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LA CASSA DA MORTO DEL DIAVOLO
Valle Brembana
Valle Brembana
La notte era oscura e tormentata da un tremendo temporale:
tuoni sinistri seguivano lampi abbaglianti, la pioggia mista a grandine
scendeva a dirotto sommergendo ogni cosa, il vento impetuoso piegava gli alberi
fino a terra in un frastuono incessante.
Ed ecco il solito pauroso sibilo risuonare in lontananza e poi farsi in fretta più vicino e assordante. La cassa da morto del diavolo, portata come al solito dai cani più brutti e cattivi, apparve in cima al pendio proprio dove era salito il prete. Sembrò a tutti che in quel momento fosse venuta la fine del mondo perché il cielo e la terra, sconvolti, sembravano confondersi l’uno nell’altra. Il sacerdote, sbiancato dallo spavento, infilò l’aspersorio nell’acquasantiera e alzò il braccio cominciando a impartire la sua benedizione. Un boato enorme accompagnò il gesto: una profonda voragine si spalancò davanti ai suoi piedi, proprio al momento giusto per inghiottire la cassa da morto del diavolo, assieme all’orda dei cani latranti, in un fragore indescrivibile, seguito da gemiti e lamenti infernali. La confusione fu tale che per un attimo si temette fosse giunta la fine del mondo; la terra tremò a lungo e per alcune ore si continuarono ad avvertire sordi rumori provenienti dal sottosuolo, mentre il cielo era gravato da una nera cappa di nuvole. Dietro i portoni delle case, chiusi da pesanti catenacci, gli anziani recitavano il rosario e le mamme accarezzavano i loro bambini, nel vano tentativo di rassicurarli di fronte al terrore dell’ignoto. Finalmente, dopo un’attesa che sembrò un’eternità, cominciarono ad apparire i primi tenui chiarori dell’alba e poi il sole sfavillante spuntò nel cielo limpido e azzurro. La tremenda paura era finita, l’orrendo segno del diavolo era sparito per sempre e il sacerdote esorcista, sfinito dalla stanchezza, ma col volto trionfante per la vittoria sul Maligno, celebrò una messa di ringraziamento nella chiesa del paese, di fronte a tutta la popolazione commossa. Dopo quella notte nessuno nella valle ha mai più sentito o visto la cassa da morto del diavolo; soltanto in certe notti buie e temporalesche, oppure in altre notti soffocanti, nelle contrade e sui monti i vecchi recitano il rosario, chiudono la porta a chiave e i bambini cacciano la testa sotto le coperte, per paura che torni il sibilo della cassa da morto del diavolo.
(1)Considerata di cattivo augurio, che porta a risultati dannosi.
(2)Imbiancati, inargentati, ingrigiti, invecchiati.
(3)Albero che cresce esclusivamente in America. Nel
linguaggio comune indica sovente il legname di tale
pianta, di colore bruno-rossiccio, da secoli tra i più apprezzati in ebanisteria.
(4)Massa incomposta, accozzaglia di animali o persone in movimento.
(5)Assolutamente incompatibili, totalmente incapaci di
andare d'accordo: detto di persone, cose, colori, forme, come pure di teorie o
concetti.
Usato anche nel senso di scontrarsi violentemente ad ogni
occasione.
(6)Contravvenire a un divieto con astuzia, senza che chi
l'ha posto se ne accorga. Il concetto è quello di agire senza farsi cogliere
proprio davanti alla barba dell'altra persona, cioè sotto i suoi occhi.
"Il Diavolo è l'amico che non resta fino alla fine".
Georges Bernanos
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