EDO, EZIO & GALDI
18 aprile 2019
PIZZINO-FRAGGIO-BONETTO-BAITA DEL FO’- SALZANA
PIANI D’ARTAVAGGIO…quasi!
Quasi…10km…600m…4ore…
Itinerario nella valle Bordesiglio posta ai piedi dei Piani d’Artavaggio, sotto il sentiero basso che li collega al rifugio Gherardi. Si parte da Pizzino m930, in prossimità della chiesa parrocchiale dove, dopo aver parcheggiato, seguiamo le indicazioni per Fraggio. Il sentiero, che nel suo tratto iniziale si presenta come una stretta strada lastricata, s’inoltra nel piccolo borgo di case e, passata una vasca con tanto di fontanella, s’immette in un fitto e fresco boschetto. In poco tempo, attraverso il facile sentiero, arriviamo a vedere il Santuario di Salzana, in basso rispetto a noi. Passeremo di lì la ritorno!. La camminata è comoda ed attraversa alcune belle zone pascolive sino a raggiungere la Fonte di San Carlo o del Fraggio, dedicata a San Carlo Borromeo, Arcivescovo di Milano, che la benedisse nel 1572 in occasione della sua seconda visita pastorale in valle.
Continuiamo lungo il segnavia iniziale che in breve ci porta a raggiungere il caratteristico borgo di Fraggio m992, con la bellissima quattrocentesca chiesetta di San Lorenzo che, con quella di Cà Corviglio, resistono al logorio del tempo a testimonianza della particolare architettura di pietra calcarea con i caratteristici tetti in piòde. Risaliamo ora alle spalle del borgo sino a raggiungere la strada sterrata che proviene da Pizzino. Arriviamo alle case di Bonetto e qui…facendoci insospettire dalla strada che scende leggermente, prendiamo, incoraggiati da un segno molto evidente di bastoncini da trekking, il sentiero nel bosco. Controllando quasi sempre il GPS del caro Edo e ogni tanto la cartina del non meno caro Galdi,…ci perdiamo!!
Continuiamo in salita vedendo, in alto, l’Albergo degli Sciatori ai piani d’Artavaggio. Saliamo, saliamo, saliamo fino alla baita del Fò m1494. Siamo fuori strada. Possiamo raggiungere il conosciuto sentiero basso che collega il rifugio Gherarrdi ai piani, ma…la neve scivolina, ancora abbondante, ci consiglia di ritornare sui nostri passi. Sulla strada del ritorno vediamo il punto dove abbiamo cannato e, ritornando tra 15 giorni, impariamo il percorso giusto. Scendiamo a Fraggio e, con un altro sentiero, raggiungiamo Salzana con il suo oratorio e la chiesa dedicata a Santa Maria Assunta, edificato nel 1466 in memoria del tragico evento che, nell’anno 1359 colpi una sessantina di famiglie.
“Prodigiosa fu la quantità di neve caduta in quest’anno 1359 per tutta la Lombardia. In Bergamo sei giorni e sei notti continuò senza sosta posa cominciando il 10 gennaio e s’alzò più di quattro braccia sopra la terra, la onde rovinarono molte case e gettata dai tetti arrivava fino sino alle gronde delle abitazioni, sicchè per nessuna contrada potevasi transitare, né usare cavalli o carri. Tragico caso avvenne in Taglietto, ove sopra un monte stava una terra chiamata Salezana di sessanta famiglie incerca con una Chiesa dedicata a San Gregorio. Udivano di quando in quando que’ abitanti sotto i piedi rumoreggiare certi tuoni, che ne scuotevano le case, quando li 27 novembre verso sera si spalancò in orrenda voragine quel monte, e nell’aprirsi caddero per lo scuotimento le case tutte e non meno la Chiesa, rimanendo estinte quante persone vi si trovavano”.
A memoria e suffragio delle famiglie distrutte fu costruito il Santuario dedicato a Santa Maria Assunta, nello stesso posto in cui, tra le macerie, fu rinvenuta la statua lignea raffigurante la Vergine con il Bambino in braccio, che si conserva ora nella chiesa parrocchiale di Pizzino.
All’esterno della chiesa è ben visibile una vecchia fontana sulla quale compare lo stemma in pietra più antico della valle (s’individuano scolpite tre bande che dovrebbero significare i tre affluenti principali dell’Enna: Casere, Salzana e Valle Asinina.
In poco tempo, anche per la grande fame, arriviamo alla macchina e scendiamo a Sottochiesa per il meritato pranzo e per l’acquisto di salamelle e formaggi nostrani.
Quasi…quasi…
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