GALDI & S.VITTORE
8 Maggio 2021
Dopo dieci duri
giorni di lavoro ho dato un “taglio” (siepe, prato,…) e oggi torno a
“bighellonare“: vado in Val Taleggio, la piccola Svizzera orobica, nei dintorni di Pizzino. Nel bel giro ad anello che avevo “materializzato”
ed eseguito mesi prima non avevo potuto raggiungere la CHIESETTA DI S.
ANTONIO causa, essendo posta in luogo freddo e ombroso, neve e ghiaccio. Così nel
cercare sue notizie in “interdett” mi sono imbattuto nella GROTTA DEI
PARTIGIANI. Pronti…via! Si va a cercarla! E senza perdere troppo tempo perché
voglio vederle tutte e due!!!
CHIESETTA DI S. ANTONIO. In località Staviglio, nascosta dagli
alberi, si trova la piccola chiesa di S. Antonio, datata 1483. Il sagrato è il
manto erboso con un semplice passaggio pedonale in porfido a ridosso della
facciata. A due falde con il tetto, in legno, ricoperto di piöde e il campanile
a vela sulla linea di colmo. Chiusa! Peccato! Ma da una finestrella lasciata aperta.....
GROTTA DEI PARTIGIANI. Il luogo, selvaggio
ed emozionante, si trova lungo la dorsale destra orografica del torrente
Salzana, nella Valle della Madonna. L’antro che vi si affaccia è attraversato
dal piccolo corso d’acqua che scende dalla Valle dello Zucco e che nell’ultimo
tratto della soprastante località Vaccareggia vi ha scavato una profonda e
stretta forra prima di gettarsi all’interno della grotta creando una cascata a
scivolo sulla nuda roccia ben levigata e sagomata dalla forza dell’acqua. Si
entra in un paesaggio di roccia tufacea, piccole e grandi fenditure che creano
caverne ovunque e che a tratti è ricoperta da bellissimo muschio giallo. L’ingresso
della grotta accessibile solo bagnandosi i piedi con l’acqua cristallina e
gelida. All’interno il fragore della cascatella, sempre molto ricca di acqua,
vi lascia immaginare quale condizione di vita hanno dovuto affrontare i
rifugiati del tempo. Questo
luogo è stato teatro dell’ultimo dramma di una lunga e dolorosa serie di
avvenimenti che sconvolsero la Valle Taleggio dopo l’8 settembre 1943. Con
l’inizio della lotta partigiana, qui organizzata nell’86esima brigata
Garibaldi, si verificarono gravi e dolorosi disagi per le comunità locali
dovendo subire a lungo soprusi e distruzioni. Dopo l’uccisione di Evaristo
Galizzi, Giorgio Issel, Marsel Jabin durante l’attacco del 4 dicembre 1943 al
gruppo di partigiani che si era stabilito a Cantiglio, contrada
dell’antica parrocchia di Pizzino, si deve ricordare in particolare il poderoso
rastrellamento nazifascista del 27 giugno del 1944 che portò saccheggi e
distruzioni in tutta la valle e in particolare a Pizzino dove oltre alla
scuola, ad abitazioni e stalle, fu bruciata la casa parrocchiale (la reggia
della Valle Taleggio) con il suo straordinario archivio storico e gli antichi
paramenti della chiesa. Il parroco, don Valentino Ongaro, ricercato speciale,
avvertito per tempo riuscì a rifugiarsi sugli alpeggi. L’epilogo, ancora una
volta drammatico, avvenne l’11 aprile 1945, quando i nazifascisti, guidati da
infiltrati, durante un ultimo rabbioso e vendicativo rastrellamento, uccisero
ancora. I morti della grotta dei partigiani furono Giulio Bellaviti di Pizzino
e Virgilio Arnoldi di Sottochiesa: 14 giorni dopo finiva ufficialmente la
guerra. A memoria resta solo quel vago toponimo di Grotta dei partigiani.
Le foto
durante la “stagione fredda” sono
degli amici Alvin, Ivan e Gino.
“UN VERO VIAGGIO DI
SCOPERTA
NON E’ CERCARE NUOVE
TERRE
MA AVERE NUOVI OCCHI”
(Marcel Proust)
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