lunedì 20 maggio 2024

 Edoardo e Galdino
Alùra? Gh'è mia mal!


“Te lo spiegherò con una storiella, di quelle che raccontava sempre mio padre: c’era una volta un uccellino che stava migrando a sud per l’inverno, ma incappò in una violenta grandinata e precipitò a terra. Stava congelando, quando passò di lì una mucca e gli cacò addosso. La cacca tiepida lo riscaldò e l’uccellino ne fu così lieto che si mise a cinguettare. Passò di lì un gatto, incuriosito da quel trambusto. Il gatto chiese se poteva essere d’aiuto, vide che si trattava di un boccone prelibato e si mangiò l’uccellino. La morale della favola è: quelli che ti cacano addosso non sono per forza tuoi nemici, e se sei contento e al caldo, anche se in un mucchio di merda, tieni la bocca chiusa. Mi sono spiegato?”. Tratto dal libro LE CENERI DI ALESSANDRIA di Steve Berry - 2007 - Casa Editrice Nord.

“Polènta e salàm così oggi pranziam,
per colpa del mio amor pa ra pa pa,
per colpa del tuo amor pa ra pa pa,
con i nostri dolor insieme mangiamm,
con la tua porzione di polènta,
con la mia porzione di salàm”.

Non vado molto lontano dalla valle: nel tardo pomeriggio è prevista la presenza della solita nuvola fantozziana. Posteggio la quattroruote nei pressi della chiesa di San Gaetano a Catremerio m988. Imbocco uno dei tanti sentieri che salgono al Passo del Grosnello, la vecchia Strada Taverna, con tratti fra antichi muri di sostegno “a secco” (chissà come mai LORO non sono ancora …caduti!). I prati evidenziano una notevole fioritura con tantissimi colori: un piacere cromatico per gli occhi. Girando di qua, girando di la, arrivo al valico del Grosnello di Brembilla, vigilato dalla Santella del Viandante m1094. Sulle coste che fanno da spalla, svettano dei bellissimi roccoli settecenteschi, alcuni dei quali ricamati da "costruzioni" vegetali formate da carpini e faggi secolari (come il Roccolo dello Spadì). Ci passiamo in mezzo sul bel sentiero tracciato dall’uomo. Oltre, la Strada Taverna cessa, affacciandosi su Sussia e sulle contrade alte di San Pellegrino (Vettarola e Ca' Boffelli), poste al sole di fronte ai monti della media Val Brembana da dove emerge il Pizzo Arera. Posso già scorgere la costa e le pendici del Monte Cerro con la caratteristica Cappelletta e il pennone portabandiera del rifugio, …ma la strada non è ancora terminata. Inizio a salire, in una fitta faggeta, l'ultimo e più ripido tratto. Pochi passi e arrivo al panoramico e grazioso Rifugio Lupi di Brembilla m1280, la meta di oggi. Prenoto la polenta e, nell’attesa, è obbligo proseguire per arrivare fino alla cappellina sul cucuzzolo. “Regina del Cielo, tu che mi accogli a braccia aperte, proteggi tutti gli amanti della montagna. Guidaci ovunque nel nostro cammino”. Un'asta di acciaio alla quale sono infissi venti tubicini e su ognuno di essi è scritto il nome della montagna verso la quale è puntato: Gruppo M. Rosa, Grignetta, Grignone, Zuccone Campelli, Foldone, Cancervo, Pegherolo, Corno Stella, Corna Piana, Alben, Monte Zucco, Arera, Cima di Menna, Bernina-Palù, Disgrazia, Zona Badile, Castello Regina, Corno, Resegone, Straghorn. Non è proprio possibile non capire …un tubo! “Ogni cosa che puoi immaginare la natura l’ha già creata (Albert Einstein)”. Scusatemi, ma adesso ritorno al rifugio ...la bòca l’è mai straca se la sènt mia de aca! Chiacchierata con Mastro Polenta e Mastro Salamella in attesa del suono della campanella che annuncia che …il pranzo è pronto, venite a mangiar!. Per il ritorno mescolo un po’ i sentieri e raggiungo la suggestiva contrada di Grosnello, poco sotto l’omonimo passo, immersa in un'atmosfera d'altri tempi, dove ogni elemento parla del rapporto uomo-natura. Arrivo tranquillo a Catremerio. Breve visita all’interessante borgo che, nonostante l’opera di ristrutturazione, presenta ancora numerosi elementi ben conservati e con evidenti testimonianze delle antiche attività rurali sulla piazzetta e nei vicoli ne fanno un autentico "gioiello". Catremerio si presenta con strade selciate, muri realizzati con pietra calcarea frammista ad arenaria, i primi gradini delle scale in grossi blocchi di pietra e loggiati di legno con parapetti chiusi. E via, in mezzo ai prati fioriti,…































lunedì 13 maggio 2024


“…so che detesti le mie storielline, ma stammi a sentire lo stesso: due fasci di luce nella nebbia.
Accanto a uno c’è un ammiraglio sul ponte della nave che manda un messaggio radio all’altro fascio di luce,
dicendo che è al comando di una nave da guerra e che chi manovra la seconda luce deve virare a dritta.
L’altro fascio di luce replica dicendo all’ammiraglio che è lui a dover virare.
L’ammiraglio, che è un tipo suscettibile come me, si arrabbia e ordina di nuovo alla seconda luce di spostarsi a destra.
A quel punto, il suo interlocutore via radio sbotta:
”Ammiraglio, sono il guardiano del faro, e farebbe proprio meglio a far virare la sua nave”.

Tratto dal libro LA TOMBA DI GHIACCIO di Steve Berry - 2008 - TEA.