venerdì 28 febbraio 2025

 Edo, Ezio e Galdino


Il Borgo di Corenno.
Posato su uno scoglio di scisto micaceo.
Venne aggiunto il titolo di Plinio nel 1863.
Le case si arrampicano in cordata serrata su uno staglio della rupe
che domina questo tratto di sponda.

Librery Boat





Perdetevi per le salite e le traverse,
scoprite portoni e portali in molte forme, dimensioni e colori.



I primi gradini sono intagliati nella roccia viva e si può leggere la data 1686 dei lavori che si fecero alle scalinate.
Accanto alla data un'aquila stilizzata, forse l'aquila imperiale di Carlo II di Spagna.


Castello: Torre a Vela

Il Castello, 1363-1370, costruito sui ruderi di una rocca più antica.


Il sepolcro, appoggiato al castello,
si trovava nella chiesa dove venne innalzato nel 1371.

Originariamente nella chiesa, venne trasportato all'esterno nel 1870.

I simboli degli Evangelisti al centro del sarcofago. 

Sul sarcofago, da sinistra a destra:
San Pietro, San Giovanni Battista, la Madonna con Bambino,
il Vescovo, Santa Caterina

A sinistra la statua dell'Annunciazione,
al centro il Cristo nel sepolcro, a destra la statua della Madonna.

I grandiosi Sarcofagi Andreani, secolo XIV:
due appoggiati al muro della chiesa e uno appoggiato al castello.

Scalinata del Molo




Avanzi di torri ed arcate nelle vie del paese, anticamente dette calloggie.


La Chiesa dedicata a San Tommaso di Canterbury,  anno 1150-1250 circa. Campanile anno 1711.
Il piazzale della chiesa già cimitero fino al 1820.

Palazzo Candiani - La loggia, secolo XVI-XVII

La Centrale elettrica Bonomi, primi anni 1920:
quando gli edifici industriali erano belli come Cattedrali
.




Affresco secolo XIII-XIV: Apostoli e Vescovo

Affresco secolo XIII-XIV: Madonna in Trono 1538

Affresco secolo XIII-XIV: martirio di Santa Apollonia

Affresco secolo XIII-XVI: Madonna in Trono e Re Magi

Affresco secolo XIII-XIV: San Cristoforo e San Francesco

Castello: Torre Quadrata


domenica 16 febbraio 2025

 Galdino


Una forte brina mattutina fa “capire” la bella giornata di sole del pomeriggio. Perciò abbandono il mio quotidiano e duro allenamento di “divaning” e vado per …cime innevate vista lago: il castello di Vezio. Il toponimo è di probabile origine romana: vari autori attribuiscono al castello una prima fase riconducibile a una funzione di centro militare strategico tardo romano a guardia della strada che da Bellano conduceva a Esino Lario e punto d’avvistamento e segnalazione dominante l’intero lago. Giunti sulla terrazza panoramica, si apre alla nostra vista un tale panorama che non potrà non stupire per la bellezza e maestosità. Avvicinandoci alla balaustra ci si accorge di essere a strapiombo su Varenna e davanti a noi vedere il lago di Como in tutto il suo splendore, tagliato dalla penisola di Bellagio nei suoi famosi due rami. Cominciamo a incontrare i “Fantasmi di Vezio”, sculture bianche realizzate ogni anno in estate grazie ai turisti che si offrono volontari mettendosi in posa dopo essere stati ricoperti di garza e gesso e rimanendo immobili per circa un’ora; trascorso tale tempo gli viene sfilata la scultura che rimane nel castello fino a quando il maltempo invernale la distrugge. Nella parte bassa del Castello, dopo aver passato alcuni angoli panoramici suggestivi, si trova l’ingresso dei sotterranei, un avamposto della linea difensiva Cadorna (1915-1918) che avrebbe dovuto contrastare un eventuale tentativo d’invasione tedesca dalla conca di Menaggio. Fare attenzione ai gradini molto consumati dal tempo, ma soprattutto, a quello che troviamo: qualche licenza ludica e scherzosa nell’allestimento …ma si sa che ogni castello ha le sue leggende e le sue segrete. Risaliti, ci troviamo al “Giardino degli olivi”: tramite un portone di legno, entriamo all’interno delle mura che circondano la torre. Si ripercorre cronologicamente la storia del territorio, dalla preistoria al medioevo, con un’esposizione sul Lariosaurus, un rettile acquatico di medie dimensioni, che viveva nei dintorni di Perledo. Una scalinata in sasso permette di accedere, passando su un ponte levatoio, alla torre, con la possibilità di raggiungere la sua sommità. Da qui la vista a 360° del lago di Como è ineguagliabile. All’interno della torre, un’esposizione di armi, vestiti e armature creano uno spaccato del periodo alto medioevo e delle sue vicissitudini. Anche la regina Teodolinda ha il suo spazio: si narra che abbia trascorso i suoi ultimi anni a Perledo. Nella corte, non si può non salutare Artù, un bellissimo e maestoso gufo reale. Mentre esco dal castello, guardandomi intorno, mi accorgo di trovarmi in un luogo climaticamente particolare: la vegetazione continentale e alpina presente sul lato nord del Castello, caratterizzata da castagni, noccioli, abeti e larici, lascia spazio nella zona esposta verso il lago a una flora mediterranea caratterizzata da olivi, agavi, rosmarini, palme e piante grasse.