EDO & GALDI
E chi se l'aspettava?
L'Eremo di San Colombano è stato il classico coniglio uscito dal cilindro, l'ultima sorpresa di domenica 10 giugno 2018 che già ci aveva elargito tante emozioni a partire da quella levataccia all'alba (ben ripagata però) che era stato il primo passo verso la riscoperta del Pasubio, con la famosa Strada storica militare delle 52 gallerie, il rifugio gen. Achille Papa e la Strada degli Eroi, probabilmente la più bella ed entusiasmante tra le escursioni nelle Prealpi Venete. E' proprio ritornando da questa stupenda montagna, quando ancora il sole era lungi dal dispensare gli ultimi raggi, che con la coda dell'occhio vedo la sagoma di una chiesetta incastrata su una parete di roccia. "Hey, l'hai vista Ely? Ferro, tu?". Una telefonata veloce agli occupanti dell’altra macchina: “Pier, ci fermiamo? Nooo?”. Andiamo avanti, memorizzando quella piccola meraviglia e mi ripropongo di tornarci …prima o poi.
Domenica gli amici della UOEI vanno nel veronese. E così arriva il giorno giusto: andiamo là, a ...come si chiamava? Boh, nemmeno la località mi ricordo ... però dopo l'ennesimo sforzo di memoria partiamo e arriviamo a Trambileno! Dalla strada del Pasubio vediamo l'eremo e prendiamo la stradina che scende fino all'orrido scavato dal Leno di Vallarsa. Nel mezzo di una suggestiva parete rocciosa a
strapiombo, come una gemma incastonata in un anello, a circa 120 metri di
altezza dal letto del fiume si trova l'Eremo dedicato a San Colombano. Parcheggiamo
l'auto e iniziamo un brevissimo sentiero che dopo qualche centinaio di metri
lascia spazio a una scalinata di 102 gradini scavati a mano nella roccia
(probabilmente dagli eremiti stessi) che costeggia la montagna. L'Eremo sta lì
da oltre un millennio, o meglio, una scritta incisa sulla roccia accanto al
campanile farebbe risalire la Grotta degli Eremiti al 753, quando un "Pio
Uomo" proveniente da Bobbio (PC) e in cerca di un luogo dove isolarsi dal
mondo trovò questa grotta naturale. Anche sulla chiesetta ed il romitorio la
storia si mischia a leggenda, ma c'è accordo nel ritenere che vennero costruiti
probabilmente intorno all'anno 1000 anche se il primo documento che testimonia
l'esistenza della chiesa di San Colombano è del 1319. Una serie di didascalie
mostra la storia dell'Eremo e l'amore del Comitato Amici di San Colombano
che dal 1996 custodisce e preserva questo gioiello, dopo averlo
completamente ristrutturato e rimesso in sesto dopo decenni di incuria e vandalismo. La visita comincia nella cappella, dove è conservato un affresco
del XIX secolo di pittore ignoto. Da lì attraverso pochi gradini si sale
alla Grotta dell'Eremita che venne occupata fino al
1781, anno in cui venne abolito l'eremitaggio da Giuseppe II d'Asburgo. Sopra
si trova il campanile ed una saletta dove ci sono fotografie e documenti
originali. Uno degli affreschi
racconta la leggenda più nota legata all'Eremo: la lotta tra San Colombano e
il drago che viveva nei coveli (le
grotte naturali) sotto il tetto naturale formato dalle rocce. Ma altre sono le
storie che avvolgono questo luogo magico, dalla peste dei gelsi cessata per
l'intervento del santo alle processioni per chiedere la fine della siccità nel
XV secolo.
Dimenticavo: il Santuario è aperto solo al pomeriggio. Perciò la programmata bella escursione mattiniera al Lago di San Colombano, situato nella Bassa Vallarsa presso Rovereto, precede la visita. Questo lago è noto per la sua forma lunga: è un bacino artificiale, situato nella gola delle montagne, molto suggestivo per il colore dal blu profondo al verde smeraldo delle sue acque. Il sentiero, messo in sicurezza, permette di costeggiare tutto il lago e di passare vicino alla diga.
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