U.O.E.I. - Sezione di Bergamo
20 SETTEMBRE 2015
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------------------------------------------------------------------ Sondrio
I tre giorni di ferie dal blog, in cui ho ultimato il mio Calendario 2016, mi hanno fatto veramente bene...
diciamo come la Dolce Euchessina...mi sento più libero!
"Su per il lago di Como di ver la Magna è valle di Ciavèna, dove la Mera fiumine mette in esso lago; qui si truova montagne sterili et altissime con grandi scogli...qui nasce abeti, larici et pini, daini, stambuche, camozze e terribili orsi, non si può montare se non a quattro piedi".
Si parte da Novate Mezzola, paese posto all'imbocco della Val Chiavenna, e, prendendo il sentiero Roma, saliamo nel conoide alluvionale della valle. Ecco i giocatori di scala 40...ma oggi la partita finisce a...2600 gradini!!
Una bellissima mulattiera larga, scalinata e incisa nel granito, che sale, nel primo tratto, con diversi tornanti, in un bosco di castagni.
E' la Mulattiera delle Scale: 2600 gradini, uno più, uno meno, giustificano la denominazione.
Molte cappellette e qualche cascinale abbellite con pregevoli affreschi che il tempo, piano piano, sta inesorabilmente cancellando.
Il paese di Codera appare all'improvviso: sembra vicino ma, purtroppo, è solo un effetto ottico.
A qualche centinaia di metri dal paese il piccolo cimitero: una scritta posta sulla parete all'ingresso della sua bellissima cappella, datata 1876, ci ricorda che...
ciò che noi fummo un dì
voi siete adesso.
Chi si scorda di noi
scorda se stesso!
...2575...2576...2576...ancora pochi gradini ed ecco, infine, apparire l'imponente campanile di Codera dedicato, dal 1764, a S. Giovanni Battista, staccato dal corpo della chiesa.
In attesa del pranzo all'osteria alpina gestita dalla signora Elena visitiamo il piccolo centro e il suo museo etnografico.
Cosa abbiamo mangiato? Siamo stati leggeri: pizzoccheri e, leggete parola per parola, tagliatelle di pasta fatta in casa con castagne e funghi.
Lasciamo Codera, dove...il tempo si è fermato, e ritorniamo seguendo il Tracciolino: un sentiero che è stato costruito negli anni 30 con lo scopo di trasportare, con l'aiuto di piccoli vagoni, del materiale atto a ricostruire la diga Val Codera.
Risaliamo il vallone attraversando il fiume su due splendidi ponticelli. Sono le ultime "scalette": e poi per un lungo tratto il sentiero è pianeggiante e segue la linea della montagna.
Scendiamo a S. Giorgio attraversando enormi massi erratici: la sua piazzetta, con chiesa e campanile, ma soprattutto la sua fontana d'acqua freschissima ci attende.
Il sole sta tramontando e, con i suoi raggi, crea spettacolari riflessi sul lago.
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