lunedì 28 febbraio 2022

 GALDI - 27 febbraio 2022

Il monte Megna è una cima di modesta altitudine completamente ricoperta da bosco, con solo due aree pratose situate nei pressi della sua panoramica cima. Dalla vetta si gode un colpo d’occhio davvero di prim’ordine, soprattutto sulle Grigne e i laghetti della Brianza.

Distanza km13,400 - Dislivello m680 in salita, altrettanti in discesa

Trovo sulla carta questo Monte Megna, di cui non conoscevo l'esistenza fino a una settimana fa (giro al laghetto di Crezzo). Vari sono i sentieri: decido per la salita da Lasnigo, in modo da poter fare un bell'anello rimanendo su dislivelli e tempi di percorrenza abbastanza contenuti. A Lasnigo m563, appena sopra la piazzetta, un comodo parcheggio (15-20 posti) permette di lasciare l'auto proprio nel punto di inizio (e fine) dell'anello. Seguendo la palina, con un breve strappo su asfalto, raggiungo la Chiesa dei Morti di Valmorana. Da qui, su sterrata ora pianeggiante, mi porto al piccolo nucleo di baite dell’Alpe di Megna m659, dove inizia la vera salita alla cima. Anna, una bella signora con il pancione, mi assicura che, nonostante le indicazione su di una paletta, saliremo in molto meno tempo. Il sentiero è davvero piacevole, specie nella prima parte dove si ammirano, tra i rami ancora spogli, alcuni scorci sui Corni di Canzo, mentre nel sottobosco la primavera inizia a farsi vedere. Ad un primo tratto di salita molto blando ne segue uno leggermente più ripido che ci porta a raggiungere per un attimo la dorsale. Prendiamo il sentiero seguendo le indicazioni ed in breve giungiamo ad una scritta su un sasso (Croce Giubileo 2000): in pochi minuti sbuchiamo sul crinale erboso, da cui raggiungiamo in un attimo la croce di vetta del Monte Megna m1033. Siamo su una cima dal panorama davvero fantastico, reso ancor più bello dalla giornata inaspettatamente limpida per febbraio. Dopo un po’ di relax in quasi totale solitudine (puttanaio di gente!), godendoci il sole e la bella arietta che tira quassù, viene il momento di ripartire e così, scattate le ultime foto, e salutata Anna, augurandogli “figlio maschio”, mi rimetto in cammino. Proseguo per la Conca di Crezzo, seguendo il sentiero che si tiene sul crinale. Con continui saliscendi, mai comunque lunghi o impegnativi, tocco altri piccoli rilievi, del tutto insignificanti anche se forse un paio sono più alti della cima con la croce. Il panorama purtroppo è fortemente compromesso dal fitto bosco che mi circonda, si vedono solo alcuni scorci delle Grigne tra i rami. Seguendo il Sentiero del Tivano, finiti i cucuzzoli, con una breve discesa nella faggeta, sono in vista della Conca di Crezzo m820. Il laghetto di Crezzo, situato nell’omonima conca, è un piccolo ambiente umido ancora ben conservato, in un contesto paesaggistico molto suggestivo, circondato dal verde delle montagne, con una vista spettacolare sull’imponente massiccio delle Grigne.
Devio di qualche metro per scendere nei pressi dello stagnetto della Conca, quindi prendo la stradina asfaltata verso Lasnigo. Il primo tratto di strada è anche carino, costeggiando in falsopiano il torrente Lambretto e ampi prati verdissimi (?). Dopo la Cappelletta degli Alpini il percorso si fa più noioso, ma per fortuna si tratta di pochi minuti ed in breve sono di nuovo a Lasnigo.
Davvero una bella scoperta questo Monte Megna, non solo per i bellissimi panorami ma anche per gli ambienti attraversati e per l'ampia rete di sentieri che ne percorre i vari versanti. Mi chiedo come mai sia così poco frequentato (???!). Avrei la mia opinione ma preferisco… fà la figüra del ciocolatér.
Il percorso effettivamente è stato più lungo del programmato, ma…sai…la curiosità del posto “nuovo” mi ha spinto a girare di qui…girare di là…finchè le gambe non hanno cominciato a fare “giacomo giacomo”!
































venerdì 25 febbraio 2022

 EDO & GALDI - 24 febbraio 2020

Un balcone naturale e spettacolare sul ramo lecchese del lago di Como, dove il Lario si divide in due disegnando quella sagoma unica che l’ha reso celebre a livello internazionale. Stiamo parlando dell’Alpe di Mezzedo, località lungo il Sentiero del Viandante, al confine tra i comuni di Lierna ed Esino. Credetemi: qui si trova uno dei punti panoramici più belli e affascinanti del territorio lecchese, ma forse poco conosciuto, rivolto sul lago con una splendida vista proprio nel punto in cui il "Lake Como" si divide in due. Basta sedersi sulla panchina, fatta alla maniera campagnola, con semplicità e con materiali grezzi, rivolta verso Bellagio, per apprezzare sia la sponda lecchese sia quella comasca, intravedendo anche l'Isola Comacina. Uno scorcio naturale unico e spettacolare.

La salita per raggiungere questa panchina unica nel suo genere è un po' impegnativa ma sicura e fattibile. Si può lasciare l'auto in uno dei parcheggi di Lierna o salire in località Genico (piccolo posteggio per poche auto: impossibile nei weekend…ma oggi è giovedì!). Si segue il percorso lungo il sentiero 71 (attenzione: non 71A…71B…solo 71!), passando all’interno della frazione fino ad una bella e rustica fontanella. Il sentiero, che sale per boschi, è sassoso, con improvvise scalinate naturali sistemate dall’uomo, fino alla suggestiva forra del Fosso Brentalone, e poco sopra, alla Croce di Brentalone m650, un bello e suggestivo primo scorcio. Da qui si prosegue in costa, sempre in salita, fino ai soleggiati prati e alle baite dell’Alpe Mezzedo m868. Si tratta di una meta davvero imperdibile per gli appassionati di lago e montagna, senza voler dimenticare il valore aggiunto rappresentato dalla storia e dalla cultura legati al Sentiero del Viandante, tra panorami davvero mozzafiato.