martedì 27 dicembre 2016

2. PRESEPE DEI LAVANDAI - Paladina (Bg)

Il comune di Paladina è situato sulla sponda sinistra del fiume Brembo all’imbocco della Valle Brembana e a circa 10 km da Bergamo. 
La parte superiore del paese si trova su una balza a circa 40 mt. sopra il livello del fiume, la parte bassa, denominata Ghiaie, si trova ad un livello prossimo a quello del fiume.


Fino alla seconda metà del 1700 la frazione delle Ghiaie era conosciuta per i due mulini che venivano alimentati dall’acqua della roggia Benaglia che nasceva dal Brembo e che correva parallelamente ad esso per poi ricongiungersi circa 2 km più a valle.


E’ in questa zona, ricca d’acqua e poco produttiva per l’agricoltura a causa del terreno ghiaioso, che nella seconda metà del 1700 alcune famiglie, per potersi garantire un sostentamento, intrapresero il mestiere del lavandaio/a.
Nel 1894 il gruppo industriale tessile svizzero Legler Hefti e C., avendo la necessità di produrre energia elettrica per lo stabilimento di Ponte San Pietro, costruì sul letto di questa roggia l’attuale canale, dando la possibilità ai lavandai, dietro stipula di una concessione, di sfruttarne l’acqua.


Negli anni trenta i lavandai si fecero conoscere sempre più nella vicina città di Bergamo, ma già negli anni cinquanta del secolo scorso, con il boom economico italiano, si affacciano sul mercato le lavatrici e incomincia il declino dei lavandai.


Gli strumenti di lavoro che si trovavano nelle antiche lavanderie dette laandère erano principalmente quattro. La pietra, era solitamente una lastra di arenaria cavata nelle vicinanze, appoggiata davanti alla buca e veniva usata come piano per la battitura della biancheria.


La buca, permetteva al lavandaio una volta entrato, di battere la biancheria, sulla pietra e sciacquarla nell’acqua corrente che gli passava accanto.
La vasca, solitamente era situata vicino alla caldaia e serviva per mettere in ammollo la biancheria con la lisciva.


La caldaia, era l’elemento più importante perché serviva per produrre la lisciva, l’unico detergente che si conoscesse al tempo; aveva una forma circolare costruita in materiale refrattario, del diametro di circa 100/120 cm. ed era suddivisa in due parti.
Nella parte più bassa si trovava il braciere, alimentato con i trucioli della lavorazione del legno, nella parte superiore c’era il contenitore in rame dove veniva scaldata l’acqua e successivamente sciolta la lisciva. 


La settimana lavorativa iniziava il lunedì con la raccolta e la consegna della biancheria presso i clienti “dette poste”. Caricavano la biancheria pulita, con l’ausilio dei carrettieri, sul carro e tutti insieme partivano verso la città.
Gli anziani ancora oggi ricordano le lunghe file di carri che percorrevano le strade cantando in allegria, anche perché questo era il giorno in cui raccoglievano i frutti del lavoro svolto la settimana precedente.


I clienti provenivano dalle più svariate categorie: famiglie benestanti, conventi, caserme, carceri, tutto era buono per racimolare qualche soldo.
Dal martedì si iniziava con la segnatura dei panni (ogni cliente aveva un suo segno distintivo di riconoscimento), a seguire la suddivisione della biancheria chiara da quella scura per proseguire con il lavaggio, l’ammollo, la battitura, il risciacquo, la stenditura ed infine la ripiegatura e l’insacco.


Il lavoro del lavandaio era molto faticoso e usurante; infatti, oltre al dover stare sempre a contatto con l’acqua per tutto l’arco dell’anno e con ogni tempo e con il rischio di essere contagiato dal contatto con la biancheria sporca.
A ciò si aggiunga che l’acqua potabile alle Ghiaie arrivò solo nel 1927. Infatti con l’epidemia di colera scoppiata il 16 Agosto del 1884, arrivò il primo decesso, quello della lavandaia Benaglia Melania e durante tutta la durata dell’epidemia i lavandai infettati furono 20 dei quali 11 perirono.


Il presepe dei lavandai viene allestito ogni anno dagli amici del lavatoio delle Ghiaie di Paladina, con l’intento di celebrare non solo il mistero della nascita di Gesù ma anche per ricordare i lavandai, che in questi luoghi hanno fatto la storia.


Il presepe, realizzato in grandezza naturale si suddivide in tre parti: la prima nel prato di fronte al lavatoio dove sono state ambientate le scene della natività, della stenditura del bucato e dei pastori; la seconda nel lavatoio dove è sono state riprodotte le fasi del lavaggio della biancheria, con annesso locale caldaia.


Nella terza è stata sfruttata una delle più antiche case del luogo per riprodurre la locanda. Nel pensare il presepe, gli amici del lavatoio hanno voluto che il visitatore non sia solo semplice spettatore, ma che si senta dentro la rappresentazione.
Infatti passeggiando per il presepe ci si trova a dover guardare in ogni direzione. Se poi, il visitatore si sente osservato…bene… vuol dire che sono riusciti nel loro intento.

martedì 20 dicembre 2016

1. PRESEPIO A VILLA DI CHIAVENNA (SO)
Il presepe che cambia sempre
Quante volte siamo passati a Piuro di Chiavenna per andare in Svizzera e siamo sempre stati attratti
e meravigliati dalle favolose Cascate  d'Acqua Fraggia.


 

Da più di 20 anni a Villa di Chiavenna, qualche centinaia di metri "più in su", un gruppo di volontari si riunisce a settembre per definire il tema e le caratteristiche di uno dei presepi più suggestivi della Vallata. 



Da un’idea buttata lì quasi per scherzo ha preso vita un’iniziativa che ogni anno richiama nel paesino della Bregaglia moltissimi turisti e curiosi, incantati dalle opere artigianali realizzate dalle mani di quelle donne che,  per puro spirito di comunità, creano i tantissimi personaggi della natività, tutti rigorosamente a grandezza naturale.



Le prime edizioni furono allestite nel prato alle porte del paese. Cammelli, artigiani, pecore e tanti altri personaggi occuparono nello spazio di una giornata questo luogo a bordo strada, richiamando subito l’attenzione dei passanti.


La cura dei dettagli, la perfezione delle espressioni del viso e la ricerca storica che impegna moltissimi volontari nel reperire oggetti e capi di abbigliamento aderenti al tema selezionato ogni anno, sono il principale elemento che rende unica questa rappresentazione.



Dal primo allestimento, alcuni anni fa il presepe si spostò lungo la via storica di Villa, in Contrada degli Specchi. La suggestione generata da quella rappresentazione fu enorme, al punto che dell’iniziativa si interessarono anche stampa e televisione.



Quattro anni fa, per ragioni organizzative, il gruppo di volontari stabilì di trasferire la natività in un’altra zona del paese, nelle vicinanze di Pos Motta, valorizzando nel contempo i bellissimi crotti lì presenti.



Ogni edizione porta con sé un nuovo progetto, un nuovo tema da sviluppare e raccontare: i lavori antichi della Bregaglia, le figure di riferimento nella storia dell’umanità, l’abbigliamento del passato e molti altri ancora.



Ogni anno la sfida è sempre quella di rinnovare ogni rappresentazione, caratterizzandola per autenticità e cura. Il lavoro di creazione vera e propria inizia a settembre fino a fine novembre, per lo più durante incontri serali che si protraggono anche fino a notte fonda.



Le mani e i volti vengono realizzati utilizzando calchi di gesso, che poi sono decorati scrupolosamente a mano. Allo stesso tempo c’è chi si occupa delle strutture dei personaggi, creati con legno, reti e fili di ferro.

 

La realizzazione di abiti e scenografie richiede moltissimo tempo, anche perché recuperare oggetti e capi originali implica una grande attività di ricerca nelle soffitte e nei magazzini di amici e parenti.



Il merito di queste straordinarie persone che offrono tempo e talento per dare vita a questa meravigliosa creazione, è soprattutto quello di essere sempre riusciti a sorprendere i tanti appassionati che ogni anno si recano a Villa per apprezzare il magnifico presepe.



L’augurio è che le signore e gli uomini che rendono possibile questa magia, continuino a inventare un presepe nuovo e sorprendente, magari aiutati anche da qualche giovane leva che aiuti a sviluppare nuove idee e offra un contributo concreto a questa attività.



Il presepe di Villa di Chiavenna in località Pos Motta è visitabile per tutto il periodo natalizio a partire dall’8 dicembre.