lunedì 25 settembre 2017

 24 settembre 2017

Il Rifugio Oltradige / Überetscher Hütte m1773 è situato in località Piccola Cerva nella catena della Mendola in una posizione estremamente panoramica sulla Valle dell'Adige. 
Dalla sua terrazza a picco sulla valle si possono ammirare nella loro interezza i gruppi dolomitici del Latemar, delle pale di San Martino e della Marmolada, tutta la catena del Lagorai fino al gruppo di Cima d'Asta. Costruito nel 1913 dalla sezione Überetsch del DÖAV è passato alla sezione del CAI di Bolzano nel 1924. La struttura originaria è rimasta intatta così da offrire all'escursionista l'esperienza di visitare un "Rifugio di una volta".
E' punto di riferimento per l'ascensione alla cima più alta del gruppo della Mendola attraverso la via ferrata del Roen che inizia in prossimità del Rifugio. E' un sentiero attrezzato di facile percorribilità, particolarmente indicato per chi si appresta ad approcciarsi alle vie ferrate dolomitiche. Una tranquilla camminata che, partendo dal Passo della Mendola m 1363 (confine tra Trento e Bolzano), tra boschi  e prati, su una larga sterrata, ti porta in circa 2 ore a questo delizioso e tranquillo rifugio.
Mahh!! Per me non ce la fa!!!

Si all'orso e al lupo in Alto Adige...no in Lombardia!!!
La chiesetta dedicata alla Madonna delle Nevi
In 45 minuti di ferrata si arriva la in alto:
Ingegnoso stratagemma per collegare la cucina con la Self Area
Anche questa volta lo strudel non sono riuscito a mangiarlo!
Forza Morla!! E pensare che è vuoto!!!
Un bel incontro!
Maria! Ma non è meglio la borsetta alle tue spalle???
L'Edo sta già pensando al prossimo trekking!
L'avevo detto in tempi non sospetti che non ce l'avrebbe fatta!!
  " Sprechen Sie Deutch" fino a Bolzan
ma da 'sta banda, ma da 'sta banda;
" Sprechen Sie Deutch" fino a Bolzan,
ma da 'sta banda se parla italian.

giovedì 21 settembre 2017

21 settembre 2017

Il Monte Palanzone è la seconda cima, la prima è il San Primo, di quell'area che viene comunemente chiamata "Triangolo Lariano". Raggiungerne la cima posta a m1434 è alla portata di tutti: in circa un’ora e mezza e con un dislivello abbastanza contenuto costituito da continui strappi con brevi ma irti saliscendi, possiamo godere di un panorama molto bello aperto sull'intero arco alpino, con particolare riguardo per le Grigne e, nelle belle giornate, addirittura sugli appennini.
Data la facilità di accesso alla cima, il monte Palanzone si presta molto bene anche per una bella escursione invernale sulla neve. In questo caso seguendo la sterrata si arriva al rifugio Riella m1285 aperto tutto l’anno il mercoledì e dal venerdì alla domenica.
Saliamo in auto alla Colma di Sormano m1124; dopo aver parcheggiato (abbastanza salato il costo!) notiamo proprio di fronte al piccolo osservatorio astronomico, dove è posta anche una bicicletta in onore delle eroiche imprese ciclistiche che sono avvenute lungo queste strade, una carrorrabile che si inoltra nel bosco. Superiamo una sbarra e proseguiamo lungo la carrozzabile; dopo circa un quarto d'ora arriviamo ad una serie di bivi.
Qui possiamo decidere di salire lungo il crinale abbandonando la strada e seguendo invece una traccia di sentiero. Dopo un tratto un po' ripido, raggiungiamo nuovamente la strada sterrata abbandonata al precedente bivio.
A questo punto torniamo a seguire la strada e, con una serie di salite ripide, ci troviamo sulla cresta spartiacque. Qui una leggera discesa ci conduce alla Bocchetta di Caglio m1300 circa e punto abbastanza panoramico verso la Brianza e i laghi di Annone e Pusiano.
Proseguendo invece sulla sterrata, arriveremmo in circa trenta minuti al rifugio Riella (o Palanzone).
Noi prendiamo per il crinale che, con una salita un po' faticosa ma per fortuna breve, ci porterà al primo dei due dossi che ci separano dalla cima del Monte Palanzone m1434, sulla cui cima è ben visibile una curiosa piramide in pietra. In circa 10 minuti si può raggiungere il rifugio Riella, posto proprio sotto la cima, ma la discesa, prima su prato e poi nel bosco, è molto ripida e diventa pericolosa in caso di pioggia o neve.
Dalla vetta è possibile ammirare un bellissimo panorama sul lago di Como, la Brianza, il gruppo delle Grigne, del Resegone e i Corni di Canzo. In lontananza, anche un ignorantone come me, ha riconosciuto le sagome inconfondibili del Monte Rosa, del Cervino, del Disgrazia.


 Altro non so o…non voglio dirvelo! 

lunedì 18 settembre 2017


La Forra del Lupo – Wolfsschlucht è uno dei percorsi tematici dedicati alla Grande Guerra del 1915-1918 tra i più belli ed emozionanti del Trentino. Ciò che lo rende unico è il tracciato, che porta l'escursionista in una gola, tra alte pareti di roccia (spettacolari i passaggi!), dove gli austro-ungarici scavarono trincee e profondi ricoveri. Così come sono spettacolari i panorami (bellissimi!), sull'alta valle di Terragnolo, sul passo della Borcola e sull'imponente massiccio montuoso del Pasubio, teatro di aspri combattimenti. Il percorso ad anello, che sale gradualmente il versante destro della valle di Terragnolo, porta alla scoperta di questo sistema di trincee realizzate sul crinale della Martinella, nel tratto che dal paese di Serrada e raggiunge Forte Dosso delle Somme. 

I colori dell'autunno: mantelle gialle, rosse, blu,...

I motivi per scegliere questa piacevole passeggiata sono numerosi. Anzitutto l'immersione nella natura, quindi la scoperta di quello che fu il forte più avanzato dal punto di vista tecnologico dell'intero complesso degli altipiani: il forte Dosso del Sommo (o forte Dosso delle Somme) che gli austriaci chiamavano invece Werk Serrada. Fu da questo forte che il 15 maggio 1916 partì il tiro preparatorio d'artiglieria della cosiddetta Strafexpedition o più correttamente “Offensiva di primavera” del 1916. 


Quello che oggi resta è una struttura molto danneggiata dai bombardamenti italiani durante la guerra, ma soprattutto dalle demolizioni effettuate nel 1936 per il recupero delle putrelle d'acciaio contenute nella struttura. Per questo motivo è da considerare assolutamente pericolosa ogni esplorazione interna del forte. Costruito tra il 1911 e il 1914 era servito da una strada militare che saliva dal paese, ancora oggi percorribile a piedi o in MTB, armato con obici da 100 mm in cupola corazzata girevole e con 22 postazioni per mitragliatrice oltre a un osservatorio corazzato e un potente riflettore. 


Era diviso in tre blocchi separati con una prima sezione dedicata agli alloggi e ai servizi logistici. Una galleria di 65 metri la collegava a un secondo blocco dotato di cupole corazzate e di un osservatorio. L'ultima parte comunicava con le altre attraverso un tunnel formato da 200 gradini e ospitava le postazioni per mitragliatrici e cannoncini da 70 mm. Per confondere il tiro italiano erano state poste lamiere e finte cupole sul lato rivolto verso Fondo Piccolo. 


La lunga trincea, per la quale si è mantenuto il nome di Forra del Lupo o Wolfsschlucht usato durante la guerra, è stata riscoperta quasi casualmente nel 2014 dopo decenni di oblio: un gruppo di volontari ha riconosciuto la zona in alcuni dipinti di Albin Egger e nelle foto di un ufficiale austro-ungarico, Ludwig Fasser, e ha cominciato a organizzare il recupero. Lungo i vari sali e scendi del sentiero si incontrano anche numerose fotografie e racconti risalenti al periodo del conflitto che testimoniano le condizioni di vita dei soldati sul fronte austroungarico, come quelle del giovane soldato austriaco Ludwig Fasser che con il suo libro di memorie ha testimoniato cosa accadde in queste trincee nel maggio del 1916; un vero cronista di guerra che ha saputo descrivere e raccontare gli orrori e le paure della vita sul fronte. Fanno davvero venire i brividi leggere questi brevi racconti che, grazie alle sue foto, sono stati immortalati e trasmessi in attimi di vita quotidiana vissuti durante i bombardamenti. Oggi, dopo anni di lavori non ancora conclusi, le sorprese continuano!.


Si parte dalla località Cogola, all’ingresso del paese di Serrada. Alla partenza un pannello illustra l’itinerario e offre un quadro delle principali vicende storiche che hanno interessato la zona. Lungo tutto l’itinerario, oltre alla segnaletica, sono presenti dei pannelli che presentano foto storiche che permettono di confrontare il paesaggio attuale con quello di cent’anni fa. 
Dopo un primo tratto nel quale il sentiero sale in un bel bosco di faggi, si giunge all'inizio della Forra del Lupo. Il percorso è scavato tra alte pareti di roccia e permette di percorrere lunghi tratti di trincea e osservare feritoie e osservatori posti a strapiombo sulla valle del Terragnolo. La vista spazia dal passo della Borcola al massiccio del Pasubio e alla valle di Terragnolo. 
Al termine della forra si raggiunge la località Caserme, dove sorgevano gli edifici che ospitavano la guarnigione del forte; il sentiero prosegue nella prima parte all’interno di una trincea e poi nei prati sottostanti fino al forte Dosso delle Sommo m1670. Per rendersi conto delle dimensioni e dell’organizzazione del forte è consigliabile girarvi intorno.


Per il rientro si può seguire il segnavia che porta al rifugio Baita Tonda. Il rifugio alpino è situato a m1640, sulla cima del monte Martinella, a cavallo tra l’altopiano di Folgaria e la valle di Terragnolo. Vanta il privilegio di poter regalare l’emozione di essere circondato da uno spettacolare e splendido scenario a 360°, abbracciati dalla più belle montagne del Trentino: dal monte Maggio al Pasubio, dal monte Zugna fino al monte Baldo dominando la Vallagarina, dall’imponente ghiacciaio dell’Adamello Pressanella alla maestosa catena del Brenta, che fa da sfondo al monte Bondone e alla Paganella, dalla riserva naturale della Scanuppia per finire al monte Cornetto….

Magia per i nostri occhi!!