Arte, storia, cultura, ambiente, panorama
Sabato di sole (oggi c’è neve da
me!), ottima giornata per una passeggiata
alle pendici del Monte Canto. Parto dal Santuario della Madonna di Prada
in Mapello. L’origine di
questa chiesa mariana risale al XIV secolo e si rifà all’apparizione a una fanciulla della Madonna,
che fece sgorgare una fonte miracolosa sul posto. La chiesa è ornata da
stupendi affreschi: in una nicchia, in prossimità dell’abside, è ancora ben
conservato un affresco originale raffigurante una Madonna con Bambino. Il
Santuario ha uno spettacolare viale alberato realizzato nel 1919, costeggiato
da settanta tigli per ogni lato, secondo solo a quello del Santuario di
Caravaggio. Fu donato
agli inizi del Novecento dal Barone Scotti (ancor oggi presente la sua Azienda
Agricola) e sul quale vennero piantumati i tigli laterali come ringraziamento
alla Madonna per i soldati tornati dalla guerra. Lo seguo e mi porta all’imbocco
del centro storico dove e trovo la chiesa di San Girolamo, edificata nel XVII
secolo. Internamente la chiesa presenta un soffitto piano in legno a cassettoni
fittamente decorato e dorato. Il percorso prosegue nel
centro del paese, alla
piazza del Comune e della biblioteca (e al caffè!). Proseguo fino all’imbocco
della salita che mi porta alla Chiesa Parrocchiale di San Michele Arcangelo del
XVIII secolo. Sorge sul luogo dell’antico castello risalente al XII secolo. Tra
i rilevanti affreschi e dipinti che arricchiscono la sua navata, spicca la Crocifissione
di Carlo Ceresa del 1641. La vista si
apre sui tetti delle case circostanti, sui paesi adiacenti e sulle numerose
torrette che salgono verso il cielo. Una breve pausa per scrutare l’orizzonte! La
via termina al cimitero di Mapello,
dal quale inizia il sentiero sterrato nel bosco che parte in salita per poi
spianare dolcemente. Curiosi sono alcuni ometti di sassi che si trovano lungo
il sentiero che
tra vigneti e boschi (“Era bosco, poi
vigneto, poi ancora bosco,…”), ci regala a tratti un bel panorama.
Raggiungo la chiesetta della Madonna dei Cerri della fine del XV secolo. E’
dedicata alla Madonna della Neve e, ancor prima, era conosciuta come Madonna
dei Cerri: nome dovuto alla presenza nella zona di numerosi cerri. Chiamata
anche Chiesetta degli Alpini, i quali vi hanno aggiunto un sacrario a ricordo
dei soldati mapellesi caduti durante le due guerre mondiali. Nell’aiuola antistante si trova
anche un masso adornato da un
enorme cappello alpino e da un ulivo con una lapide commemorativa
dei morti di covid. Proseguo
salendo su strada asfaltata, passo per Cà Biolis e al termine della strada sono
in località Cabergnino, un complesso costruito in epoche diverse intorno ad una
corte. Salgo per la ripida salita in cemento e proseguo su mulattiera: da qui
nelle limpide giornate, tra filari di viti, si scorgono tratti dei Monti
orobici, la pianura sino agli Appennini Piacentini e la vetta del Monviso. “Scusi… ma per andare dove devo andare… dove
devo andare?”. “ Per di là…”. “Grazie e…buona giornata!”. Su una mulattiera
pianeggiante e tra le sculture di ferro recanti brani di poesie di Padre David
Maria Turolgo, teologo e
scrittore che
fondò degli anni 60 la Casa di Emmaus per l’accoglienza, giungo al borgo di
Fontanella con l’Abbazia di Sant’Egidio, frazione del comune di Sotto il Monte.
L’Abbazia di Sant’Egidio è un complesso costruito in stile romanico nel 1080 da
Sant’Alberto da Prezzate, un nobile di origine lombarda che fondò nel 1076 anche
l’Abbazia di San Giacomo in Pontida. Al suo interno si trovano raffigurante
Cristo Pantocratore, i simboli degli Evangelisti e al centro della parete
sinistra è raffigurato San Rocco, tra i santi Egidio e Sebastiano, Dio Padre
Benedicente e alcuni angeli. Altri affreschi rappresentano la vita di
Sant’Antonio Abate e la Madonna con il Bambino. Sulla parete di fondo della
navata si trova un Crocefisso del 1515. La visita della chiesa è possibile “dall’alba al tramonto”, come recita una targa affissa al portone
d’ingresso. E’ d’obbligo un giro
nel chiostro, dove si trova il sarcofago di Teoperga. Narra
una leggenda, che la principessa dei franchi divenne monaca, acquisendo fama di
santità e conseguente culto locale. La pietra tombale mostra una figura femminile
scolpita in tutta l'altezza della persona, adagiata sopra un drappo, con le
mani incrociate, la corona comitale in testa e il vestito coperto da un
mantello. Nel centro del sarcofago è scolpito uno stemma con mitra. Avendo
ancora buona gamba (ed io ne ho due!) salgo fino alla chiesetta di Santa
Barbara, e poi ai ruderi del Canto (unica abitazione ancora esistente porta il
numero civico 3780, i passi che servono per raggiungere Pontida), dopo poche
centinaia di dozzine di passi (e una salita vertiginosa) la croce di vetta del Canto Alto e dopo poche
decine di dozzine di passi il Cimone o croce di Villa d’Adda. Per il rientro ritorno sui miei
passi fino a Fontanella. Volendo compiere un giro ad anello, proseguo verso
Volpera, che però non raggiungerò. Taglio i tornanti alternando sentiero con
strada asfaltata. Sempre seguendo le indicazioni proseguo per Cà Pietro. Ringraziando il buon
Signore che a creato salite e discese nello stesso numero, scendo la Scalinata
degli Alpini e attraverso il ponticello sul torrente Buliga, che mi porta a
scoprire Tuliprendi, un
campo di tulipani pronti per la fioritura. Dal campo un sentiero, tra gli ultimi
filari di vite, in una dozzina di passi mi riporta alla Madonna di Prada per bere la meritata
birra alla sede degli Alpini. Ma…dannazione! Troppo tardi! Avevano preparata
pasta con sugo all’anatra. Porc……..!!