13 agosto 2017
Erano
parecchi anni che non salivo in cima al Resegone. Ma cosa volete che vi dica! Sapete
bene che le cose sotto il naso sono quelle che non si trovano mai!! Resegone:
un nome famoso anche per chi non è di queste parti. Manzoni lo descrisse nel
primo capitolo dei Promessi Sposi: "il
Resegone, dai molti suoi cocuzzoli in fila, che in vero lo fanno somigliare a
una sega: talché non è chi, al primo vederlo, purché sia di fronte, come per
esempio di su le mura di Milano che guardano a settentrione, non lo discerna
tosto, a un tal contrassegno, in quella lunga e vasta giogaia, dagli altri
monti di nome più oscuro e di forma più comune". Beh, lasciamo
da parte i ricordi della scuola e veniamo ad una realtà fatta di rocce bianche,
prati verdi e panorami che lasciano a bocca aperta.
Oggi, "stremato" dalle continue escursioni con gli amici della UOEI, decido che è
assolutamente necessario andarci partendo un po’ più tardi del solito e con la voglia
di non andare troppo lontano. Parcheggio l'auto alla “sbarra” di Brumano (per la verità circa 500 metri prima per il
gran “casino” di macchine che
c’erano): di solito lascio la macchina in paese (Fuipiano Imagna) ma decido di non
sgranchire troppo le gambe perché le sento ancora un pò imballate dopo la Val
Varrone del giovedì precedente. Percorsa la strada silvo agricolo-forestale e
bevuto un buon caffè all’agriturismo “Il
grande Faggio”, entrando nel bosco, si sente anche a quest'ora un bel fresco:
le temperature si sono notevolmente abbassate ultimamente e non sembrano quelle
di agosto. Meglio così! Il percorso regala dei magnifici scorci sul Due
Mani, sulle Grigne e su Morterone. Ogni tanto nella vegetazione appare anche
il Resegone e...com'è lontano!! Prendendomela con calma arrivo al passo del
Giuff e imbocco il sentiero per la Val Caldera seguendo le chiarissime
indicazioni. La conosco avendola già fatta un paio di volte e me la ricordavo
selvaggia e silenziosa. La val Caldera stupisce per il suo silenzio: sembra
lontana mille miglia dalla croce di vetta piena di gente!! Vedo un sacco di uccelli
(rapaci?) in volo: è bellissimo vederli planare vicino e lontano. Più avanti
sento anche cadere dei sassi: guardo in alto e vedo un camoscio che si aggira
tra prati e rocce. E' un sentiero molto bello e panoramico, che regala da
subito magnifici scorci verso le creste del Resegone e verso il versante
che da su Morterone, sulla valle Imagna e sulle Orobie. E' poco
frequentato, ma merita davvero una visita, e corre in costa, tra cespugli di
rododendri fioriti e molti altri fiori colorati, a metà strada tra il
sentiero delle creste (per escursionisti esperti) e quello battutissimo delle
Forbesette. E' alla portata dell'escursionista medio: c'è un primo passaggio
attrezzato con una catena che risale un canalino scosceso e franoso, poi dopo
un altro tratto panoramico in costa, si giunge alla Val Caldera vera e propria,
si attraversa un costone roccioso a strapiombo piuttosto esposto ma
facile, reso sicuro da una lunga catena. Poco prima di questi
passaggi, un lungo "scorsone"
nero mi attraversa la strada, così rapido da non lasciarmi il tempo di
fotografarlo. A questo punto il sentiero attraversa una lunga pietraia
tagliando in piano tutta la valle, e qui vedo da lontano altri camosci che
più in alto risalgono le rocce. Il sentiero comincia a salire deciso sul
costone e mi conduce, con un lungo e faticoso strappo da cui si comincia presto
a vedere la croce, proprio sotto la vetta, in prossimità del rifugio
Azzoni. C'è parecchia gente in giro e fare delle foto decenti in mezzo a
questa "folla", soprattutto
sulla cima, non è facile. Chiedo se, per caso, il Renzi o il Salvini tengono un discorso politico: avrebbero trovato più gente qui che nelle grandi città! Neanche una nuvola
che, ogni tanto, così per sbaglio, copra il sole: in compenso un bel
venticello rinfresca per bene, e fa dimenticare l'afa della pianura. Non c'è
l'emozione della prima volta, ma la soddisfazione per aver riscoperto questo
sentiero mi riempie comunque di soddisfazione. E' sempre molto
bello vedere una cima già raggiunta da un nuovo punto di vista. Resto un pò
seduto li, sotto la croce, a guardare il panorama, poi vista la quantità di
gente che va aumentando (è arrivato pure un numeroso gruppo di ragazzotti che
fa un gran baccano! E’ proprio vero che i “coglioni”
vanno sempre in coppia!!), dopo una breve sosta riposante, decido di iniziare
la discesa. Si parte con il solito sentiero sassoso in cui non bisogna
assolutamente inciampare; poi il sentiero entra nel bosco che, a parte brevi
tratti, mi ripara dal caldo il quale, man mano scendo, si fa più intenso, e mi
accompagna praticamente fino al rifugio Resegone gestito dagli amici del CAI di
S. Omobono Terme. Un veloce saluto e poi riparto deciso: la stanchezza e il caldo
cominciano a farsi sentire. Arrivo alla macchina sudatissimo ma soddisfatto. Mi
cambio e torno purtroppo all'afa (??) di Locatello. Alla
prossima.
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