sabato 13 giugno 2020

GALDI
13 giugno 2020


Morterone è considerato il più piccolo Comune d’Italia. In realtà non è il più piccolo, ma il meno abitato, con i suoi trenta residenti nominali e tre-quattro nuclei familiari effettivi per tutto l’anno. 
Esso rappresenta un’anomalia: appartiene politicamente alla Provincia di Lecco, ma fisicamente ricade in tre valli diverse, che si diramano dal Resegone. Infatti, per buona parte si trova alla testata della Val Taleggio; un’altra porzione del territorio comunale è nella val Boazzo del torrente Caldone, che scende verso Lecco, e infine un’appendice scavalca la Costa del Palio per affacciarsi in Valle Imagna. Oltretutto, è compreso nella Comunità Montana Valsassina: un vero puzzle geografico! 
E’ sicuramente un luogo affascinante, prima di tutto perché sembra che il tempo qui si sia fermato a molti anni fa: un angolo ancora autentico e poco industrializzato della più industrializzata Valsassina. Situato a mille metri di quota, raggiungibile solo dopo aver percorso i quattordici chilometri e gli innumerevoli tornanti, per questo suo isolamento si è conservato pressoché integro dal punto di vista ambientale. La strada, infatti, è stata inaugurata nel 1949, fino allora il Paese era collegato a Ballabio solo con l’antica mulattiera nella valle del Caldone, che rimane tuttora un incantevole percorso con i suoi ponti in pietra e la sua forra. Il Paese non ha un nucleo centrale dominante, ma è costituito da una galassia di frazioni. La più interessante è Frasnida che conserva le “piotte”, caratteristiche abitazioni tutte in pietra, tetto compreso, così peculiari dell’area attorno al Resegone. 
La storia di Morterone non è perfettamente chiara: poche le notizie sulle sue origini. I primi documenti che testimoniano l’esistenza sono datati 1266, quando Morterone era un piccolo borgo della Comunità di Lecco ed era alle dipendenze dell’arcivescovo di Milano. Nel XIII secolo la Chiesa di Morterone faceva parte della Pieve di Lecco insieme a quella di Brumano. Nel 1600 raggiunse una piena autonomia e importanza pervenendo a uno dei momenti più floridi della sua storia. Nel 1700 Morterone contava trecento abitanti, dieci volte quelli attuali, sparsi appunto nelle varie frazioni e località del territorio. Vivevano sfruttando le poche risorse locali, cioè il bosco e il pascolo, ma riuscivano a sopravvivere grazie all’emigrazione stagionale: molti bergamini passavano l’inverno in pianura insieme al bestiame, e tornavano in paese con le mandrie dalla primavera all’autunno. Le testimonianze parlano di oltre cinquecento paghe (vacche adulte) al pascolo sui terreni comunali. 
Il Comune era (ed è tuttora…) diviso in due parti da una linea fisica, la Val di Campècc: di sotto la tale linea si trovano le frazioni più solive, cioè Pradelli, Olino, Bruga, Medalunga, fino alla frazione Centro, che erano stabilmente abitate tutto l’anno, mentre sopra la linea ci sono le località poste sul versante nord della Costa del Palio, che vedono poco o niente sole d’inverno, abitate solo d’estate dai bergamini. Fra queste rientra Frasnida, e le vicine Zuccaro, Selvano, Tesöla, Fraccio. Ovviamente, fra i due diversi gruppi di abitanti c’era rivalità: gli stanziali erano chiamati “Bar”, come il maschio della pecora, e si dedicavano soprattutto al commercio di legna, taleggi, carbone; i bergamini invece si occupavano solo dell’allevamento delle vacche, seguendo le mandrie nella transumanza stagionale, ed erano visti un po’ come nomadi, vagabondi. 
I bergamini furono i primi a stabilirsi definitivamente in pianura, a cominciare dagli anni ’50; gli stanziali scesero a valle qualche anno dopo, alla spicciolata, ma il risultato è stato lo spopolamento del paese. 
Di grande importanza è la Chiesa dedicata alla “Beata Vergine Assunta”. La chiesa ha origine romane ed è citata in un documento del 1363 anno, per altro, della sua consacrazione. Di rilevanza al suo interno è la Pala di Francesco Quaglio (1742), l’Altare Fiore e il Battistero, due sculture create dall’artista Rudi Wach. All’esterno la Grande Madre in bronzo sempre opera del Wach. 
Sempre rimanendo in tema artistico consiglio la visita del Museo d'Arte contemporanea all'Aperto di Morterone, che conta più di trenta opere (immerse nella natura e disseminate tra le case del paese e sulle pareti degli edifici). Un vero museo a cielo aperto con sculture che sono state realizzate dai grandi protagonisti dell’arte internazionale. 

GPS Tracker 
Distanza km14,930 - dislivello m548





























Una camminata tranquilla nel silenzio rotto solo dai campanacci delle mucche al pascolo e nel profumo dell’erba, che sebbene non ancora tagliata, profuma già di fieno. Una marea di ricordi, di risate, di persone (Marco, Paolo,...) che non ci sono più, di faggi giganteschi, di amici, di mangiate alla Trattoria dei Cacciatori,…bello! 


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