17. 1945: LA LIBERAZIONE
IL NOSTRO INNO
1945. Bergamo. Comizio del comandante Fletcher con i membri del CLN dopo la Liberazione. |
Le forze partigiane potevano ormai contare su centinaia di
uomini armati ed addestrati: ottanta inquadrati nella 86A “Garibaldi” e venticinque
nella “Matteotti” in Val Taleggio, cinquanta nei “Cacciatori delle Alpi” in
alta Valle Brembana, duecento nella “XXIV Maggio” e duecentocinquanta nella “Fratelli
Calvi” in Valle Serina e nella zona di Villa d’Almè, più altri pronti ad
intervenire in caso di necessità. Dall’inizio di aprile ogni giorno fu un
susseguirsi di sabotaggi sulle strade e sulla linea ferroviaria, cattura di
prigionieri, fucilazione di spie, scontri armati.
Il 25 aprile 1945 i primi ad entrare in azione furono i
partigiani della “XXIV Maggio”, stanziata a Serina, comandati dal commissario di Divisione Mario Invernici e dal
capitano inglese Manfredi che nella nottata occuparono la caserma delle G.N.R. di
Zogno, la caserma della Brigata Nera e gli uffici della Forestale di San
Pellegrino, imponendo la resa incondizionata a tutti i fascisti.
Il 26 aprile
venne occupato San Pellegrino: i duecento fascisti presenti in paese si
arresero rapidamente. Dall’alta valle intanto scese la formazione “Cacciatori
delle Alpi” che liberò Piazza Brembana, mentre l’86A “Garibaldi” occupò San
Giovanni Bianco attaccando il presidio fascista che si arrese nel giro di poche
ore e danno luogo al alcune esecuzioni di elementi da tempo segnalati per la
loro attività anti-partigiana. I partigiani della “XXVI Maggio” decisero di fucilare a
Cornalba un gruppo dei militi della Forestale di San Pellegrino autori
dell’eccidio della fine del 1944. Causa un guasto, il
camion che li trasportava si fermò proprio sulla salita del laghetto di Algua e qui otto forestali furono fucilati. Arrivati a San Pellegrino tutti i partigiani si diressero verso Bergamo, fermandosi a Pontesecco, in attesa che si concludessero le trattative di resa, e dove era già arrivata la brigata “Vittorio Veneto”. Respinti dai cecchini presenti sulle mura di Città alta e arrestati dal posto di blocco nei pressi di Borgo Santa Caterina, il grosso dei partigiani attesero il giorno seguente. Bartoli e la “Cacciatori delle Alpi” si avviarono verso San Virgilio, occupando il colle senza trovare particolare resistenza.
camion che li trasportava si fermò proprio sulla salita del laghetto di Algua e qui otto forestali furono fucilati. Arrivati a San Pellegrino tutti i partigiani si diressero verso Bergamo, fermandosi a Pontesecco, in attesa che si concludessero le trattative di resa, e dove era già arrivata la brigata “Vittorio Veneto”. Respinti dai cecchini presenti sulle mura di Città alta e arrestati dal posto di blocco nei pressi di Borgo Santa Caterina, il grosso dei partigiani attesero il giorno seguente. Bartoli e la “Cacciatori delle Alpi” si avviarono verso San Virgilio, occupando il colle senza trovare particolare resistenza.
Nella prima mattinata del 27 aprile le formazioni
della Valle Brembana si diressero verso il centro, ad eccezione di venti uomini
della “XXIV Maggio” che si diressero verso Città Alta, che fu liberata in poco
tempo. Intanto in città, ma soprattutto in periferia, la tensione divenne
altissima. Nei pressi di Seriate una colonna fascista incontrò i partigiani
della 53A “Garibaldi” e alcuni della “XXIV Maggio”; caddero ventidue partigiani
e dodici civili. Un’altra colonna da Colognola si diresse verso Martinengo,
mentre una terza proveniente da Brescia aprì delle trattative con i partigiani,
evitando di entrare in città. In centro si scatenò la caccia al fascista e ai cecchini
repubblichini che sparavano dai tetti in direzione dei partigiani e dei civili.
Dopo lunghe ore di trattative con i tedeschi, in prefettura, brulicante di
partigiani, venne consegnata la dichiarazione di resa agli inglesi; essendoci
solo due inglesi a Bergamo i partigiani la stracciarono. Nella nottata si
scatenarono scontri tra partigiani e fascisti in rotta per tutta la pianura.
Gli scontri più sanguinosi avvennero a Seriate, Capriate, Cisano Bergamasco,
Caravaggio, Ciserano e Fara.
All’alba del 28 aprile, stremati da una notte di
combattimenti, una staffetta tedesca consegnò in prefettura la dichiarazione
di resa agli inglesi e agli italiani:
Bergamo è libera, Bergamo è antifascista!
Il 4 maggio ebbe luogo a Bergamo la sfilata ufficiale di tutte le
formazioni partigiane. Ma ben presto tutti i gruppi furono smobilitati, in modi
anche alquanto bruschi.
A San Pellegrino i partigiani della “XXIV Maggio” furono disarmati il 27 maggio sulla pubblica via da una ventina di carabinieri al comando di un capitano inglese.
Il giorno della Liberazione a Piazza Brembana.
Concludo questa mia ricerca in diciassette "pagine" con dei pensieri a me cari.
A San Pellegrino i partigiani della “XXIV Maggio” furono disarmati il 27 maggio sulla pubblica via da una ventina di carabinieri al comando di un capitano inglese.
Il giorno della Liberazione a Piazza Brembana.
“Non è possibile parlare di
Resistenza senza parlare di sentieri, di colline, valli e montagne. Per capire che cosa è capitato
dall’8 settembre 1943 al 25 aprile 1945 è necessario cercare di ascoltare
alberi, fiumi, colline, montagne, prendere uno zaino e infilarsi un paio di
scarponi.
Per ricordare bisogna
camminare, e il cammino diventa ricordo e scoperta: dentro la bellezza della
natura, si scoprono e si ritrovano la storia degli uomini e delle idee. Si ritrovano la storia e le
idee di quegli uomini e donne che dopo l’8 settembre 1943 scelsero di andare a
combattere in montagna per un muto bisogno di decenza”.
Primo Levi - Se non ora, quando?.
Se voi volete andare in pellegrinaggio nel
luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i
partigiani…”.
Piero Calamandrei - avvocato, padre costituente, giornalista, politico e docente universitario.
“Dio mio, quanto vi siete divertiti!”.
Italo Calvino - letterato e partigiano.
Grazie a tutte quelle persone che mi hanno seguito in questo racconto. Facciamo in modo che il 25 Aprile non resti solamente una giornata da picnic, da passare "fuori porta"...per non dimenticare!.
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