16 - ASSUNZIONE DI MARIA
DISDIROLI - Località per Neverola
Contesto.
Sulla strada agro silvo-pastorale che dalla frazione di Disdiroli
porta alla località Neverola (inizio strada del Ruculì).
Tipologia architettonica e dimensioni.
Santella isolata: cm. 130 x 326 x 100 (cm. 82 x 144 x 64).
Tema sacro.
La Madonna Assunta “vola” tra le nuvole seguendo con lo sguardo
il raggio di luce che gli indica la strada da percorrere verso il cielo che si
apre al suo passaggio. Il volto di Maria è liberato da ogni legame terreno e
s’innalza verso l’alto fra stupore e commozione. La sua aureola è fatta di
mille stelle. Due cherubini tengono in mano un giglio (purezza, innocenza,
verginità) e un ramo di palma (vittoria, immortalità): sembrano delimitare il
confine tra la terra e il cielo. Sulla parete di sinistra S. Rocco e su quella
di destra S. Antonio Abate. Sulla volta un bellissimo cielo stellato: la stella
è il simbolo della vita eterna dei giusti.
Iscrizioni.2001 / CALDEROLI ATTILIO / R. POLIMENI 2002
Tecnica di costruzione.
Esteso ed ampio inginocchiatoio (cm. 200 x 200) in pietra.
Alto basamento con lapide e scritta in rilievo. Colonne laterali e volta in
pietra con decorazioni di rose in rilievo. Fregio in pietra con data in rilievo
al centro della volta. Croce sopra il fregio in rilievo. Timpano in pietra.
Tetto a capanna con il lato sinistro che si sovrappone a quello destro.
Pavimento in pietra leggermente debordante dalla base per
tutto il perimetro della nicchia. Piccolo zoccolino in marmo alla base delle pareti.
Cancelletto in ferro lavorato con decorazioni (foglie).
Tecnica artistica.
Pitture murali. Fiori artificiali. Lumino acceso.
Stato di conservazione della santella.
Buono stato di conservazione. Non presenta alcun genere di
alterazione.
Stato di conservazione dell’oggetto sacro.
Stato di degrado leggero. Le pitture sono intaccate solo
nello stato superficiale: minima scoloritura,...
Note storiche-curiose.
Appartiene alla famiglia Calderoli Attilio.
S. Rocco: bastone, mantello, cappello, borraccia e
conchiglia sono i suoi ornamenti; la preghiera e la carità la sua forza; Gesù
Cristo il suo gaudio e la sua santità. Il cane lo trova, malato di peste, e lo
salva dalla morte per fame portandogli ogni giorno un tozzo di pane.
S. Antonio abate: caposcuola del Monachesimo. Ricoperto da
un rude panno, è considerato patrono di tutti gli addetti alla lavorazione del
maiale, vivo o macellato, e di quanti lavorano con il fuoco, come i pompieri,
perché guariva da quel fuoco metaforico che era l’herpes zoster (fuoco di s.
Antonio). La leggenda popolare narra che s. Antonio si recò all’inferno per
contendere l’anima di alcuni morti al diavolo e mentre il suo maialino, sgattaiolato
dentro, creava scompiglio fra i demoni, lui accese col fuoco infernale il suo
bastone a ‘tau’ e lo portò fuori insieme al maialino recuperato per donarlo
all’umanità, accendendo una catasta di legna.
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