lunedì 31 ottobre 2016

UOEI - Bergamo
30 ottobre 2016
Ho trovato...strada facendo...come diceva il mio amico [S]Ba[di]glioni...questo volantino della ERSAF che spiega dettagliatamente il percorso di oggi. Perciò...boccaccia mia statte zitta... e aggiungo le fotografie di questa allegra e bella giornata.


Nel nome del Padre, del Figlio, dello Spirito Santo ...si parteeeee! ...Amen!
Uno viene da sinistra...l'altro da destra ...Come fare? ...Spostiamo la santella!

    Tanti chiodini non ci hanno...fatto forare! Camminiamo con il sorriso sulle labbra! 


Chissà se ha capito il nostro discorso. Mahhh! Troppo intelligente e cervello fino.
Pensate che ha fatto per anni anche il sindaco!  Mariooo!!

Gli abitanti di Prestine ci stanno aspettando ...e noi ci siamo subito innamorati di loro!

Sono figo...lo so!
I bellissimi affreschi esterni della Madonna del Corno.



Vogliono passare l'inverno in questo bel paesino...qui si sta veramente bene!


La chiesa sconsacrata di S. Pietro in Vincoli: era un dentista?

Dopo la Via Crucis...ma perchè le fanno tutte in salita?...il Santuario della Maddalena (sec. XIII-XIV)
I dipinti, del XV secolo, sono di un artista ignoto e di Cailina il Vecchio.


La grande scultura di Cristo Re, dorata in oro zecchino, domina dal 1931
il cuore della Valle Camonica dal colle della Maddalena di Bienno. 
Tanti saluti a tutti e ...un grande abbraccio!!
   

venerdì 21 ottobre 2016

 (dai quadri situati sotto il porticato della casa del Cardinale Schuster alla Madonna del Bosco di Imbersago).

 Se tutti i zifoli te cominciet à scoltà
cert poch ben la voeur andà.
Veri Bertold e Bertoldin,
van a pee e ghan l’asnin!..
 

L’è un pover capp de cà
chi dai alter se lassa regolà.
Guarda là quel vecc balotta
lu sull’asen … e il bagai el trotta!..

Brutto sbarbatel, che creanza la toa?
Ti in sella e’l pa de dree la coa?!..
Guai se, massim al di d’incoeu
te lasset guidà dai asen i to fioeu.

Quanti volt se coppà i bon
per fagh piesè al mond birbon!
Vedj no, mànega de mascalzon,
che alla povera bestia rompj el firon!..

A pretend de contentà tutta la gent
se crèppa de fadiga senza cavàn nient.
Ohè, o reduci de Mombell,
pesj pusee vialter a vost fradèll?!..

Va là ciuccio lassa ch’el mond el gira
coi so parèr n’ol var un sold la lira..
Se te voeut fà un pou de ben,
guarda in alt e mai chi và e ven.

Chi ha orecchie per intendere...intenda!
E tutti gli altri?...Sacco a pelo!!

lunedì 17 ottobre 2016

In data 16 ottobre d.C., da segnare sul calendario, 
la U.O.E.I. di Bergamo viene in Valle Imagna!
Ben 53 persone hanno accettato questo invito!
Grazieeeeeeeee a tuttiiiiiiiiiiiii!

Avendo, nel post precedente (Barcollo ma non mollo, giovedì 6 ottobre), già descritto il percorso, lascerò spazio alle fotografie intervallandole con una “ciciarata” breve, semplice e soprattutto…seria!.
Nella mia prima camminata da Guido, la guida, S. Sereno ci ha accompagnati lungo tutto il percorso con una bella giornata mite al mattino e piuttosto calda al pomeriggio.
Favoloso il panorama prima sulla Valle Imagna e poi dalla Val  Remola fino alla Val Taleggio passando per la Valle dell'Enna. Il Cancervo, il Ventolosa, il Baciamorti con i piani del Battisti e del Gherardi, il Sodadura, i piani d'Artavaggio, le montagne della Valsassina sulle quali primeggiava il Legnone, il Grignone, la Grignetta, il Due mani, il Resegone, e come sfondo , la catena ben innevata del Monte Rosa.
Come camminata comanda ci siamo concessi parecchie soste: alla Bolla di Valmana ad ammirare il Resegone, la sua croce e il rifugio Azzoni o all'alpeggio dove il gestore ci ha trasmesso varie notizie sulla zona. Poi, con una discesa dolce, tra grandi faggi, a Morterone a mangiare una calda polenta e casòla.
Dopo l'acquisto di formaggio presso il locale caseificio S.Lucio, e aver conosciuto Alba, i famosi "venti metri": un sentiero appena accennato e rovinato dal passaggio di capre, reso molto scivoloso dalle recenti piogge. Ma ce la siamo cavati bene: dopotutto abbiamo superato, in altre occasioni, tratti ben più impegnativi.
Tra molti ponticelli in una valle silenziosa e selvaggia, rotta solo dal rumore dello scorrere dell'acqua, siamo arrivati prima alla sorgente del "Fiume Latte" e poi a Vedeseta dove ci aspettava il Marcello con problemi di peso...noooo...non aveva mangiato troppo ma il rapporto tra le tonnellate del pullman e della strada non era proprio....perfetto!
Allego alcuni dati passatemi dal buon Lele: distanza km 15,7 - dislivello totale in salita m 630 - dislivello totale  in discesa m 910 - tempo quasi 6 ore.
Insomma...quattro passi....insommaaa...una passeggiata targata Galdino!! Alla prossima!!!
Ringrazio l'Elisa (sua questa foto), mia coordinatrice per il veloce e preciso lavoro di contabilità e di scopa, il Sandro, il Lele e il Presidente per aver aiutato al passaggio dei famosi "venti metri" e tutte le altre persone che hanno dato una mano...in senso fisico...in questo "sudato" momento.
“... Oh come è bella questa valle! quasi una conca ellittica, scavata in seno alle montagne, colle sponde di lividi calcari, e il fondo di neri schisti, che pajono carbone, ma riccamente coperta di boschi, di prati, di colli; e su quel manto di lieta verdura, rotto da severe bizzarre rupi, spiccano gli sparsi casolari, i paeselli, le chiese, le torri. Quando il cielo e azzurro, la Valle somiglia ad un vaso di smeraldo storiato, con un coperchio di zaffiro trasparente ....”. Il testo è tratto da “Il Bel Paese” di Antonio Stoppani.
L'Imagna è stata più volte definita valle santa perchè i paesi che la compongono vengono nominati e individuati non tanto per il toponimo profano, ma per il nome del santo protettore della chiesa attorno alla quale si sono rac­colte le case del paese, della frazione, della comunità. Cepino è conosciuto in Valle come S. Bernardì (San Bernardino); Bedulita è San Michìl (San Michele); Corna è San Simù (San Simone); Selino Alto è Sajacom (San Gia­como), Mazzoleni è Santimbù (Sant'Omobono), Rota è S. Gotard…e così via. 
Vari sono i soprannomi dati agli abitanti dei paesi. Mi limito solo ai più...simpatici!!
Bedulita,i patatì de San Michèl,le piccole patate.
Berbenno,i brüsàcc de Berbèn,abbruciati.
Brumano,i scaalca-sèse de Bröma,i salta siepi.
Capizzone,i rastelèr de Capizzù,i rastrellieri .
Costa  Imagna,i cicia-pirù de la Còsta,i succhia forchette.
Fuipiano Imagna,i boassì de Föipià, quelli che vivono fra lo sterco di mucche.
Locatello,i baelòc de Locadèl,i bugiardi.
Roncola S. Bernardo,i sognadùr de la Roncola,i sognatori. 
Rota Imagna,i siöi, i pighezzì, i baslotèr de Röda,i costruttori di zufoli, falcetti, ciotole.
S.Omobono Imagna,i bistimiù de Santimbù,quelli che imprecano.
Selino,i ‘mpustùr de Selì Bas,gli impostori.
Valcava,i oregì de Alcàa,gli orecchini.
Valsecca,i sbalsanèi de Alsèca,coloro che fanno balzi.  
Insomma, avete capito che...
“E chè l’è la mè cà chè
e chè comande me chè
oì saì chi à e chi è chè
sòn mè il padrù chè”.

Nella vita non importa dove vai...
ma con chi viaggi.

giovedì 13 ottobre 2016