GALDI - 12 maggio 2021
Parto da Valtorta: salgo
ad ammirare lo spettacolo di un’immensa distesa fiorita di crocus sui prati colorati
che si aprono improvvisamente tra la fitta e oscura vegetazione del Monte
Pigolotta. Poca gente in giro. Come mai? Si sono spaventati per le due gocce di
acqua di ieri? Io, furbo, seguo comodamente la strada agro-silvo-pastorale.
All’inizio, cementata, ha una pendenza da “salita
in Paradiso”; poi, diventata sterrata, si respira! Dalla fitta ed alta
vegetazione di abeti che caratterizza la zona, entro in una grande radura
prativa ondulata contornata in alto da varie baitelle.
Subito l'ambiente
appare idilliaco: prati dolci, ben tenuti e un ampio panorama su Corna Grande,
Campelli verso Sud; Menna e Arera verso Sud-Est; Pradella, Monte Spondone,
Pietra Quadra e Farno verso Est; Monte Secco e Pegherolo verso Nord-Est; Tre
Signori, Cima Fontane e Pascaniello verso Nord. Passo dalla Baita “Villa Mery”
e d’improvviso mi si presenta una meravigliosa distesa di crocus bianchi,
viola e lilla… porca miseria! La fioritura è già finita! Essendoci stata tanta
neve avevo pensato che i bulbi erano stati “riparati”
dal gelo e, perciò, la fioritura fosse un pochino più avanti. Grande
delusione!! Lo spettacolo dei no-crocus è degnamente sostituito da quello di tanti
altri fiori, tra cui le violette bianche-gialle, le genzianelle blu, i fiori bianchi
dei ciliegi selvatici, gli azzurri di nontiscordar (sono solo quelli che
conosco!). Raggiungo quindi, al centro dei prati, la piccola e graziosa cappella
di legno (datata 24 settembre 1972) e da lì ammiro, meravigliato, lo spettacolo
dei prati contornati dalle cime ancora innevate. Percorrendoli gli scatti
fotografici non si contano! Mi godo la rilassante tranquillità della zona.
Prima del rientro breve
visita al piccolo centro di Valtorta. Mi sarebbe tanto piaciuto che si fosse chiamato
Val Torta! Pazienza!
Sulla strada del
ritorno sarebbe stato un grosso peccato non fermarsi a Cassiglio per osservare
la Danza Macabra del maestro Baschenis. Originari da quella che anticamente si
chiamava Valle de’ Averaria, attivi dalla metà del Quattrocento e noti per la
loro abilità nella tecnica dell’affresco. Una bottega di famiglia tramandata da
padre in figlio per 150 anni.
Se vuoi vedere la splendida
fioritura dell’infinità di bulbi di crocus bianchi in maggioranza, ma anche
viola e lilla che colorano, come un tappeto fiorito, i verdi prati delle Baite
della Pigolotta CLICCA QUI. Ehiiii! Ti ho detto CLICCA QUI. Maggio 2019 con gli amici scarponi Edo e
Ezio.
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