26 giugno 2016
Rifugio ADULA m. 2.012
Canton Ticino - Svizzera
Varchiamo il confine! Andiamo dai maestri cioccolatai!! Da bambino mi raccontavano che le mucche svizzere...facevano...il cioccolato più buono del mondo. Ed io, piccolo diavoletto (milanista!) credevo che..............!!!
Presidente! SarA’ DULA oggi!!
Se le pronunci che avviene laggiù?
Bibbibi- bobbidi-bu.
Salagadula megicadula bibbidi-bobbibi-bu
Fa la magia tutto quel che vuoi tu
Bibbibi- bobbidi-bu”.
Dall’ultima volta che ho pagato un cappuccio con brioches ottoeuro
e mezzo, li mort…!! tra me e gli svizzeri c’è amore/odio. Ma credo che ben si
capirà nel proseguo della lettura. Arrivati sul luogo del delitto, troviamo
ancora presente il colpevole: una grossa frana non ci permette di arrivare alla
sommità della diga di Luzzone.
Torniamo in paese e, dopo che il sempre Lui
Marcello ha posteggiato la sua “Contessa” in un “cantone” ci avviamo per il
sentiero. Gran bella salita e un’ora e mezza in più di strada. Santa pazienza!
Ma è poi così santa la pazienza? Ma Presidente! Mi scusi! Con tutti i soldi che
sborsiamo ogni domenica, potremmo comprarlo un pullman, noo! Ultimata nel 1963, è situata nel comune di Olivone nel Canton Ticino ed è alta 225 metri. Il volume della diga è di 1.330.000 metri cubi, la lunghezza della corona è di 600 metri. Il lago ha un volume di 107 ettometri cubi e ha una superficie di 144 ettari. Il fiume che alimenta il bacino è il Brenno di Luzzone. Ragazzi! Ragazze!! Saranno precisi questi svizzeri però anch’io oggi non scherzo!!!
Si sale sopra la diga, la si attraversa per riprendere la stradina proveniente dalla diga, si passa una seconda galleria e si entra …nella val Carassino. Si giunge in breve tempo alla frazione di Compietto (m. 1.707). Si risale la valle su comoda sterrata e mulattiera; il percorso si snoda sul fianco destro idrografico del fiume Ri, toccando diversi alpeggi come l’Alpe della Bolla, l’Alpe Carassino, l’Alpe Cassimoi e l’Alpe Bresciana: qui m’inc…..! Ma come, Presidente! Brescia si e Bergamo no! M’inc….di nuovo!!
Arriviamo al Passo di Piotta e alla Cappella del Termine a quota m.2.030 circa. Abbassandosi leggermente raggiungiamo a quota m. 2.012 il rifugio Adula del C.A.S.. Notate: se togliamo dalla riga precedente la parola Adula rimane “rifugio del cas”…Tieeeè, Svizzera! Segue il gesto dell’ombrello!
La posizione è unica: ai piedi dell’Adula, che con i suoi 3.402 metri è la regina del Ticino, ha davanti alcuni metri di terrazza soleggiata, poi segue una ripida discesa in direzione della val Blenio. Dietro la capanna si stendono gli immensi prati e pascoli fioriti della val Carassino. Già nel 1919 Remo Patocchi, l’artista delle montagne, propose di erigere un rifugio sulla montagna più elevata del Cantone, ma le difficoltà finanziarie impedirono l’immediata realizzazione del progetto. Iniziò un’intensa raccolta di fondi mediante numerose iniziative, tra le quali c’era anche quella della vendita di una cartolina con la dedica di Achille Ratti (Papa Pio XI), il Papa alpinista. In questo preciso momento fece la sua apparizione un anonimo finanziatore che risultò poi essere Adolfo Carmine, un facoltoso bellinzonese e irredentista convinto, il quale avrebbe voluto elargire un cospicuo sussidio. A testimonianza dell’interesse avuto allora dagli irredentisti ancora oggi è possibile vedere l’effigie di Benito Mussolini scolpita sulla roccia nelle immediate vicinanze della capanna. Mi viene in mente una barzelletta: ve la racconto in breve. Un tizio tutte le mattine, mentre faceva ginnastica sul suo balcone, gridava: "Evviva il Duce che ci guida e ci conduce! Evviva il Duce che ci guida e ci conduce!!”. Alla stressante ennesima volta, l’inquilino del piano di sotto gli grida: “ Vaff….!! A te e al…tuo autista!!”. Ah! Ah! Ah! Ah!..!! De tutto rido… che nce pòsso fá!? Ma siamo svizzeri…volevo dire seri! L’assemblea del CAS, per restare coerente con i suoi principi, rinunciò però all’offerta. La capanna Adula del CAS fu finalmente costruita nel 1924. Ancora oggi la struttura è quella originaria con murature in pietra e tetto in piode. Un unicum in Svizzera che permette di vivere il fascino della capanna vecchia, affiancato però dal confort di una struttura più moderna con wc e doccia con acqua calda. Un luogo che meritava una visita e noi…grazie Presidente! grazie Franco!...ci siamo!! Abbiamo omaggiato con il nostro libro del Centenario…Presidente! Ma quante copie ci sono ancora? Ma non era andato a ruba?…con la dedica: “Ai nostri amici del nord dai vostri amici del sud”- UOEI Bergamo”.
Rinunciamo ad andare a sognare a due passi dai contrafforti
della Regina perchè il delitto di stamattina non lo permette: "appollaiata"
a 2.393 metri su un terrazzo solivo e panoramico posto ai piedi delle morene e
dei ghiacciai, la capanna Adula U.T.O.E. (Unione Ticinese Operai Escursionisti)
può definirsi una delle capanne più alpine del Ticino. Il rifugio alpino è situato nel comune di Blenio, nelle Alpi Lepontine. La capanna è disposta su 2 piani; dispone di due refettori, un
piano di cottura invernale a legna completo di utensili di cucina. I servizi
igienici e l'acqua sono all'interno dell'edificio. Il riscaldamento è a legna.
L'illuminazione è prodotta da pannelli solari. I visitatori che raggiungono
la capanna (alpinisti, escursionisti, famiglie) si trovano in un luogo unico ed
affascinante, dove natura, colori, panorami, stambecchi e stupendi tramonti
sanno emozionare e stupire per la loro bellezza.
La loro tabella di escursione…loro del Nord, ripeto, i terroni oggi siamo noi…segnala la difficoltà dell’escursione in modo leggermente diversa dalla nostra ma più dettagliata e precisa…per forza sono Svizzeri! La nostra di oggi, per esempio, ha la sigla “T2” con denominazione “escursione di montagna”. Il sentiero o il terreno “con tracciato evidente e salite regolari. Se segnalato secondo norme FSS: bianco-rosso-bianco. Terreno talvolta ripido, pericolo di cadute esposte non escluso”. I requisiti sono il “passo sicuro, scarponcini da trekking consigliati. Capacità elementari d’orientamento”. La tabella arriva fino alla sigla “T6” che non la spiego altrimenti ci spaventiamo tutti!.
Controlliamo l’ora per il rientro: dieci orologi e dieci
orari diversi: orologi di marca…ma italiani!!! Prendiamo al volo i reduci dispersi
lungo il tragitto e ci incamminiamo contenti per questa magica giornataLa loro tabella di escursione…loro del Nord, ripeto, i terroni oggi siamo noi…segnala la difficoltà dell’escursione in modo leggermente diversa dalla nostra ma più dettagliata e precisa…per forza sono Svizzeri! La nostra di oggi, per esempio, ha la sigla “T2” con denominazione “escursione di montagna”. Il sentiero o il terreno “con tracciato evidente e salite regolari. Se segnalato secondo norme FSS: bianco-rosso-bianco. Terreno talvolta ripido, pericolo di cadute esposte non escluso”. I requisiti sono il “passo sicuro, scarponcini da trekking consigliati. Capacità elementari d’orientamento”. La tabella arriva fino alla sigla “T6” che non la spiego altrimenti ci spaventiamo tutti!.
Salagadula
megicadula bibbidi-bobbibi-bu...
allegri, abbronzati, sereni, con le gambe che
cominciano a fare "Svizzera-Svizzera "(Giacomo-Giacomo!) verso la nostra…amata Patria!
W l’Italia! Sempre!!
Caspiterina! Che le mucche svizzere non facessero più
latte!! Mi stavo dimenticando di fare i miei più sinceri e affettuosi auguri di
buon onomastico alla Piera e al Piero.
Ancora tanti di questi…salami!!
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