lunedì 30 maggio 2016

29 MAGGIO 2016
LA VAL PARINA
DA ZORZONE A SCALVINO DI LENNA (BG)

La Val Parina, suggestiva, bella e selvaggia, raccoglie le acque della conca di Oltre il Colle e delle sue montagne (Arera, Menna, Grem e Alben) per defluirle, attraverso un lungo e tormentato percorso, nel fiume Brembo in località Goggia, all'inizio dei Piani di Scalvino (Lenna). Mentre la parte alta della valle è caratterizzata da un paesaggio dolce e ondulato sul quale sorgono le ridenti contrade di Oltre il Colle, incastonate in verdi prati, nella parte bassa il paesaggio diviene selvaggio, aspro, dirupato, con profondi e paurosi orridi ricchi oltretutto di particolari forme di erosione...da vedere! Un tempo nella valle erano fervide l'estrazione dei minerali (zinco e piombo nelle viscere del Menna e dell'Arera) e, meno conosciuto, lo sfruttamento intensivo dei boschi, per legna da ardere, dagli anni '20 agli anni '60.
Il Maurizio  ci indica la possibile apertura del cielo. Ma dooveeee????
Ma…poche ciance e veniamo alla nostra escursione! Un gruzzoletto di coraggiosi (incoscienti?) e temerari (avventurosi?), in una bella giornata di acqua intensa, ha voluto percorrere la Val Parina. Il  sentiero, lungo circa 14 km, parte nei pressi del parcheggio della ditta Serbaplast, situato poco prima di entrare nel centro abitato di Zorzone, frazione di Oltre il Colle.
Rimaniamo sul fianco destro orografico della valle, una delle più selvagge e meno frequentate della bergamasca.
Il primo tratto di sentiero è ben tracciato, agevole, in dolce saliscendi fino a raggiungere la caratteristica Cappelletta di Petta, arroccata su uno sperone roccioso, che domina l'intera Val Parina, punto panoramico…nuvole permettendo!.

Prendiamo cinque minuti di fiato rifugiandoci nella grotta posta di fronte alla cappelletta: ci stringiamo un pochino perchè
 ...già occupata dalla proprietaria!

Il sentiero prosegue in saliscendi fino alla località Prati Parina dove, tra i prati, sorgono alcuni casolari, gli ultimi rimasti dopo l'abbandono della località in tempi non lontani. Un tempo i prati erano molto estesi fino a raggiungere il fondovalle con numerosi casolari abitati e una chiesetta. La vita contadina di montagna ferveva sulle pendici della Val Parina: ora molti prati sono stati letteralmente invasi dal bosco di frassini mentre i casolari e le stalle sono in sfacelo e rimangono oramai solo ruderi.
Caterina, Caterina,...cosa fai questa mattina?
Il gruppo, ancora “impepato” dalla cena, non sosta nei pressi di una corna-caverna per rifocillarsi, riprendere energie per proseguire il cammino e posare per una foto ricordo ma prosegue imperterrito nella sua marcia.
Occhio Nico! Vedo...prevedo...stravedo che oggi cadrai!
Che cavaliere the President con the Lady!

Passaggi con ponticello, la scaletta...e altro!
Il percorso prosegue agevole nel bosco per poi presentare tratti esposti: in alcuni passaggi ci sono le catene di sicurezza per attraversare...serve comunque la massima attenzione! Si giunge in un tratto di valle stretto e strapiombante di un fascino unico. Ci troviamo in un paesaggio selvaggio e quasi inaccessibile di rara spettacolarità e suggestione. Il torrente scorre alla base delle pareti della montagna che si innalzano in torrioni e guglie suggestive.
Scesi a valle, il sentiero passa sulla vecchia massicciata della ferrovia a scartamento ridotto, danneggiata in molti punti dalla piena dell'agosto 1974, quando molti ponti furono divelti. Intatto un bel ponte in muratura a doppio arco.

 
Questo tratto iniziale della Val Parina, risalendo dal fiume Brembo nel quale sfocia, rappresenta un valido esempio di archeologia industriale immersa nel verde, soprattutto di sfruttamento intensivo di legna da ardere: della minuscola ferrovia un tempo utilizzata per trasportare legname e blocchi di marmo, soprattutto il rosa di Cornello, restano alcuni tratti di binari, qualche ponticello,  un paio di gallerie e alcune aree di sosta con gli impianti per caricare il materiale. Il tracciato della ferrovia, su cui inizialmente i vagoncini erano trainati da cavalli e in seguito da una locomotiva Décauville (dall'ingegnere ononimo), può essere agevolmente percorso fino al capolinea.
Osserviamo, senza perdere d’occhio il sentiero su cui appoggiamo gli scarponcini, il lavoro di erosione dell'acqua durante le piene che da milioni di anni scavano e scolpiscono la valle: marmitte dei giganti, cascatelle, gorghi, nicchie, anfratti, pozze costellano il fondo dell' orrido. Si osservano i sassi rotondi, modellati dal rotolamento sul fondo roccioso durante le piene e nel “buratto” (quando il sasso, prigioniero in una nicchia, rotola nei mulinelli assumendo la caratteristica forma rotonda).
La rupe chiamata 'Gogia' = ago per la caratteristica forma a cruna d'ago della fessura nella roccia
POSSIAMO ESSERE TESTIMONI NEL DIRE CHE PERCORRERE
L'ORRIDO DELLA VAL PARINA E' UN'ESPERIENZA UNICA!!!
 Usciti dagli orridi in località Goggia, il sentiero conduce in meno di mezz'ora all'Agriturismo Ferdy, dove il ponte in metallo ci riporta al di là del fiume Brembo, sulla strada provinciale della Valle Brembana.
Il gruppo, finalmente riunito, si merita proprio un buon caffè!
Due veloci pensieri:
Grazie Gianni! Grazie Maurizio!!
Un pensiero floreale al nostro Lele ...Abbronzato? ... Incazzato?
e alle nostre Elisa e MariaGrazia per il loro Cammino.
A presto!

lunedì 23 maggio 2016

Domenica 22 maggio 2016
Alta Valle Seriana - Bergamo
DA RIPA DI GROMO (m 840) ALLA BAITA ALTA DI CARDETO (m 1945)
Meditate gente...meditate!  
Separati dalla cosiddetta Costa d’Agnone dalla zona del Cernello e dei grandi laghi adiacenti, questi tre piccoli ma graziosi laghetti hanno la massima estensione nel più basso poco distante dalla Baita omonima. La zona intorno è amena, il silenzio  è rotto dalle varie cascatelle che li riforniscono. Stupenda la vista sul Pizzo Redorta e sulla parte alta della Val Sedornia. Molto…molto bello!!
Da Ripa di Gromo (m.840) saliamo subito in modo ripido, con pochi tratti da respiro. Per coloro che hanno fatto il “cane da caccia” in mezzo al gruppo o il “cacciatore” in fondo, queste erano le “lepri” di oggi!!
Si continua nel bosco che via via si apre sempre di più lasciando spazio, alla Baita Nedulo (m.1467) a un costone erboso. Ho chiesto all'Igrazio di darmi parte liquida per eventuali esami di controllo: oggi era stracarico!!!
Con un ampio giro semicircolare, con minore pendenza…meno male!...si percorre in costa tutta la valle. Poco prima di giungere alla Baita Bassa di Cardeto (m.1716) posta in una bella radura panoramica, tappa della maggior parte del gruppo, prendiamo il sentiero, uscendo brevemente dal segnavia, che ci porta in breve tempo al Lago Basso (m. 1708).
Puntiamo decisi prima verso il Lago di Mezzo (m.1798) e poi al Lago Alto (m. 1862). 
 
Proseguiamo il nostro bel giro ad anello, sotto le pareti scoscese del Monte Resenda, del Monte Grabiasca (siamo nella sua valle!) e del Madonnino.  Ci godiamo le fioriture delle primule...il nome non me lo ricordo più ma è senzaltro giusto perchè detto dal professor Lele! 
Anche noi abbiamo , come a Copenaghen, la statua del "Sirenetto". Se lo vengono a sapere i cinesi arrivano fin quassù a flotte per fotografarla! 
Attraversando vari corsi d’acqua e passando vicino ad un quarto lago in gran parte inerbito arriviamo alla Baita Alta (m.1945) massima quota toccata…per oggi!!
Scendiamo, dando però un occhiata al ripido canalone ancora innevato che culmina al Passo della Portula: al di là il Rifugio Calvi. Giungiamo così, con un panorama mozzafiato che l’occhio fa arrivare fino al primo lago, alla Baita Media di Cardeto o Rifugio Flavio Rodigani (m. 1850) dove, anche se non volenti…credetemi!...siamo accolti da polenta, spezzatino e piselli.
Seduti al calduccio, con due bicchieri di vino e un buon caffè…porto i panini a casa: saranno la mia cena!
Raggiungiamo il gruppo che ci aspettava alla Baita Bassa e, dopo un ulteriore sosta con tanto di pisolino,  riprendiamo il sentiero del ritorno. Ragazzi,…ragazze,…ben 1100metri di dislivello sia in salita che in discesa…
Al pullman un forte odore di crema: contiamo i primi danni causati dal sole. Dalla prossima gita aggiungiamo allo zaino occhiali da sole, cappellino e l’apposita crema. Non mi piace “ impiastrarmi” con la cremina da quando, qualche anno fa, per la fretta ho sbagliato tubetto e ho preso…quella depilante. Una strage!!! 
Gran bella giornata, oggi! Sotto con le altre escursioni!!

venerdì 13 maggio 2016

C O S A  E'  L A  F A M E ?


Da qualsiasi punto di vista questa ...è fame!!
Ringrazio Gabriele e PierAngelo per avermi colto sul fatto!

martedì 10 maggio 2016

8 Maggio 2016 - La Spezia
Per la Via Francigena
 (Massa Carrara - Toscana)
VECCHIETTO 
 PONZANO
(La Spezia - Liguria)

Auguri a tutte le Mamme del Mondo!


Aulla...lla, Aulla...lla! Ma che bella giornata è questa quaa!
Partiamo talmente carichi di allegria e di energia (la caffeina dell'autogrill) che riusciamo a spostare gli alberi per consentire un più comodo passaggio alle...ragazze!
Una giornata tra sentieri di bosco, di campagna, di sterrato e qualche pezzo di asfalto.
Il gruppo è compatto grazie all'ottima collaborazione tra la MariaGrazia, l'Elisa e il nostro Presidente (che ruffiano che sono!!).
Risaliamo le prime propaggini del Monte Grosso e passiamo sotto il borgo di Bibola, le cui case, con numerosi passaggi coperti con volte di pietra, si stringono in modo circolare attorno alla rocca. 
Arriviamo a Vecchietto, un borgo immerso nella quiete della campagna e dei boschi circostanti. Subito il Gruppo Sportivo Vecchetti si mette in posa davanti alla sede: il segretario indica il presidente e il vicepresidente.
Scolliniamo, lasciando la Toscana, e ci dirigiamo verso Ponzano Superiore, verso la Liguria e soprattutto verso il ...nostro pranzo!
La struttura urbanistica di Ponzano, ricca di rampe, scale e strade anguste, sottolinea l'impianto medievale del borgo.
La chiesa è dedicata a S. Michele e si trova nella parte alta del borgo: è affacciata verso la piana del Magra ed il Golfo della Spezia con le sue isole.
"Un panino al giorno leva i ...Medici d'attorno!". Le signore, uscite dalla messa, hanno rifiutato uno scambio alla pari con le loro ...lasagne! Valle a capire le donne!!

Durante le nostre dure e massacranti escursioni abbiamo anche dei brevi momenti di gioia: una piccola micia ha voluto fare le fusa e coccolare il nostro Edo. Ahhh! I gatti come sono intelligenti!!
Lasciato il caratteristico paese, passando per il Castello di Brina, ci dirigiamo verso Sarzana. 
Abbiamo provato a "tenere su" la torre di guardia del castello ma il peso degli anni era troppo per noi: le nostre energie cominciano a scarseggiare!
Arrivati a Sarzana, cuore storico della Lunigiana,  abbiamo il tempo di attraversare Porta Parma e visitare la cittadella. Passando attraverso via Torrione Genovese si percepisce la vera atmosfera storica di Sarzana: si notano, quasi mimetizzati da costruzioni più attuali, l'antico torrione e il fossato medievale. Molti si fermano alla prima gelateria...ma non noi!
Seguiamo via Mazzini, la via principale, e cominciamo a goderci il suo patrimonio architettonico  di tutto rilievo.
La Pive di S. Andrea, la struttura religiosa più antica di Sarzana, risale al X secolo e si ammira per la sua semplice imponenza ed elegante architettura: un'alta torre campanaria e una facciata decorata da un portale cinquecentesco sormontato dal cosiddetto Sidus, una stella ad otto punte simbolo degli Anziani consiglieri del comune di Sarzana.
La cattedrale di S. Maria Assunta, interessante struttura religiosa delle Duecento, con una bella facciata marmorea ed un portale sovrastato da un rosone di tipo gotico. Non si può far a meno di notare, nella facciata della cattedrale in alto a sinistra, una spada conficcata nel bianco marmo: è nota come l'elsa di spada e le cui origini rimangono ancora oscure e misteriose.
L'attuale struttura della Fortezza Firmafede venne eretta da Lorenzo il Magnifico (De' Medici). Costituisce uno dei simboli della città di Sarzana e la si ammira ancora intatta nel suo corpo principale a forma di quadrilatero, con all'interno un maschio centrale ed un ampio fossato a circondare il perimetro esterno.
 
Baluardi e maschio portano i nomi dei santi Bartolomeo, Girolamo, Francesco, Pietro, Martino, Barbara, Bernardino. La maestosa struttura erge ancora oggi intatta nel centro storico e viene usata per particolari eventi culturali, tra cui il ben noto Festival della Mente.

In verde il nostro percorso (la gelateria è all'incrocio della linea ...molto buono l'accoppiamento tra il semifreddo e il gelato!!). Le nostre muse, con la loro presenza spirituale, ci osservavano rendendoci sicuri di non perderci.
Da Porta...Parma, che con Porta...Romana sono le due uniche porte rimaste delle antiche mura, ci dirigiamo verso il nostro sognato pullman.

Porta...chi vuoi ma vieni con la UOEI!