4.GLI ALTARI LATERALI
Scendiamo dal
presbiterio e esaminiamo i quattro altari laterali, due per parete. Sono
progettati da Luigi Angelini, come altari importanti ed eleganti. Le colonne
sono fatte di marmo e trovare allora il pezzo unico per realizzarle costava un’
“ira di Dio”. Per limitare la spesa le altre parti, laterali e posteriori, sono
in stucco decorato.
La Chiesa cattolica considera l'altare il simbolo stesso di
Cristo: per questo il sacerdote lo bacia e lo incensa in segno di venerazione
in particolari momenti delle celebrazioni liturgiche. Rappresenta, inoltre, sia
la mensa dell'Ultima cena che il patibolo della Croce, sul quale Cristo immolò
se stesso.
L’altare con la statua della Madonna Assunta, la nostra patrona, che
viene portata in processione solenne il 15 agosto. E’ una Madonna Assunta
ragazzina, giovanissima, con un volto d’adolescente. E’ molto intrigante: un po’ come il
Michelangelo, che nella sua Pietà, scolpisce una Madonna quindicenne-sedicenne che regge il
Cristo morto, che sembra più vecchio di lei. L’artista è Angelo Gritti, uno
scultore bergamasco molto bravo: sembra una statua uguale a tutte le altre, ma
con delle novità nei panneggi.
La Madonna viene generalmente raffigurata con ornamenti
azzurri e bianchi, i colori che vennero stabiliti dall’Autorità Ecclesiastica
nel XVI secolo. Il pittore spagnolo Francisco Pachego suggerì di rappresentare
Maria come una bella giovinetta, con falce lunare, simbolo della castità, sotto
i piedi e vestita di una tunica bianca con un mantello azzurro. L’arte ha poi concepito
parecchi esempi a questo riguardo.
L’altare con la statua di S. Giuseppe. Bellissimo l’abbraccio tra lui
e Gesù. Essendo Padre putativo, lo sposo
di Maria e il capo della “Sacra famiglia”, non fu certamente un assente. È
vero, fu molto silenzioso e poco “pubblicizzato” nei testi dei Vangeli, ma fino
ai trent’anni di vita del Messia, fu sempre accanto al figliolo con fede, obbedienza
e disponibilità ad accettare i piani di Dio.
Cominciò a scaldarlo nella povera culla della stalla, lo
mise in salvo in Egitto quando fu necessario, si preoccupò nel cercarlo
allorché dodicenne era “sparito" nel tempio, lo ebbe con sé nel lavoro di falegname,
lo aiutò con Maria a crescere “…in sapienza, età e grazia”.
L’altare con la Madonna quattrocentesca in legno, piccolina ma fatta
benissimo. Sicuramente le due corone sono state realizzate in occasione di
qualche particolare ricorrenza. L’anno in cui si facevano le incoronate o
incoronazioni diventava “anno santo”, con tutte le intercessioni per ottenere
un’indulgenza. Sicuramente in un periodo successivo alla statua, tutto l'altare fu ornato con
delle decorazioni, che sono strettamente legate alla Madonna: la rosa, il cuore
trafitto, il monogramma Maria che diventa M A RIA proprio come un disegno o un
marchio.
Gli stucchi e le decorazioni di questi altari sono
realizzati da Elia Ajolfi, figlio di un provetto stuccatore, abilissimo nel
modellare: le sue sculture sono una cosa assolutamente strepitosa.
L’altare con la statua di S. Luigi Gonzaga. Generalmente è raffigurato
con il giglio simbolo della purezza, il flagello a ricordo della sua vita
austera e nel classico atto di contemplare il crocefisso.
Si dedicò agli umili e agli ammalati, distinguendosi
soprattutto durante l'epidemia di peste nel 1590, che seminò morte in
tutta Roma: abbatte in quindici mesi tre Papi, uno dopo
l’altro (Sisto V, Urbano VII, Gregorio XIV) e migliaia di persone. Trovato in
strada un appestato in abbandono, si prodigò per soccorrerlo: se lo carica in
spalla, lo porta in ospedale, incaricandosi di curarlo. Poi torna a casa, ma la
sua fragile salute non resistette a questo eccesso di carità: pochi giorni dopo
muore.
Se guardiamo l’abito, le pieghe, i pizzi, quella pieghina che
diventa un po’ più articolata rispetto alle altre, occorre convincersi che bisogna
essere veramente bravi a fare un lavoro del genere, perché non è per niente facile.
Sul bordo dell’altare la scritta in color rosso sangue “viris
qui pro patria accubuerunt 1915-1918” in ricordo dei caduti della 1A guerra
mondiale.
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