venerdì 12 novembre 2021

11 novembre 2021
Fra Galdino & l’Estate di San Martino


DISTANZA km12,900 - DISLIVELLO m830 in salita, m840 in discesa

Il conto alla rovescia è partito: è arrivata l'Estate di San Martino. Nel pieno della stagione autunnale, prima che faccia capolino l'inverno, può succedere che ci siano alcuni giorni di bel tempo. Pioggia, nebbia e freddo, possono lasciare spazio a qualche giornata di sole, ma soprattutto a un leggero rialzo delle temperature. Non si tratta di un colpo di coda dell'estate, ma piuttosto di un vero e proprio fenomeno avvolto da miti e leggende che sono entrate a far parte della credenza popolare. L'Estate di San Martino si verifica solitamente intorno all'11 novembre e la sua durata è espressa da un famoso detto popolare: "L’Estate di San Martino dura tre giorni e un pochino".
Una leggenda narra che un giorno d’autunno, mentre usciva a cavallo, Martino s’imbatté in un uomo molto povero, nudo e infreddolito. In quel giorno, in cui era proprio il maltempo a farla da padrone, Martino s’impietosì e decise di aiutare il povero. Senza pensarci due volte tagliò il suo mantello di lana per donargliene metà. Di fronte a quel nobile gesto, la pioggia dopo pochi istanti smise di cadere, il cielo si aprì e spuntò il sole, facendo diventare la temperatura subito più mite. Martino quella notte sognò Gesù che gli rivelò di essere lui il mendicante al quale aveva donato il mantello.
Durante l’estate di San Martino venivano rinnovati i contratti agricoli annuali: il detto "fare San Martino", cioè traslocare, viene proprio da qui. Tradizionalmente durante questi giorni si aprono le botti per il primo assaggio del vino nuovo.






































Il gruppo dei Corni di Canzo è una delle zone del Triangolo Lariano più conosciute. La loro sagoma è inconfondibile: tre cime rocciose dall’aspetto arrotondato, tali da sembrare dei “corni”, ben visibili dalla pianura: il Corno Occidentale m1372, il Corno Centrale m1366 e il Corno Orientale m1232. Una curiosa leggenda attribuisce l’origine dei Corni di Canzo a un’epica lotta tra arcangeli e diavoli. Il generale dei demoni, Canzio, essere gigantesco e terribile, fu “beffato” da un furbo angioletto che, approfittando di un momento di debolezza dell’avversario, gli soffiò in faccia polvere di elleboro, dal potere starnutatorio. Il diavolo non riuscì a reprimere un colossale starnuto, così potente che la sua testa andò a conficcarsi in terra e le sue enormi corna si staccarono di netto dalla fronte, dando così origine alle nostre montagne.
Il torrente Ravella, che dà il nome alla valle, nasce a circa 1000 metri di quota sotto la Colma omonima; ha scavato profondamente il suo alveo e scorre incassato fra ripidi versanti fino a Canzo, prima di gettarsi nel Lambro. Sulla sua destra orografica rimangono notevoli terrazzi morenici sui quali anticamente furono costruite le tre “Alpi”. Fino alla fine degli anni cinquanta del secolo scorso risiedevano numerose famiglie dedite all’agricoltura e all’allevamento del bestiame, come si può rilevare dalla presenza di fabbricati rurali a Prim’Alpe (detta anche Alpe Grasso per l’abbondanza dei foraggi), Terz’Alpe (Alpe Piotti) e di ruderi in località Second’Alpe (Alpe Betulli o Alpe del Sole, perché ben esposta).
Note dell’escursionista: per la salita ai Corni di Canzo una delle vie più frequentate passa attraverso il Sentiero Geologico della Val Ravella, che ha inizio in località Gajum, in Comune di Canzo m485 e termina al Rifugio Terz’Alpe m792. Mi concedo una piccola deviazione per il Belvedere di Prà Baton: una ampia panoramica sulla valle e, soprattutto, su San Miro. Lascio la larga strada acciottolata e scelgo il Sentiero Spirito del Bosco, sia “per di su” che quello “per di giù”, andando “per di qua” ma anche “per di la”. Dal Rifugio Terz’Alpe proseguo per la Colma di Val Ravella m1000 e per la Forcella dei Corni m1300 posta tra il Corno Occidentale e quello Centrale. Un punto importante di appoggio nella zona è il Rifugio SEV di Pianezzo m1225 appena sotto; sul suo vasto pianoro è situata la graziosa Cappella dei Caduti. Con un percorso “quasi in piano”, passando sotto il Canyon del Pilastrino, raggiungo la grande croce posta sul Corno Orientale m1232 e, scendendo alla Bocchetta di Luera m 1209, passando per la Sorgente dell’Acqua del Fo m1000 faccio ritorno alla Colma di Val Ravella. Insomma: visita al Corno Orientale e anello del Corno Centrale…non male…non male! Per il ritorno seguo il Sentiero dei Giganti, ripassando da Terz’Alpe, curiosando a Second’Alpe (gigantesco tiglio) e, passando dalla Cappella e Sorgente di Sam Gerolamo m728, ritorno a Prim’Alpe.
Lo sempre detto: con un po’ di caffeina in corpo divento una persona migliore!

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