giovedì 25 novembre 2021

 EDO & GALDI - 24 novembre 2021

DISTANZA km15,660 - DISLIVELLO m380 in salita, altrettanti in discesa

E' questo uno degli angoli più belli del Parco dei Colli di Bergamo cui dà rilievo la fascia collinare che dalle alture di San Virgilio si protende restringendosi, a mò di cuneo, fino all’ultima elevazione sulla quale sorge il santuario di Sombreno. Sentieri e percorsi ciclopedonali sono tracciati lungo la dorsale e sui pendii dei rilievi tra boschi rigogliosi dove crescono carpini, roveri, robinie, castagni.

L’ho sempre detto e sempre lo ripeterò: dopo un buon caffè mi sento…migliore! Lo prendiamo alla pasticceria Bonati di Paladina e subito via….subito mi sembra una parola un po’ grossa oggi…per il nostro giro ad anello verso il nucleo storico di Breno m276: caratteristico l’uso dei “borlanti” raccolti sulle sponde del Brembo e posati a “lisca di pesce”. La seicentesca Villa Pesenti-Agliardi, ampliata e modificata nel 1798 su incarico del Conte Pietro Pesenti, ha di particolare interesse l’ampio giardino, progettato dall’architetto Leopold Pollack in stile neoclassico. Percorrendo un piacevole sentiero ciclopedonale in lieve saliscendi, in mezzo a prati e boschi, giungiamo al Santuario della Madonna della Castagna m280 (apparsa ad un contadino intento a lavorare). Mi conoscete: mi fermo per accendere una candela. Si prosegue verso l’abitato di Fontana e, dove la stradetta asfaltata si fa più stretta, diamo uno sguardo alla corte ( stupenda meridiana sulla parete) dei conti Vattelapesca (non mi lo ricordo più il loro cognome!) vicina alla loro Cappelletta privata: pochi giorni prima del Natale preparano un bel presepio meccanico…insomma….di quelli che si muovono! Con un breve tratto in bella salita (anche le “formiche a due ruote” preferiscono farlo in discesa!) raggiungiamo la Chiesa di San Rocco, posta in un punto panoramico. La devozione a San Rocco (era molto viva sul territorio orobico, le malattie infettive come la peste che causavano una continua moria dei suoi abitanti portavano i fedeli alla devozione del santo nominato patrono degli appestati). Siamo nella zona dell’agricoltura tipica dei Colli di Bergamo, nella piana di Valbrembo, con i terreni terrazzati, ricchi di ulivi, frutteti e verzure. Si sale la ripida scalinata che ci porta al colle di San Sebastiano m409 e alla sua omonima chiesa. Oggi giro lungo prima del nostro GST (Gambe Sotto il Tavolo): perciò lasciamo la direzione per il Colle dei Roccoli e il piazzale del Ristorante degli Alpini m443, dove accanto ad un alto pennone sul quale sventola la bandiera tricolore, sono esposti mezzi militari e cimeli bellici raccolti dagli anni Sessanta che oggi costituiscono il monumento “All’Alpino”. Si punta decisi…insomma…verso San Virgilio. Passata la villa Natta (premio Nobel per la chimica) e le belle ville stile liberty, sotto il Monte Bastia m508, ci troviamo sulla terrazza di San Vigilio m496 dove possiamo godere di un bellissimo panorama verso la città di Bergamo. Abbandoniamo l’idea il passaggio dal castello e scendiamo alla Marianna (luogo “sociale” di Bergamo Alta): entriamo nelle Mura Venete da Porta San Alessandro. Passando sotto la Torre di Adalberto (epoca medievale) puntiamo decisi verso Piazza Vecchia con i suoi monumenti. In ordine di apparizione: Palazzo della Ragione (secolo XII), il Campanone (secolo XII), la Basilica di Santa Maria Maggiore (fu edificata per ottemperare a un voto fatto alla Madonna nel 1133 dai bergamaschi perché proteggesse Bergamo dalla peste), la Cattedrale di Sant’Alessandro o Duomo (1459-1467), il Battistero (secolo XIV), la Cappella Colleoni (1470-1476). Ci concediamo il gesto “porta-fortuna" di “toccare” lo stemma, con i "gioielli" del Colleoni, posto sulla cancellata in ferro battuto/bronzo e continuiamo in nostro piccolo giro storico/artistico in zona. Scendiamo verso l’Antico Lavatoio (1891) e la Torre del Gombito (secolo XII posta sul quadrivio più centrale e importante della antica città) prima di proseguire verso l’Orto Botanico e arrivare alla chiesa di San Rocco in località Castagneta. Si scende verso Ponteranica/Ramera per andare a prendere la Green Way della Morla (realizzata dal Comune di Bergamo che termina in prossimità di Valmarina, sede del Parco dei Colli di Bergamo). La Ciclopedonale sale e poi ridiscende costeggiando per un lungo tratto il torrente Guisa, tra boschi di querce e castagni. Certamente questo è il tratto in cui sono più apprezzabili le peculiarità naturalistiche della ciclabile: si fatica a credere di essere a poche centinaia di metri dalle vicine aree urbanizzate. E via…di corsa…passando dalla Piana del Gress di Petosino verso il monumento dei partigiani di Sorisole (CLICCA QUI): passando sotto il Santuario della Madonna di Sombreno m329 (eretto verso la fine del 1400 sui resti di un preesistente castello) eccoci ritornati a Paladina, nel “quartiere” Breno. Anche oggi, approfittando di uno squarcio di sole in attesa della prima neve (arriva! arriva!), abbiamo fatto i nostri soliti quattro passi. E adesso sotto con il GST!!!
“Hai visto? Ma hai visto? MAI VISTO!!!”.
































venerdì 19 novembre 2021

 EDO & GALDI - 18 novembre 2021

DISTANZA km17,380 - DISLIVELLO m 230 sia all’andata che al ritorno

Solo un'altra sigaretta e qui si aspetta un treno che non passa
Centomila vite fa inseparabili, ora dove sei, adesso cosa fai?
D’improvviso - Lorenzo Fragola

Posteggio l’auto vicino alla villa, una delle tante, della Hunziker e di quel bel “fiöl” del Trussardi (così dice la gente!). Anni fa (molti!) era un grande magazzino del ”Mudandina” dove si vendeva scampoli di tessuti (così dice la gente!). Via verso la prima stazione di Almè. La ciclopedonale è completamente asfaltata (a nuovo!) e percorre per quasi la sua totalità il vecchio sedime della dismessa ferrovia della val Brembana che fino agli anni 60 operava tra Bergamo e Piazza Brembana. Mi ricordo il tracciato: percorreremo antichi ponti, gallerie e aree tranquille con scorci semplici ma meravigliosi sulla valle ed il fiume Brembo. Si prosegue a mezza costa con scorci sul paese di Almenno San Salvatore ed il fiume Brembo. Percorriamo la prima galleria scavata nella roccia e raggiungiamo Fonderia, frazione di Villa d’Almè. Il nome Fonderia prende nome da una fucina settecentesca che produceva cannoni per l'arsenale di Venezia. Proseguiamo diritto tra alcuni campi coltivati e raggiungiamo la stazione di Clanezzo dove proseguiamo nella galleria (attenzione: bivio per la ciclabile della Valle Imagna). Ora è un susseguirsi di boschi, gallerie e ponti e risale la stretta valle fiancheggiando le località di Campana, Botta e Lisso.

Generale dietro la stazione
Lo vedi il treno che portava al sole
Non fa più fermate, neanche per pisciare
Generale - Francesco De Gregori

Oltre il cementificio la ciclabile prosegue sotto i ponti di Sedrina. Continuiamo sotto l’enorme viadotto di Sedrina ed a breve giunge in località ponti, famoso luogo per la presenza dei 5 ponti che attraversano l’orrido di Sedrina. I 5 ponti sono opere di epoche diverse. I primi costruiti dal 1591 al 1593 durante la realizzazione della via Priula, opera del progettista Alvise Priuli importantissima per l’epoca che collegò Bergamo e Morbegno; l’ultimo, il viadotto più in alto a quattro corsie, è stato realizzato nel 1981 ma è in studio la sua demolizione a causa del suo impatto estetico “pesante” sulla valle (così dice la gente!). Quest’area è famosa per un fatto risalente alla dominazione napoleonica: si racconta che nel 1806 il celebre brigante bergamasco Vincenzo Pacchiana (Paci Paciana) fuggì dalla gendarmeria gettandosi da questi ponti nel Brembo. Si prosegue oltre lungo l’ultima galleria delle 10 presenti e dopo una lieve salita si raggiunge il termine della ciclabile, poco oltre la galleria stradale nella zona delle Grotte delle Meraviglie al limitare del paese di Zogno. Sorpresa! Un nuovo tratto passa tra il fiume e i vari capannoni industriali sbucando a metà della statale. Bell’opera! Manca il tratto che da qui porta al grosso piazzale del mercato di Zogno e del percorso lungo la trafficata statale…ciao pep…rimarrà solo un ricordo. Forza, dunque, amici dell’Amministrazione Comunale. Forza! Puntiamo per il pranzo verso la trattoria “Il nuovo sogno”: buon pranzo…veramente buono! Ritorniamo sui nostri passi fino all’ultima galleria. Con una piccola deviazione passiamo “sul retro” per vedere le numerose vie di arrampicata che ci sono (poco conosciute!), ognuna con nome e grado di difficoltà. Il buon Edo si cimenta con una abbastanza semplice. Pazzo! Senza l’imbracaduta! Pazzo!

Ancora qui
E sentirò l'amico treno
Che fischia così
Il ragazzo della via Gluck - Adriano Celentano