domenica 21 giugno 2020

GALDI
21 giugno 2020


I Piani d'Ern(i)a: località montana posta a m1375 nel territorio di Lecco, sovrastata dal monte Resegone. Unico “mezzo meccanico” per arrivarci è la funivia. Fu realizzata nel 1965 e la località iniziò a essere meta di escursionisti durante la stagione estiva e di sciatori durante il periodo invernale. Fu realizzato un piccolo comprensorio sciistico, che arrivò a contare una manovia per principianti e quattro skilift denominati Chignolo, Roccia, Teggia e Bocca2. Dopo l’epoca d’oro negli anni ‘70 e ‘80 la diminuzione delle nevicate creò difficoltà ai gestori per l’apertura regolare degli impianti, che nelle stagioni più difficili funzionavano solo per poche settimane. Oltretutto nei primi anni del nuovo millennio gli impianti della stazione, funivia compresa, erano ormai tutti prossimi alla loro scadenza di "vita tecnica" e per restare attivi sarebbero dovuto essere quasi totalmente ricostruiti. 
Nel 2006 gli enti territoriali locali decisero di affidare la gestione della stazione a una nuova società, che avrebbe dovuto impegnarsi nell'intervento di rinnovo della funivia. La funivia, completamente rinnovata, riprese a funzionare nell'estate 2008. Il futuro dei Piani d'Erna non sarebbe stato più quello di località sciistica, ma di area divertimenti estivi e invernali, oltre a restare un importante punto di partenza per le escursioni verso il Resegone. La località vide la realizzazione di un parco avventura, attivo durante la stagione estiva, e l'installazione di un tapis roulant, a servizio di una pista di tubing in estate e di una per snow-tubing, bob e slittini durante l'inverno. Dei vecchi skilift dei Piani d’Erna sopra Lecco non resta veramente più nulla. Proprio in questi giorni Chignolo, Roccia, Teggia e Bocca2 e la manovia sono stati smantellati. Per rimuovere tutto il materiale sono stati necessari quindici giorni di lavoro e settanta viaggi con l’elicottero per trasportare via i rottami. Un intervento importante di rinaturalizzazione di un’area splendida come quella dei Piani d’Erna: era doveroso ripristinare il paesaggio perché possano crescere come meta turistica. 

Io, però, “gambe sulle spalle”, lascia la macchina poco prima della “Sbarra” di Brumano. Incontrerò un caos di gente diretta alla cima del Resegone. Si “salicchia” in direzione del rifugio del Grande Faggio con il gigantesco secolare Faggio (merita la maiuscola iniziale!) che impone il nome al rifugio. Si prosegue risalendo la stretta conca (Foo dal Bùs) e il sentiero che arriva presso la Bocchetta del Palio da dove è possibile avere un bel panorama su Morterone e le Grigne. Una breve pausa (sono anziano!) e proseguo il cammino in direzione della Sorgente delle Forbesette. Lungo il percorso si passa presso una vecchia carbonaia (pojat) e una vecchia fornace da calce (calchera) con annessi cartelloni esplicativi interessanti. Arrivati alla sorgente m1400, si prosegue in un bel bosco di faggi fino al Passo del Giuff m1518, il punto più altro di questa bella camminata. Il sentiero ora scende verso i Piani d'Erna, passando per alcuni punti panoramici con una bella vista sulla Forcola, il Monte Due Mani e i Piani Resinelli. Raggiunta la Fonte Pesciola, si passa dalla Sella o Forcella o Bocca d'Erna m1291 dove, dopo aver visitato la piccola semplice ma graziosa chiesetta, risalgo la strada sterrata verso la stazione della funivia per arrivare alla grande croce del Pizzo d’Erna m1373 che domina, con un paesaggio meraviglioso, il lago di Lecco e tutto il suo splendido comprensorio. Era il luglio 1956 quando le “Penne Nere” realizzarono la croce sulla guglia “avanzata” della caratteristica catena del Resegone. E’ stato un lavoro arduo e difficile: non c’era ancora la funivia e fu necessario portare tutto il materiale occorrente a dorso di mulo su impervi sentieri. Ma sono arrivato anch’io!. Ho seguito le indicazioni DOL (Dorsale Orobica Lecchese) o Dolori Origine Lombare. Sono anziano…lo già detto? 

















 











GPS TRACFKER 
Distanza km16,330 - Dislivello m673 

Bella giornata di sole, calda ma leggermente ventilata. Anche il Resegone non aveva il “tradizionale” cappello. Un profumo di muschio e corteccia impregnava l’aria: nel bosco si stava veramente bene. Gran bel giro! Sulla strada del ritorno dopo, come tutti gli italiani, aver fatto il parroco, il medico, l'avvocato e l'allenatore, ho dovuto indossare i panni del ginecologo per la nascita di due bei caprettini!

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