7. LA CHIESINA CON LA GROTTA DELLA MADONNA DI LOURDES
Apriamo la porta
ed entriamo nella Chiesina con la grotta della Madonna di Lourdes. Alle pareti
le sole fotografie di due capolavori che hanno abbellito la nostra Chiesa e che oggi, purtroppo, non sono più presenti.
Per ben oltre cinque secoli, la Chiesa di S. Maria Assunta in Locatello
ha custodito un piccolo capolavoro dell’oreficeria bergamasca del 1300: una
croce astile (simile a quella da altare ma, invece di avere una base, è fissata
ad un'asta decorata o dipinta ed è alta circa due metri) opera di Ugo Lorenzoni
detto Ughetto da Vertova. Quando si è voluto questa grande Chiesa e sono
cominciati i lavori, si ipotizza, che ci si sia ritrovati in ristrettezze
economiche, nonostante gli abitanti di Locatello avessero sovvenzionato
fortemente la costruzione, perché la sentivano loro. La croce fu venduta, con
tutte le approvazioni del vescovo, dell’economo e della curia, nel 1873
all’antiquario romano Castellani; è ora esposta al “Victoria and Albert Museum”
di Londra. Lo storico A. Pineti così descrive la preziosa croce: ”…l’asta e le
braccia sono ricoperte in ambedue i lati da lamine d’argento dorato a traforo
di circoli su un fondo di smalto traslucido, in gran parte guasto, del quale
nella croce a Londra si sono conservati dei resti azzurri e verdi. Lungo i
margini esterni delle braccia e delle formelle di queste, in luogo delle
palline o piccole sfere quali si riscontrano in molte croce italiane, ci sono
guarnizioni di pigne fiorite inguainate in foglie eleganti”. I
bracci della croce hanno delle decorazioni che simulano le venature del legno:
veramente un artista straordinario! Presenta nelle due facciate vari rilievi
raffiguranti la Vergine, San Giovanni, Sant’Alessandro a cavallo, Cristo assiso
in trono, i quattro Evangelisti, Santa Grata. Ughetto da Vertova era un orafo,
un lavoratore del metallo, un fonditore e scultore che ha realizzato due croci,
autentici capolavori, unici in tutta la bergamasca. Attraverso l’immagine della
croce di Locatello, possiamo capire come fosse il Cristo originale della croce
del Duomo in Città Alta, perché quest’ultima è stata rimaneggiata.
Due turisti di Bergamo, che sono andati al “Victoria and
Albert Museum di Londra”, hanno chiesto di vedere la croce di Ughetto ma…
sorpresa… non la conosceva nessuno. Per forza! La chiameranno in chissà quale
altro modo: Italia, 14° secolo,… Se non si ha la fortuna di capitare nella sala
giusta…
Il trittico di Giovanni Busi detto il Cariani (Fuipiano al Brembo 1485–Venezia 1547) è un'unica opera
pittorica divisa in tre parti, congiunte
da cerniere laterali, realizzata dal 1528 al 1530. Queste forme d’arte esisteranno
fino al 1400-1500: li “demolisce” Lorenzo Lotto (Venezia 1480–Loreto 1556/1557),
pittore tra i principali esponenti del Rinascimento veneziano. Il Cariani giunge a
Bergamo e gli commissionano la pala dell'altare per la chiesa di s. Stefano, che
oggi è s. Bartolomeo, in cima al Sentierone (un largo viale alberato fiancheggiato
da portici e lastricato in pietra, realizzato dai mercanti bergamaschi nel
1620). Nei trittici (tre pezzi) e nei
polittici (più pezzi) i santi non avevano un rapporto tra di loro, non
avevano un rapporto con la Madonna o con il santo che stava nel mezzo: sono delle figure che non hanno legame tra di
loro. Lorenzo Lotto crea un legame straordinario di sguardi, di atteggiamenti,
di gesti, legando tutti i personaggi tra di loro o attraverso i personaggi
stessi o attraverso il comune legame con il personaggio centrale. Crea cosi
un’opera di una bellezza e di una novità devastante. Al centro s. Caterina di
Alessandria (olio su tela, cm. 136x66) riconoscibile dalla ruota. Sarebbe stata
martirizzata inserendola in una ruota obbrobriosa, costituita da due ruote che giravano
una da una parte e l’altra dalla parte opposta. All'interno c'erano degli
spuntoni di ferro per cui, imprigionata in mezzo con la ruota che girava, la santa
veniva smembrata. In realtà non è morta cosi perché, nel momento in cui l’hanno
inserita nella ruota, miracolosamente
questa macchina è esplosa e ha ucciso tutti i carnefici. E’ stata liberata e
uccisa qualche giorno dopo per decapitazione. Solitamente è raffigurata con una
corona perché era una principessa. Alla sua sinistra s. Stefano (olio su tela,
cm. 133x49) con i sassi e vestito con la
dalmatica. Alla sua destra s. Giacomo Maggiore (olio su tela, cm. 134x66),
quello di Santiago di Compostela. Santiago vuol dire s. Giacomo: da non
confondere con un altro apostolo, s. Giacomo minore. Le due tavole di s.
Caterina e s. Stefano sono alla Pinacoteca dell’Accademia Carrara di Bergamo; mentre
la terza, s. Giacomo, è in una collezione privata a Monaco di Baviera.
Guardiamo con stupore, mescolato a meraviglia, la nostra coloratissima
Grotta della Madonna di Lourdes; in uno scenario suggestivo composto da tante
piccole stalattiti in una volta di roccia lavica, ci concediamo un minuto di
raccoglimento per recitare un’Ave Maria.
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