Edo, Ezio e Galdino
Ess mia a bola!
Ciao inverno, benvenuta primavera! Violette, magnolie, margheritine, denti di leone …e poi mimose, camelie, forsizie, piante da frutta, … finalmente è tutto un fiore. Perché non lasciarsi incantare dalla “grande bellezza” della natura che si risveglia? Peccato solo che dalle mie foto non si senta il profumo inebriante che c’è nell’aria. Penso che ci sia qualcosa di meraviglioso in questo spettacolo che lascia senza fiato. Lo fa attraverso un’esplosione di colori e profumi: non resta che fermarsi a contemplare il silenzio delle corolle e dei petali che si donano candidi e inesauribili. Che bellezza!
Il nostro giro si svolge nel territorio degli Almenno, ricco di storia e arte. Oltre ai resti medioevali sparsi nel territorio, il corso del Brembo, le varie cascine, i vigneti, vanno segnalate le varie chiesette (!) toccate: la Rotonda di San Tomè, splendida testimonianza romanica; la Chiesa di San Giorgio (il Drago!), con ricchi cicli di affreschi realizzati dal XII al XV secolo; la Chiesa di San Nicola, con il suo Convento, del XV secolo circondata da ettari di vitigni;… Ma la nostra maggiore curiosità è il Santuario della Madonna al Castello dopo riapertura …per fine restauro! Monumento di rara bellezza e testimonianza storico-artistica di grande fascino. Tre sono i corpi di fabbrica che la costituiscono, ben distinti tra loro ma organicamente uniti: la Cripta del VII-VIII secolo, la Pieve di San Salvatore del IX secolo e il Santuario del XVI secolo. Non sono la persona più preparata per spiegare tutta questa bellezza, ma un paio di chicche le posso riportare. Io consiglio le poche persone che non lo hanno ancora fatto, di farci una visita … altrimenti interdett! La prima: all’epoca della dominazione longobarda Almenno era “curtis regia” e il “palatium” dei re deli Longobardi doveva essere fornito di una cappella gentilizia: la cripta. Questa aula sacra è un ambiente severo e suggestivo: quattro robuste colonne con capitelli decorati, recuperate da preesistenti edifici di epoca romana, sostengono le basse e irregolari volte a crociera. Il semplice altare, ornato da una Crocifissione del XIV secolo, ospitava una colomba metallica contenente reliquie della Santa Croce e del Velo di Maria, come testimonia l’iscrizione sopra l’affresco. Era ed è particolare la devozione in occasione della Candelora. La seconda: la facciata dell’altare nasce come “teca” per l’immagine sacra: ne è segno lo splendido tempietto ottagonale che ne cinge l’altare e dove è conservata una Madonna bizantina del XII secolo dal caratteristico viso ovale.
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