ai fucili, alle baionette, ai proiettili, sono conservati oggetti d’uso quotidiano appartenenti ai soldati come: pipe, carte da gioco dipinte a mano, lettere, bottoni, medagliette, posate, …un fazzoletto macchiato di sangue. Si tratta di povere cose che ci fanno rivivere la quotidianità di tanti uomini che non tornarono alle loro famiglie. Non mancano oggetti appartenuti agli Austriaci, a ricordarci che la sorte di molti di essi non fu diversa da quella dei loro nemici. Lungo il viale alberato s’incontra la Chiesa Ossario. La cappella gentilizia dei conti Tracagni, proprietari della cascina Contracania, fu usata nello scontro come fortilizio. Qui, e nelle sue vicinanze, trovarono la morte centinaia di soldati di entrambi gli schieramenti, come ricordano numerose lapidi che ne riportano i nomi, l’età, la provenienza e il grado con parole ancora oggi capaci di suscitare commozione. Il 24 giugno 1870, terminato il disseppellimento dei resti, le ossa di più di duemilacinquecento soldati furono raccolte in questo tempio, in cui lapidi in latino, tedesco, francese e italiano ricordano che chi fu nemico in battaglia ora riposa insieme nella pace del sepolcro.
12.45 … E’ giunta l’ora del pranzo alla Trattoria da Romana, in località Bande Nere di Cavriana.
15.30 … Il resto del pomeriggio (oddio, abbiamo tenuto le gambe sotto il tavolo per un bel po’!) è completamente dedicato alla visita di Borghetto di Valeggio sul Mincio, nonostante una fastidiosa acqua e il buio incombente. È sospeso sul fiume ed è davvero delizioso: non sapevo che in così poco spazio potesse esserci così tanta meraviglia. Più che un paesaggio, è un acquerello. Sullo sfondo, lo scorrere incessante ma placido del Mincio e il profilo maestoso del Castello Scaligero. Uno scorcio veramente incantevole, con la sua atmosfera romantica. Il Castello Scaligero di Valeggio sul Mincio è stato costruito in epoca medievale, poi distrutto da un terremoto nel XII, e quindi ricostruito nel XIII secolo. Sorge sulla sommità della collina da cui si domina Valeggio e tutta la valle del Mincio. Il Ponte Visconteo (anche chiamato “ponte lungo”) è un imponente ponte-fortezza dalle dimensioni notevoli: seicentocinquanta metri di lunghezza, venticinque di larghezza. Anch’esso ha origine medievale, risale al 1393. Borghetto è un piccolo villaggio con antichi edifici medievali, un campanile e le caratteristiche ruote dei mulini ad acqua che un tempo erano utilizzati per la molitura del frumento e dei cereali. Queste poche vie sono un incanto: il percorso dura “pochi minuti”, il suo ricordo permane per molto tempo!

Mi scuso …troppi dati da memorizzare …il mio cervello è limitato ...non riesce ad incamerare così tante notizie …perciò in caso di inadeguatezze …MEA CULPA, MEA MAXIMA CULPA.











































giovedì 13 novembre 2025

 Edo & Galdi

“Le cose più belle della vita
o sono immorali, o sono illegali,
oppure fanno ingrassare”
.
George Bernard Shaw

Pensieri lib(e)ri... “Renzo, Lucia, Don Abbondio, l’Innominato sono i grandi e indimenticabili protagonisti de I Promessi Sposi… Ma cosa succede quando ce li ritroviamo davanti a tre anni di distanza dall’inizio delle loro avventure? Che sorpresa: economicamente sistemati, in attesa di un figlio, con Milano che si rialza dopo i disastri della peste. Andrebbe tutto bene se il loro persecutore pentito, al secolo Bernardino Visconti, che noi abbiamo conosciuto come l’Innominato, non venisse assassinato nei monti sopra Lecco, in un luogo impervio dove si da la caccia ai lupi. Perché? Qualcuno forse non gli ha perdonato le antiche malefatte? E il pavido curato Don Abbondio ha imparato la sua lezione? Renzo è ancora impulsivo? Ci imbattiamo nei “bravi” restati senza impiego, nel caso criminale della Monaca di Monza, e in una signora esclusiva e affascinate come Donna Polissena. Chiunque abbia letto I Promessi Sposi, si sarà chiesto che cosa sarebbe potuto accadere dopo la conclusione del romanzo. In queste pagine la magnifica risposta”. Tratto da LA FOSSA DEI LUPI di Ben Pastor - 2024 - Mondadori