Edoardo e Galdino
Incò l'è gioedè grass
“La cosa curiosa del silenzio è che, per poterlo ascoltare e godere, sei tu per primo a dover fare silenzio. Per sentire che cosa c’è sotto, devi tacere. In questo modo percepisci il mondo e un pochino anche te stesso: avverti ciò che ti circonda e anche le emozioni si fanno più forti. Forse questo succede perché, quando non facciamo rumore, quel che pian piano si sente sono suoni non umani, qualcosa che non fa parte delle nostre abitudini. Si avverte l’’animale, o un fruscio senza nome, le rocce rotolare dalla montagna, il respiro di una massa di neve che si muove, rami che si spezzano,… Sul silenzio raramente comandiamo noi, e magari è proprio questo che intimorisce qualcuno: non avere il controllo, dover stare vigili; qualcosa che rimanda a epoche lontane, tempi in cui nel bosco c’erano il lupo o l’orso (o il brigante): E poi, se il silenzio ti fa ascoltare quel che hai dentro, forse non tutti sono contenti di quel che sentono, a qualcuno fa più comodo dimenticarselo, o coprire quella voce preferita: dipende dai conti che hai fatto con la coscienza, o se non li vuoi fare, se sei tranquillo o no. Altri, semplicemente, non accettano l’idea di poter aver paura, quindi fanno baccano proprio per non doversi nemmeno mettere alla prova”.
Tratto da BASTA POCO di Mario Curnis - 2023 - Rizzoli.
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