venerdì 8 settembre 2017

UOEI - Sezione di Bergamo
Dolomiti Bellunesi - Trentino 
4 settembre 2017
CIMA E RIFUGIO ROSETTA
LAGHETTO E GHIACCIAIO FRADUSTA

"Ho fatto delle foto. Ho fotografato invece di parlare.
Ho fotografato per non dimenticare. Ho fotografato per non smettere di guardare".
Daniel Pennac


  
Dall'uscita della funivia della Rosetta, su evidenti tracce, che zigzagando risalgono il pendio fino alla vicina Cima della Rosetta m2743. Ridiscesi, si segue il sentiero che, in moderata discesa, conduce al Passo Rosetta m2572 e poi in piano fino al Rifugio Rosetta G. Pedrotti m2581. Bellissimo ambiente quasi lunare, con vista sull'altopiano delle Pale di San Martino, sul ghiacciaio della Fradusta e sulle varie cime del gruppo. 

La funivia Colverde - Rosetta proietta in breve tempo e senza fatica sino ai m2633 della stazione a monte posta proprio sul margine occidentale del grande altopiano delle Pale di S. Martino. Notiamo a settentrione l’immensa sagoma di Cima Vezana, massima cima delle Pale, mentre a sud siamo sovrastati dall’evidente struttura dolomitica di Cima Rosetta m2743. La salita a Cima Rosetta è un anticipo dell’escursione vera e propria per la Fradusta, tuttavia è una deviazione che si consiglia vivamente per godere senza alcuna difficoltà di un immenso panorama. Non vi è segnavia, tranne gli omini di pietra ma non è certo necessario considerato che la sommità è vicinissima ed evidente. Senza via obbligata guadagniamo il punto più alto salendo tra sfasciumi e detriti. Impressionante è la vista sul sottostante paese di S. Martino di Castrozza posto oltre m1000 sotto la nostra verticale. Nelle giornate più terse lo sguardo raggiunge l’orizzonte a occidente chiuso dai ghiacciai del Gruppo Ortles-Cevedale mentre nelle immediate vicinanze si staglia il gruppo del Lagorai. Più a nord scorgiamo il caratteristico cocuzzolo roccioso del Castellaz parzialmente oscurato dalle più alte cime delle Pale di S. Martino. Spostandoci a oriente notiamo le ondulazioni dell’altopiano delle Pale mentre verso sudest, quando la foschia non turba lo sguardo, è possibile notare addirittura il Mare Adriatico subito al di là delle vicine Vette Feltrine. 

Il rientro dal punto più alto di Cima Rosetta può avvenire a ritroso calando in direzione del già visibile Rifugio Rosetta Pedrotti. Si scende tra facili balze rocciose, sino a portarsi sull'ampio sentiero che dalla stazione a monte della funivia porta rapidamente sino al rifugio m2581. Proseguiamo a questo punto verso la Fradusta. Poco oltre il rifugio ignoriamo la deviazione che cala con il segnavia oltre il Passo della Roda in direzione del Rifugio Pradidali proseguendo invece sul nudo altopiano detritico. In questa prima parte il fondo roccioso è in debole salita, ma le pendenze risultano comunque contenute e tali rimarranno sino alla cresta sommitale della Fradusta. Notevole è inoltre la vista alle spalle in direzione di Cima Vezzana che domina dall’alto dei suoi m3192 l’intero altopiano. L’uniformità del percorso è interrotta, poco oltre, dallo scorgere per la prima volta la cupola sommitale della Fradusta con il suo piccolo ghiacciaio. In un panorama pietroso e lunare proseguiamo in deboli saliscendi prestando, in condizioni di scarsa visibilità e ghiaccio, estrema attenzione agli ometti di pietra e ai segnavia che sono provvidenziali considerato il paesaggio povero di punti di riferimento. Chiedendo informazioni agli escursionisti che stanno ritornando, interrompiamo la nostra escursione e decidiamo di tornare al rifugio a mangiare qualcosa di caldo. 

Il loro racconto ci fa “compiere mentalmente” il restante dell’escursione calcolando anche il cominciare della pericolosa, ancor più del ghiaccio, nebbia: “uno stretto solco con il sentiero che volge in una piccola gola dove la neve (e il ghiaccio!!) tende ad accumularsi e permanere sino ad estate inoltrata; un breve passaggio su placche rocciose inclinate e piuttosto lisce richiede attenzione per la leggera esposizione sul fondo del solco; subito oltre si affronta il nevaio ad inizio stagione altrimenti si risale, sempre su roccia, sino a raggiungere un culmine con ometto di pietra dal quale appare nuovamente la cima della Fradusta; si cala brevemente al di là della spalla in un ampio pendio dove la neve permane talvolta sino ad agosto per via del costone roccioso che protegge in parte dalla radiazione solare; senza difficoltà si volge in direzione della marcata sella del Passo di Pradidali Basso m2658 che si raggiunge su fondo roccioso (si tratta di un punto particolarmente bello per le magnifiche montagne dolomitiche che si osservano da questa posizione: verso sudovest svetta in particolare la colossale Pala di S. Martino mentre a sudest la vicinissima Fradusta sovrasta il valico con il suo piccolo ghiacciaio); ignorato il proseguo che cala verso il Rifugio Pradidali, si risale immediatamente un vicino cocuzzolo roccioso, lo si sormonta rapidamente godendo dalla sommità un grandioso panorama; si cala subito sul versante opposto dove, ad inizio stagione, è presente un minuscolo laghetto temporaneo; si procede, sovrastati dalla Fradusta, su fondo pietroso particolarmente sconnesso che, in debole saliscendi, conduce al bivio in coincidenza del Passo della Fradusta m2610, ignorando il segnavia per il Passo delle Lede. Un breve tratto su detriti ed ecco comparire a destra il bellissimo Lago della Fradusta nelle cui acque si tuffa la fronte dell’omonimo ghiacciaio”.

La vedretta è divisa in modo evidente in due parti: il settore superiore appena sotto vetta e la parte inferiore che si tuffa direttamente nel lago alimentato dal suo scioglimento. La separazione in due parti risale alla terribile estate del 2003, rimasta negli annali per l’incredibile morsa di calore che avvolse l’Europa per moltissime settimane. Il percorso per l’eventuale salita alla vetta della Fradusta m2939 è semplice ed intuitivo: gli ometti di pietra guidano sul crinale che appare roccioso e detritico ma mai difficile. In pratica non si affrontano tratti esposti e la cresta descrive un ampio semicerchio sulla sottostante conca occupata dal lago e dal ghiacciaio della Fradusta. Inutile dire che il panorama dall'alto sullo specchio d’acqua è spettacolare e costituisce il soggetto più attraente della salita, mentre in lontananza le cime più alte delle Pale di S. Martino delimitano l’estremità occidentale dell’altopiano delle Pale. Il panorama è vasto e istruttivo: la Fradusta è infatti in posizione privilegiata nell’ambito delle Pale di S.Martino. Verso nord si estende il vasto altopiano delle Pale mentre a nordest, nelle giornate più limpide, si arrivano a scorgere all’orizzonte i grandi ghiacciai delle Alpi Austriache. Il panorama appare sconfinato anche a nordovest con le Alpi Centrali all’orizzonte oltre alla vicina Cima Vezzana e al gruppo del Lagorai. A meridione lo sguardo si estende al Primiero in territorio veneto raggiungendo infine il lontano Mare Adriatico.

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