sabato 27 maggio 2023

 GALDI, semper in gir
26 maggio 2023


“…il tagliere del formaggio, accompagnato da marmellata di cipolle e a quella piccante di pere, da noci, miele e un grappolo d’uva bianca. C’era la ricotta cremosa cosparsa di pepe appena macinato e olio d’oliva, il formaggio fresco alle erbe aromatiche e scaglie friabili di quello stagionato diciotto mesi. Scelgo un grissino ritorto di farina di mais e zucca per accompagnare il mio primo assaggio. L’ambiente profumava di botti, polenta arrostita e di travi antiche...”.

La mia ricerca di nuovi percorsi mi ri-porta, su consiglio di un amico taglialegna, a Songavazzo m640 in Alta Valle Seriana, con l’obiettivo di raggiungere il Monte Colombina, la sua bella Croce di vetta e i panorami sul Lago d’Iseo. Lascio l’auto presso un ampio parcheggio sull’altopiano del Monte Falecchio. Passo per il Plis (parco) del Monte Varro e seguo le poche indicazioni per San Fermo. Percorro un’ampia strada sterrata fino a raggiungere il letto di un fiume, salgo nel bosco superando alcuni strappi su terreno roccioso. Il percorso è sempre agevole e piacevole: il canto degli uccelli, il rumore delle motoseghe, il suonare dei campanacci delle mucche e il frinire dei grilli è una bella compagnia. Raggiungo la piana di Camasone (Camasù), dove il paesaggio, tra baite e roccoli, inizia ad aprirsi. Il panorama sulle Orobie è già uno spettacolo: il Pizzo Arera è lì davanti, mi osserva e mi chiama: grazie…ma ti conosco già!. Supero altri roccoli e raggiungo la sella del Monte Torrione. La sterrata diventa cementata nei punti (molti!) in cui bisogna per forza “tirare fuori la lingua”. Raggiungo la chiesetta di San Fermo m1250 che purtroppo è chiusa, …peccato!. Ora il paesaggio è prevalentemente erboso: proseguo “spedito” sempre su una bella strada sterrata e, al termine della stessa, inizio a intravedere la Croce di vetta del Colombina m1458. Il sole che splende sembra proprio volermi ricaricare per la erta salita finale: sono a due passi dall’obiettivo. Seguo la traccia che s’inerpica ripida. Durante la salita non posso fare a meno di voltarmi per osservare il Lago d’Iseo che si mostra in lontananza in tutto il suo splendore. La Croce di vetta è imponente e nelle vicinanze è anche presente un piccolo “altare” con indicati i punti cardinali e la direzione delle vicine montagne. Osservo il panorama e riconosco subito il Monte Guglielmo, il Monte Campione, il Muffetto e, dall’altro lato, le Orobie. Non mi resta che ritornare sui miei passi lungo il sentiero e iniziare la discesa attraverso un bel prato fiorito che mi porta sulla strada sterrata e quindi nuovamente a San Fermo. Proseguo ripercorrendo il percorso fatto all’andata. Mi godo ogni passo vista l’assenza di difficoltà tecniche e raggiungo Songavazzo. Ho ancora il tempo di seguire le indicazioni per il Cappello degli Alpini, un bel monumento posto nella zona alta del paese. Vale sicuramente la pena!. Mi fermo alla Casetta dei libri (Cà di Lèber), costruita con il legname del consorzio forestale della Presolana. Dentro si sente l’odore del legno che si mescola a quello della carta dei libri …tanti libri …centinaia di libri! Vicino alla sala di lettura, a cielo aperto, una panchina gigante, gialla e marrone. Ma la sua scaletta di legno fatta di libri giganti?. Non c’è più! Restauro? Uno sguardo sull’altopiano di Clusone. Un’ultima breve fermata al gigante di legno scaccia Covid: si chiama Gigante G, è alto cinque metri e ha una mano che funge da panchina ed è un pò un abbraccio alle persone che vogliono fare una fotografia insieme a lui.































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