SONCINO
Un percorso turistico (!) nel borgo di Soncino per ammirare i principali monumenti all’interno della cerchia muraria e una meraviglia a pochi passi (!) nella campagna circostante. Le origini di Soncino sono ancora avvolte nel mistero. L’ipotesi più plausibile è una fondazione celtica, come sembrerebbe indicare l’etimologia del nome (So Kin, re delle acque). La tradizione storica indica nella chiesa principale di Soncino, Santa Maria Assunta, costruita addirittura nel 412, la prima Pieve della diocesi di Cremona. La prima struttura militare è probabilmente stata trasformata nel Palazzo Comunale con la sua Torre Civica nel XII secolo. Il 1118 è una data fondamentale: il Comune di Cremona acquista Soncino e il suo territorio dai conti Gisalbertini di Bergamo. Al XIII secolo risalgono la prima cerchia di mura. Il 1311 è il periodo di maggiore autonomia sia politica sia economica nell’orbita della fazione ghibellina. Nella prima metà del XV secolo i Domenicani fondano il Convento di San Giacomo nel luogo in cui sorgeva già una chiesa di origine romanica con il trecentesco campanile ettagonale, probabilmente unico in Italia. Prima ancora esisteva un ospitale per il ricovero dei pellegrini diretti alla tomba di San Giacomo, da qui il nome della chiesa. L’intensificarsi dei conflitti tra Visconti prima e gli Sforza poi contro la Repubblica di Venezia, costringe una massiccia fortificazione del borgo: una nuova cerchia muraria realizzata poco dopo la metà del 1400 e soprattutto la Rocca sforzesca costruita tra il 1473 e il 1475, grazie al duca Galeazzo Maria Sforza, rimangono ancora oggi i simboli di Soncino. Il Museo della Stampa occupa un edificio risalente al XV secolo, è stato inaugurato in occasione dei cinquecento anni dalla stampa della prima Bibbia Ebraica avvenuta nel 1488. S’intreccia con le vicende di una famiglia di ebrei provenienti dalla Germania, ottenendo dal Duca di Milano Francesco I Sforza la condotta per esercitare il prestito di denaro a pegno. La fondazione del Monte di Pietà ne ostacolò il lavoro invogliandoli a intraprendere una nuova attività, quella di stampatori. Seguendo un’usanza degli ebrei italiani, la famiglia prese “Soncino” per cognome e applicarono la tecnica della stampa a caratteri mobili inventata da Gutenberg. Stamparono, in un quarto di secolo, quasi un centinaio di edizioni in volgare, in latino, in greco e molte edizioni in ebraico portando l’arte della stampa a un elevato livello qualitativo. Mamma mia! Quanti ricordi per il sottoscritto!. Nel 1536 il Ducato di Milano passa sotto il controllo di Carlo V di Spagna. Soncino diventa un marchesato sotto la famiglia Stampa. Inizia un’inesorabile decadenza politica ed economica. Saranno però gli Stampa a contribuire alla decorazione del gioiello artistico di Santa Maria delle Grazie (da vedere AS…SO…LU…TA…MENTE!!!). Un esempio bellissimo di architettura rinascimentale risalente al 1492. Un'unica navata coperta da volta a botte fiancheggiata da dieci cappelle. L’arco trionfale e la volta del presbiterio, come le volte e le pareti dell’abside, sono opera di Giulio Campi. Nell’ottocento fiorisce l’allevamento dei bachi con la nascita di filande per la produzione della seta. Il Museo della Seta (orari un po’ particolari!), ubicato nell’ex filanda Meroni, raccoglie testimonianze e attrezzi di quest’attività. Veniamo al punto principale della mia visita: la Rocca o Castello Sforzesco. Sarò breve …non come il giro che ho fatto tra cortili, ponti levatoi, sotterranei, sale, torri e …spalti merlati! II Rivellino: era un cortile fortificato, collegamento tra la Rocca e l’esterno, e costituiva uno sbarramento fortificato, che doveva assorbire gli sforzi di sfondamento degli assalitori; due scale scoperte permettono tuttora la salita allo spalto. Si accede attraverso un ponte levatoio con un massiccio ponte merlato. La Rocca: un piccolo cortile con quattro torri agli angoli collegate da massicce cortine murarie, percorse da camminamenti con spalti merlati. La Torre del Capitano: una scala interna conduce dal sotterraneo all'abitazione del castellano. La torre è costituita da vari locali sovrapposti. Il locale a piano cortile è dotato di un grande camino. Un'apertura nel muro orientale ospita il pozzo per l'acqua a uso domestico. La stanza superiore, con pozzo e latrina, era collegata sia allo spalto settentrionale sia a quello occidentale da porte levatoie. La Torre del Capitano costituiva l'estrema possibilità di resistenza e difesa, da qui gli assediati potevano raggiungere l'uscita verso Santa Maria delle Grazie. Le torri a base quadrata: poste agli angoli sono identiche. Due porte conducono, per ripide scalette, l'una al sotterraneo costituito da due ordini di locali sovrapposti (scuderia), l'altra al piano superiore della merlatura. La torre a base circolare: era la torre più esterna della rocca. La sua forma circolare la rese più resistente ai colpi dell’artiglieria nemica. L'originalità della torre è sorta dalla necessità di adeguare a baluardo un torrione che, con altri otto, costituiva la barriera delle mura del borgo. Sopra il tetto conico era posto un piccolo osservatorio aperto chiamato Befredo che permetteva di vedere per decine di chilometri il territorio. Il grande fossato che circonda la rocca era diviso in tre settori: permanentemente inondato d'acqua il primo verso la campagna …iI resto è da scoprire…
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