Noo! Una ovovia da prendere!!.
Appuntamento yes, appuntamento alla mattina prest! Il famosissimo e affiatatissimo gruppo UOEI di Bergamo ribattezzato "Faccio Fatica" si aggiudica un nuovo trofeo da porre in bacheca: il famoso sentiero Adolf Munkel Weg ai piedi delle Odle. La partenza è alle 5.00 nel piazzalone di via Canovine ormai punto di partenza di tutti i nostri appuntamenti da quando il Comune di Bergamo ci ha “negato” il permesso di adunata nel centro della città. Siamo in 40 nel seguente ordine ...A, B , C, D,… e i riti, le abitudini o consuetudini sono sempre le stesse: Adams 3 minuti di ritardo! Sosta prelievo bancomat...sosta rifornimento carburante…brevissima sosta per bere un buon caffè!
La meta da raggiungere è Ortisei (1258) per prendere prima l’ovovia per Funes (m1726) e poi la funivia per Seceda (m2456). Alle 9.20 parte il cronometro. Il gruppo è compatto come alla partenza del Giro d’Italia: voglio proprio vedere se anche nella tappa di oggi c’è l’arrivo in volata oppure per distacco.
Si ritirano i biglietti di salita e via ad aprire con l’ovovia. Dentro questo involucro mi sembra di essere la sorpresina dell’uovo Kinder. All’esterno i colori sono molto intensi: prati verdi, fiori di tutti i colori gialli, viola, rosa: è il lungo miracolo della natura che dopo il freddo inverno rinasce! Sul fondo, tra le nuvole, si vede la cima del Sassolungo: questi pratoni in inverno sono un magnifico spazio per gli sciatori.
Con la funivia arriviamo poco sotto l’imponente crocifisso in legno con statua: saliamo in vetta al Piz Seceda (m2518), panoramico balcone con vista delle montagne dell’Alto Adige fino a quelle del Trentino, della Lombardia e dell’Austria. Vicino a noi le Dolomiti: dalle Tofane allo Scillar, al massiccio del Sella, al Sassolungo, alla Marmolada e, chiaramente, alle stupende Odle. Chiudiamo la bocca "dilatata" dalla meraviglia e ci avviamo comodamente verso la Forcella Pana (m2447). Da questo punto dobbiamo scendere, con molta attenzione, per un ripido e stretto canalino attrezzato con cavi di sicurezza.
“Non bisognerà passa di li!!!"
Il gruppo si compatta. Alla vista del canalino nessuno più parla.
"Paura???"
“Noo” Solo un po' spaventata!".
Superiamo il primo “interminabile” tratto ma, dopo un costone, vi è un'altra parte un po' difficoltosa. Il sentiero è esposto ed in alcuni tratti ci sono ancora le funi per rendere alcuni passaggi più sicuri. Ora bisogna camminare in fila indiana, non troppo vicini uno all'altro e soprattutto evitando di tenersi alle corde finchè la persona che abbiamo davanti non passa al tratto successivo.
Iniziano i primi cedimenti morali.
“Dove metto il piede???"
"Beh! dove vuoi metterlo...!".
"Nuvoletta: "Ma è possibile che sono così imbranate!!! Ahhahahhaaaa".
Altri cedimenti nelle vicine retrovie: "Ma dove…bippp…siamo finiti…ma vafff…bippp…bipp…gita di biiippppppp".
"Ssssssss! Non farti sentire!"
"BBBBBBBBBBBBIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIPPPPPPPPPPPPP".
Ah dimenticavo: intanto nelle lontane retrovie il resto del gruppo ha qualche piccola difficoltà.
"No nessuna !!!!" Solo che a volte non si sa dove metter i piedi!”.
I capogita, seri professionisti, hanno una grande responsabilità: conoscere il percorso e le persone che stanno accompagnando, quindi devono fornire tutte le informazioni possibili sul percorso, i pericoli e dare tutte le raccomandazioni possibili.
"Roberta, mi raccomando...attenzione a non cadere !!! Guarda bene dove metti i piedi!!!”.
P.S: tutti bravi: teste basse e via ...si cammina (insomma!)...attenzione a non incespicare.
Alla base del canalino il sentiero cambia radicalmente aspetto e si addolcisce passando in mezzo a grandi pinete e verdi pratoni. Le ragazze sembrano più toniche e riescono anche ad alzare lo sguardo e a sorridere.
Se qualcuno a fatto “cadere l’occhio” sul settimo sasso al centro del sentiero avrà visto delle sfumature rossastre: solo una mia piccola caduta per provare la stabilità dello zaino!!! Un capogita, anche se “a riposo”, deve sempre testare il materiale, la pericolosità dei sentieri: insomma, deve sempre sacrifiarsi per il gruppo!!!!
Al bivio prendiamo il sentiero denominato Adolf Munkel Weg, il sentiero più panoramico delle Dolomiti, che tagliando le Odle in perpendicolare, ci porta prima alla Malga Gschnagenhardt (m2006) e poco sotto alla Geisler Alm (m1996), una tipica stube. In questo meraviglioso pratone verde, con l’incantevole vista sulle maestose Odle (in ladino “aghi” per la forma appuntita di molte cime di questo gruppo) e lo scenario mozzafiato della sottostante Val di Funes, ci rinfreschiamo con una fresca birra, accompagnata da una fetta di strudel fatto in casa (e chi l’ha visto!) e da un buon caffè approfittando dei lettini di legno disseminati nel prato sovrastante.
Ritornati sui nostri passi fino al bivio precedente, saliamo verso il rifugio Brogles (m2025). Una breve salita ci porta all’omonimo passo (m2119). Nell'ultimo tratto prima di giungere al passo il gruppo si allunga un pochino: la stanchezza dopo “orette” di cammino inizia a farsi sentire. Alcuni preferiscono prendere l’ovovia per scendere a Ortisei.
"Quanto manca???" Siamo arrivati???"
"Forza...Coraggio…siamo arrivati!! Robertaaa! Muovi quelle gambette!!”.
“Per favore vai...".
Un gruppetto dei “Faccio Fatica” preferisce il sentiero in “noiosa” discesa: l'ultimo tratto, prima di arrivare sulla strada maestra, è il più faticoso perchè è ripido con molte radici da evitare. Ma cosa volete farci! Un po’ di defaticamento ci voleva!!
Ogni balcone in legno tipico della Val Gardena e ogni finestra sono una fioritura unica con dei colori stupendi. "Chissà quanti ne hai visti!!!". Nessuno parla: troppo strapazzamento tra le file dei gitanti!!!!
Arrivatiiiiiiiiii!!! Fermo il cronometro: sono le 17.20. Faccio un cinque al Marcelo…ce l'abbiamo fatta!
Spudoratamente penso: “Beh! Pensavo peggio”. Riesco anche a sorridere: è un buon segno.
Regia: Mauro (nomination per la Statuetta d’Oro)
Aiuto regia: Gabriele
Sceneggiatura: Sandro
Tecnico Audio: zia Lele
Scemografia: Galdino
Tecnico Luci (di posizione): Marcello
Dialoghi: Elisa
Fotografie: tutti!
L'intero film è stato girato negli Studi delle Odle.
belli i titoli di coda, anche il testo è divertente, andrebbe bene per il Rododendro
RispondiEliminaBeh!! Divertente! Direi veritiero...almeno...dai volti di alcune veterane...sopravvissute!!! AAhhhAHHHaaaaaaaaaa!!!
RispondiEliminaTralasciando l'apporto eccessivamente ridotto di contributi fotografici, trattasi di cronaca degli accadimenti assai dettagliata, talora persino arricchita da talune sapide indiscrezioni che mai sarebbero state rivelate al mondo se non fossero state tanto subdolamente, quanto diligentemente carpite dallo scemografo ufficiale del gruppo! Ci si riferisce – come il lettore avrà ben inteso - al racconto della discesa lungo quel “ripido e stretto canalino” che tanto deve aver rasserenato l’animo di alcuni escursionisti mentre affrontavano – con sì encomiabile coraggio – il percorso stabilito dalla sagge guide!
RispondiEliminaDispiace soltanto per la lieve ferita riportata dall'impavido cronista nell'adempimento del proprio dovere: l’auspicio è che dal sommo Colle di Roma si provveda quanto prima a conferire al nostro eroe l’adeguato riconoscimento al valor civile!
Mi hanno conferito la "Grande Cialda alla Stracciatella" che dopo la Panascèe è il massimo riconoscimento che si può attribuire dopo una giornata così. Chiaramente non da Roma, pseudo capitale, ma da Bergamo, Città dei Mille (e qualcosa in più)...Sii!! Con le foto sono stato "discreto" nel numero...
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