domenica 26 febbraio 2023

 GALDI - 25 febbraio 2023
Arte, storia, cultura, ambiente, panorama

Sabato di sole (oggi c’è neve da me!), ottima giornata per una passeggiata alle pendici del Monte Canto. Parto dal Santuario della Madonna di Prada in Mapello. L’origine di questa chiesa mariana risale al XIV secolo e si rifà all’apparizione a una fanciulla della Madonna, che fece sgorgare una fonte miracolosa sul posto. La chiesa è ornata da stupendi affreschi: in una nicchia, in prossimità dell’abside, è ancora ben conservato un affresco originale raffigurante una Madonna con Bambino. Il Santuario ha uno spettacolare viale alberato realizzato nel 1919, costeggiato da settanta tigli per ogni lato, secondo solo a quello del Santuario di Caravaggio. Fu donato agli inizi del Novecento dal Barone Scotti (ancor oggi presente la sua Azienda Agricola) e sul quale vennero piantumati i tigli laterali come ringraziamento alla Madonna per i soldati tornati dalla guerra. Lo seguo e mi porta all’imbocco del centro storico dove e trovo la chiesa di San Girolamo, edificata nel XVII secolo. Internamente la chiesa presenta un soffitto piano in legno a cassettoni fittamente decorato e dorato. Il percorso prosegue nel centro del paese, alla piazza del Comune e della biblioteca (e al caffè!). Proseguo fino all’imbocco della salita che mi porta alla Chiesa Parrocchiale di San Michele Arcangelo del XVIII secolo. Sorge sul luogo dell’antico castello risalente al XII secolo. Tra i rilevanti affreschi e dipinti che arricchiscono la sua navata, spicca la Crocifissione di Carlo Ceresa del 1641. La vista si apre sui tetti delle case circostanti, sui paesi adiacenti e sulle numerose torrette che salgono verso il cielo. Una breve pausa per scrutare l’orizzonte! La via termina al cimitero di Mapello, dal quale inizia il sentiero sterrato nel bosco che parte in salita per poi spianare dolcemente. Curiosi sono alcuni ometti di sassi che si trovano lungo il sentiero che tra vigneti e boschi (“Era bosco, poi vigneto, poi ancora bosco,…”), ci regala a tratti un bel panorama. Raggiungo la chiesetta della Madonna dei Cerri della fine del XV secolo. E’ dedicata alla Madonna della Neve e, ancor prima, era conosciuta come Madonna dei Cerri: nome dovuto alla presenza nella zona di numerosi cerri. Chiamata anche Chiesetta degli Alpini, i quali vi hanno aggiunto un sacrario a ricordo dei soldati mapellesi caduti durante le due guerre mondiali. Nell’aiuola antistante si trova anche un masso adornato da un enorme cappello alpino e da un ulivo con una lapide commemorativa dei morti di covid. Proseguo salendo su strada asfaltata, passo per Cà Biolis e al termine della strada sono in località Cabergnino, un complesso costruito in epoche diverse intorno ad una corte. Salgo per la ripida salita in cemento e proseguo su mulattiera: da qui nelle limpide giornate, tra filari di viti, si scorgono tratti dei Monti orobici, la pianura sino agli Appennini Piacentini e la vetta del Monviso. “Scusi… ma per andare dove devo andare… dove devo andare?”. “ Per di là…”. “Grazie e…buona giornata!”. Su una mulattiera pianeggiante e tra le sculture di ferro recanti brani di poesie di Padre David Maria Turolgo, teologo e scrittore che fondò degli anni 60 la Casa di Emmaus per l’accoglienza, giungo al borgo di Fontanella con l’Abbazia di Sant’Egidio, frazione del comune di Sotto il Monte. L’Abbazia di Sant’Egidio è un complesso costruito in stile romanico nel 1080 da Sant’Alberto da Prezzate, un nobile di origine lombarda che fondò nel 1076 anche l’Abbazia di San Giacomo in Pontida. Al suo interno si trovano raffigurante Cristo Pantocratore, i simboli degli Evangelisti e al centro della parete sinistra è raffigurato San Rocco, tra i santi Egidio e Sebastiano, Dio Padre Benedicente e alcuni angeli. Altri affreschi rappresentano la vita di Sant’Antonio Abate e la Madonna con il Bambino. Sulla parete di fondo della navata si trova un Crocefisso del 1515. La visita della chiesa è possibile “dall’alba al tramonto”, come recita una targa affissa al portone d’ingresso. E’ d’obbligo un giro nel chiostro, dove si trova il sarcofago di Teoperga. Narra una leggenda, che la principessa dei franchi divenne monaca, acquisendo fama di santità e conseguente culto locale. La pietra tombale mostra una figura femminile scolpita in tutta l'altezza della persona, adagiata sopra un drappo, con le mani incrociate, la corona comitale in testa e il vestito coperto da un mantello. Nel centro del sarcofago è scolpito uno stemma con mitra. Avendo ancora buona gamba (ed io ne ho due!) salgo fino alla chiesetta di Santa Barbara, e poi ai ruderi del Canto (unica abitazione ancora esistente porta il numero civico 3780, i passi che servono per raggiungere Pontida), dopo poche centinaia di dozzine di passi (e una salita vertiginosa) la croce di vetta del Canto Alto e dopo poche decine di dozzine di passi il Cimone o croce di Villa d’Adda. Per il rientro ritorno sui miei passi fino a Fontanella. Volendo compiere un giro ad anello, proseguo verso Volpera, che però non raggiungerò. Taglio i tornanti alternando sentiero con strada asfaltata. Sempre seguendo le indicazioni proseguo per Cà Pietro. Ringraziando il buon Signore che a creato salite e discese nello stesso numero, scendo la Scalinata degli Alpini e attraverso il ponticello sul torrente Buliga, che mi porta a scoprire Tuliprendi, un campo di tulipani pronti per la fioritura. Dal campo un sentiero, tra gli ultimi filari di vite, in una dozzina di passi mi riporta alla Madonna di Prada per bere la meritata birra alla sede degli Alpini. Ma…dannazione! Troppo tardi! Avevano preparata pasta con sugo all’anatra. Porc……..!!

Devo ammettere di avere i primi sintomi di Alzheimer: non mi ricordavo un percorso così lungo, non mi ricordavo un percorso così in salita, non mi ricordavo un percorso cosi…bello!