giovedì 2 luglio 2015

PREFAZIONE



Con la consapevolezza che il ritmo della vita dei nostri giorni è tale da costringerci a un distaccato contatto con le cose e, purtroppo, con le persone che ci circondano, in questa ricerca si sono raccolte le testimonianze e il lavoro di molti, con l’intenzione di realizzare un insieme che racconti un aspetto della realtà e della storia appena passata ma ancora viva e presente della nostra comunità.

La ricerca potrà essere una guida per tutti quelli che vogliono andare a vedere con i propri occhi quanto qui documentato.
Scorrendo le pagine seguenti molti di voi riconosceranno luoghi e aspetti comuni, forse famigliari, ma qualcuno si meraviglierà di non aver notato alcune immagini qui descritte, anche se molte volte vi è passato vicino; potrà quindi essere spinto a osservarle e a “vederle” forse per la prima volta.

Questa ricerca-documento vorrebbe così porre un piccolo rimedio al modo di vivere che ci costringe a essere così “dinamici” e ci sottrae a un più stretto contatto con ciò che ci circonda.

Le tribuline che voglio presentare sono poste tutte sul territorio di Locatello. Conosciute anche con il nome di santelle o cappellette, sono una struttura architettonica di piccole dimensioni con la funzione di ospitare e proteggere dipinti o statue di soggetto religioso, edificate dalla gente locale come segno di devozione o "grazia ricevuta". Rappresentano piccoli luoghi di culto, per recitare il rosario o le semplici orazioni nel corso della giornata, mete di passeggiate, piccoli santuari del viandante. Insieme a crocifissi, grotte, cippi sono da sempre espressione dell’arte e della religiosità popolare e continuano a connotare il nostro paesaggio. Ora i segni del tempo hanno irrimediabilmente compromesso questa espressione della cultura popolare, che a volte ha tratti grossolani e ingenui, ma a volte ha anche tratti di una certa velleità artistica. Era una fede profonda che accompagnava, in ogni momento della giornata, il faticoso lavoro dei contadini, dei pastori e dei boscaioli. Venivano, generalmente, affrescate da pittori dilettanti, da artigiani che giravano di paese in paese: alcune, però, presentano una buona fattura iconografica. Spesso edificate per scongiurare le calamità e le epidemie, per la difesa dei pastori e dei loro animali, perché il raccolto fosse proficuo, per ricordare i cari defunti.
Sorgono in prossimità di un incrocio di sentiero o di mulattiera, all'inizio di un bosco, presso un torrentello, lungo dei percorsi faticosi per permettere un momento di riposo prima di proseguire il cammino sotto il peso della gerla caricata sulle spalle, nei luoghi che incutevano paura dove apparivano streghe ed anime dannate di cui raccontavano i nostri nonni nelle lunghe e fredde sere invernali passate nel tepore delle stalle. Bastava alzare lo sguardo sulle immagini sacre, recitare una preghiera, fare il segno della croce, per sentirsi rinfrancati dalla certezza dell'aiuto dei Santi e della Madonna, per riprendersi e non avere più paura. Un tempo erano inoltre l’unico modo per illuminare la via nella notte e orientarsi. Spesso, ora, gli affreschi sono degradati e molti vanno in rovina. È un vero peccato perché perdiamo una parte delle nostre radici, dei nostri ricordi, dei nostri valori. Sarebbe doveroso recuperarli e conservarli perché ...se non si conosce il passato …è più difficile affrontare il presente …e prepararsi al futuro.

Data l'enormità del lavoro cartaceo (ben 103 "luoghi di culto" catalogati), voglio presentare solo gli affreschi lasciando, per il momento, a parte le statue, i dipinti, le grotte, i cippi, i crocifissi, le lapidi,...
La ricerca fotografica è stata effettuata dal settembre 2012 all'aprile 2014.

Per eventuali errori ed omissioni: 


E’ stato una documentazione lunga e impegnativa, dove ho voluto “mettere il naso” in vari campi a me sconosciuti: architettura, arte, storia, religione,…
Parlando con le molte persone che hanno voluto ascoltarmi ho imparato e visto tante cose, la maggior parte delle quali erano  “sotto il mio naso”, ma che io non vedevo...
Per questo voglio dire una sola ma sincera parola a tutte queste persone a cui mi sono rivolto, che mi hanno “consegnato” ricordi, informazioni, fotografie e dalle quali sono sempre stato accolto con un sorriso, una buona parola, un caffè,…


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