GALDI
28 giugno 2020
La partenza avviene solitamente dal
centro di Vedeseta m820 ma è possibile anche dal ponte della Lavina m680: i due
percorsi, dopo una mezz'oretta, si uniscono. Io preferisco il
percorso da Vedeseta complice…il cafferino al bar!. S’imbocca la mulattiera che, stretta
tra le abitazioni, scende nei prati da sfalcio fino ad
addentrarsi in un bosco di latifoglie. Un tratto di debole discesa porta a un
caratteristico ponticello di legno che permette di superare il primo dei tanti torrenti. Si
oltrepassano alcune cascine, oramai in grande disuso, fino a immettersi nel
tracciato che proviene dal ponte di Lavina. Ora il sentiero si fa più
pianeggiante, allungandosi in un bel bosco di faggi. La valle, oltre che di
acque è ricca anche di boschi, dove prosperano carpini, olmi, ciliegi
selvatici, qualche raro castagno, tigli, frassini, faggi, aceri, sorbi degli uccellatori,
noccioli, abeti rossi e tante varietà di fiori di bosco. Se ve lo dico io che mi
piace aromatizzare…la grappa! Questa selva lussureggiante è l'habitat naturale
ideale per animali di bosco come scoiattoli, ghiri, faine, lepri, caprioli,
tassi, volpi e molte varietà di uccelli (Porca puzzola! Ma dove sono?). Negli
anni ‘50/’60 la valle ospitava una splendida colonia di vischio, l'unica
esistente in provincia di Bergamo e una delle più consistenti nel territorio
nazionale. Essa formava una vera e propria foresta che si
estendeva sui due versanti della valle: sopravvivono oggi solo rari esemplari,
sparsi qua e là. Un tratto in salita ci conduce a uno dei vari ponti di ferro e
cemento costruito dalla Società Orobia (ora Enel) per agevolare il lavoro dei
guardialinee. Continuando in salita, mai faticosa, si raggiunge un altro
ponticello, poco oltre il quale, in una radura sulla nostra destra, una freccia
indicatrice invita ad abbassarsi sul greto del fiume, nei cui pressi ci si
potrà dissetare con l'acqua ferruginosa di una piccola sorgente. Dopo questa
sosta, accompagnati dal rumore del torrente, si attraversa un nuovo ponte poco
prima che il sentiero, finora altalenante, inizi a salire con notevole ripidità
fino a giungere nell'area dove, sul versante di fronte, vi sono le sorgenti del
torrente Enna. Intanto osserviamo una spumeggiante bianca cascata del torrente
(“Fiume Latte”, bianco come il latte per l'acqua bianca delle cascate) in una
profonda marmitta fluviale. Per vedere da vicino le sorgenti dell'Enna, occorre
attraversare con attenzione il torrente Remola su massi un poco instabili e
scivolosi. Raggiunta l'altra sponda, si risale il ripido pendio lungo un
sentierino reso viscido dall'umidità e dal muschio presente sui sassi.
Affascinante ed emozionante lo spettacolo delle cascate, formate
dall'abbondante acqua appena fuoruscita dalla caverna sotterranea e subito
precipitante a valle a salti e cascate che tagliano la scoscesa roccia. Tutta
la zona è immersa in un’elevata umidità, provocata dai perenni spruzzi
dell'acqua scrosciante e saltellante di roccia in roccia, di balza in
balza. Una breve storia di questo
minuscolo torrente, circa 13 chilometri, ma geograficamente…ben incasinato!!.
Nasce da una piccola grotta situata nella parte inferiore della Costa del Palio,
nei pressi di Morterone (Lecco)
dove subito riceve da sinistra il suo primo affluente, il Remola e
con esso, proprio all'altezza della sorgente, forma il pozzo chiamato Fiume
Latte, una splendida marmitta dei giganti. Entra nella
bergamasca all'altezza del suo primo affluente sinistro, il Bordesigli, e
percorre tutta la Val Taleggio,
dividendo letteralmente la valle in due. Superato il comune di Taleggio,
l'Enna percorre una spettacolare forra lunga circa 3 chilometri, chiamata l'Orrido della Val Taleggio per
poi confluire nel fiume Brembo a San Giovanni Bianco. Proseguo
l'escursione...verso Morterone, piccolo paesino accovacciato sul fianco
orientale del Resegone. Il sentiero ora sale in ripida ascesa, guadagnando
presto in quota, innalzandosi sopra il torrente Remola. Dopo una bella
scarpinata, si giunge a circa m915, in un punto molto panoramico sul Monte
Resegone. Un susseguirsi di salite e discese attraverso un bosco per fungaioli
ci conduce al vecchio ponte di corda, oggi in ferro e legno, da cui si risale
l'opposto versante. Alcuni saliscendi portano al greto di un immissario di
solito in secca m900 che viene attraversato e in men che non si dica; in
salita, si esce dal bosco per trovarsi in ampi prati costellati da cascine, in
località Carigona di Morterone, godendo di un vasto panorama sul versante
orientale del Monte Resegone, sulla Costa del Palio e sulla Culmine di San
Pietro. Ancora pochi minuti e siamo arrivati. Il rientro, dopo un veloce saluto, con birretta, agli amici della Trattoria dei Cacciatori, seguendo
l'itinerario dell'andata.
GPS Tracker
Distanza km11.650 - Dislivello m595