giovedì 29 febbraio 2024

RICORDIAMOLI COSI'


“Ho fatto un sogno bellissimo e portentoso. Ero consapevole di trovarmi in un sogno, ma speravo di non risvegliarmi più. Chiazze di colore vivide e accese si alternavano nella mia mente, si mescolavano e si sovrapponevano producendo suoni e musiche sublimi. D’un tratto quelle masse di colore presero forma, ed io mi ritrovavo pian piano nel mezzo di una foresta rigogliosa, piena di alberi esotici e piante cariche di frutti maturi e opulenti che non avevo mai visto in vita mia. I loro fusti erano così alti che sembravano non finissero mai e potessero arrivare fino al cielo, e dal legno sui loro tronchi sgorgavano latte e miele. Mi avvicino al tronco di quell’albero per osservare la sua corteccia miracolosa e per assaggiare il miele e il latte che fuoriuscivano. Ma appena posai la bocca, il sogno svanì”.
Tratto dalla trilogia SENZA PATRIA (L’anima della frontiera, 2017 - L’ultima patria, 2018 - La terra promessa, 2019) di Matteo Righetto - Mondadori - 2021

Uno dei Tre Faggi di Fuipiano Valle Imagna, il più a monte, si è spezzato e ha perso due grandi rami. La pianta, secolare, era malata da tempo e, probabilmente, il peso della neve caduta in questi giorni ha fatto il resto. Solo lo scorso giugno, erano stati riconosciuti da Regione Lombardia come “alberi monumentali”.






venerdì 23 febbraio 2024

Rischiare
di Rudyard Kipling

Ridere è rischiare di apparire matti,
piangere è rischiare di apparire sentimentali.
Tendere la mano significa rischiare di impegnarsi,
mostrare i sentimenti è rischiare di esporsi.
Far conoscere le proprie idee ed i propri sogni
è rischiare di essere respinti.


Amare è rischiare di non essere contraccambiati,
vivere è rischiare di morire,
sperare è rischiare di disperare,
tentare è rischiare di fallire.
Ma noi dobbiamo correre il rischio!
Il più grande pericolo nella vita
è quello di non rischiare.


Colui che non rischia niente
non fa niente, non ha niente, non è niente.
Evita la sofferenza, il dolore,
ma non impara, non prova sentimenti,
non cambia, non cresce, non vive.


È uno schiavo che ha venduto la sua libertà.
Soltanto chi rischia è libero.
Il pessimista si lamenta del vento,
e l’ottimista è certo che cambierà direzione.
Il realista indirizza la sua rotta in conseguenza di esso.

lunedì 19 febbraio 2024

 Galdino 
e gli amici della U.O.E.I.


“Quando nacque l’ultimo figlio, era femmina. Così la chiamarono Lilith. Abel ero io. Poi Joshua il matto, David il Pastore, Samuel che scavava la terra, Isaac fino a quando non morì. In fine Lilith. Poche ore dopo la sua nascita, mio padre John John la prese tra le mani, la sollevò al cielo e promise al destino che ne avrebbe fatto la donna più famosa da lì al Pacifico. La singolare circostanza spiega la frase che la mia sorellina ama ripetere spesso: sono stata nelle braccia di un solo uomo, in tutta la vita, e perfino quell’unica volta ho dovuto sentire un mare di cazzate”.
Tratto da ABEL di Alessandro Baricco - 2023 - Feltrinelli

Non ci posso credere! Questa domenica, libera uscita con i vecchi (nel vero senso della parola) amici dell’U.O.E.I.. ’l tep al pasa, ‘l tep al vula,…il tempo passa, il tempo vola…” cantano I LUF ma è bello ogni tanto vederci, anche se ogni morte di Papa (lunga vita, per carita!). Partiamo dal Santuario della Madonna di Campoè di Caglio, nel triangolo lariano, conosciuta anche per il percorso Segantini. Arrivati al grande cippo di confine (con Rezzago), tra numerosi bivi sempre ben segnalati, ci dirigiamo alle cascine dell’Alpe del Ginestrino e alla Fontana Tre Sassi. Superato il passo del Frecc, posto poco sotto la grande Croce di Pizzallo, arriviamo alla Cascina Enco, ex rifugio Marinella, in mezzo all’omonimo castagneto, il più grande di Lombardia. I castagni garantivano un utilizzo variegato del frutto tanto da essere soprannominati l'albero del pane perché garantiva alimentazione per almeno sei mesi l’anno. Per venire in aiuto alle famiglie che non erano possidenti di terre per coltivare piante di castagno, fu istituito lo ius plantandi che permetteva di piantare sul suolo pubblico piante di castagno e quindi poi di goderne dei frutti. Per regolare questo diritto le piante erano marcate incidendo la corteccia con un numero o una sigla di famiglia, che attestava la proprietà della pianta registrata in un apposito documento. Ci aspetta la padrona di casa, Cristina. Rivedendola,…mi ricordo ancora la sua mamma, un’arzilla novantenne intenta a fare le borole o caldarroste, castagne abbrustolite nella tipica pentola di ferro bucata sul grosso e vecchio camino posto al suo interno. Era il lontano ottobre del 2018. Gli regalai, nella camminata seguente del marzo 2019, la fotografia che, con emozione allego, incorniciata, alle foto di oggi. Dopo aver mangiato e ben bevuto,… prendiamo il sentiero dei funghi. Strano! Non è la stagione ma ne troviamo ben tre. Non possiamo raccoglierli perché …assai duri, non commestibili! Mah! Saranno cresciuti con la luna sbagliata! Scherzo! Sono curiose formazioni rocciose, i Funghi di Terra o Piramidi di erosione, ovvero architetture naturali che per la loro forma sembrano dei grandi funghi. Arriviamo alla Chiesetta della Valle dei Morti (Lazzareto, 1721) e ci dirigiamo verso la bella chiesa romanica dei Ss. Cosma e Damiano (costruita nel XII secolo sulle fondamenta di una chiesa paleocristiana del VI-VII secolo d.C.) con il suo magnifico campanile con quattro ordini di bifore. Guido, la nostra guida della Pro Loco, ci accompagna nella visita illustrandoci la sua storia e soprattutto il magnifico interno con gli stupendi affreschi di Andrea de Passeri (XV secolo) i cui colori vividi e brillanti, sono stati riportati alla luce dal restauro conclusosi nel 1985. Raffigurano soprattutto una Crocifissione del 1505 e una Pentecoste dove gli Apostoli sono seduti intorno a Maria. Sic! La domenica è finita: ritorniamo a casa con il cuore che batte …sempre … forte!. Prosit! Alla prossima!






































venerdì 16 febbraio 2024

 Edoardo e Galdino
Alùra? Gh'è mia mal!


“Siamo già stati dove non siamo mai stati, e anzi, a dirla tutta, veniamo da lì […]. Dall’autunno non si poteva indovinare un granché. Ma a gennaio la temperatura crollò. Come se qualcuno l’avesse lasciata cadere. Cadeva e non si fermava. Quando si fermò non si mosse più. Usciva il sole e non cambiava nulla. Scendeva la notte e non cambiava nulla. La terra si era fermata, nella rotazione che conoscevamo si era inceppato qualcosa e l’aveva fatto nel momento in cui l’acqua si gelava nella tazza, i fiumi diventavano vetro senza corsa, gli animali si lasciavano cadere su un fianco, ogni colore era bianco […]. Prima che le cose diventassero cose, sosteneva Keplero, Dio era geometria allo stato puro”. 
Tratto da ABEL di Alessandro Baricco - 2023 - Feltrinelli.