giovedì 10 novembre 2016

Pochi trucchi per un bucato perfetto
e per azzeccare sempre il programma giusto.

Ti è mai capitato di dover lavare qualcosa e non sapere come? Perderti tra i programmi e fare zapping con la lavatrice? Invochi l’aiuto da casa della mamma o qualche santa protettrice che ti viene in mente al momento? Oppure sei moderno e ti colleghi a Interdet? Ecco. Dopo essermi documentato consultando vari esperti del settore, ossia la vicina di casa, un amica con prole numerosa, la sacrestana, la Pro Loco ho deciso di stilare questa guida per le persone “impedite” come me. 
La lavatrice è come la tua migliore amica: sceglila con cura e trattala bene e ti sarà fedele finché idraulico non vi separi.

La lavatrice è razzista: i bianchi non si mischiano mai con i colorati.

I neri se la fanno coi loro simili (sì con grigi, blu e marroni).

I colorati adorano i climi “rigidi” (massimo 40°).

Le etichette sono come la stele di Rosetta: una volta decifrate ti si aprirà un mondo.
Le coppie di fatto vanno in lavatrice: mutande di lui + mutande dell’altro, calzini + mutande, reggiseni + mutande, calzini tuoi + mutande sue. Le ammucchiate di genere, insomma, funzionano.

I delicati sono un mondo a parte: meglio trattarli “a parte”, appunto. E non farli surriscaldare (non oltre i 30°) che poi se la prendono e si “rap-prendono”

Anche le oche, le piume d’oca per l’esattezza, vanno in lavatrice ma ci stanno poco: lavaggi brevi, no centrifuga e mai l’ammorbidente. Ci mettono un po’ di più ad asciugare ma almeno non ti troverai con le palle di piuma nel piumone. 

Ci sono quelli che se la tirano: di solito ostentano etichette del tipo “lavare separatamente”. Ma dopo il primo lavaggio a mano puoi buttarli nella mischia, fidati. 
I sintetici amano lavaggi brevi, sintetici appunto. 

I grandi (lenzuola, tovaglie, copripiumino) si lavano meglio se sono in pochi ma non disdegnano le alte temperature.

Metti a tacere i capi che potrebbero ferire gli altri (zip, clip, bottoni chiusi!). 

A 90° muore qualsiasi batterio. Ma pure le fibre dei tuoi capi e la resistenza della tua lavatrice. Meglio qualche droga in più per la tua lavatrice (leggi prodotti antibatterici) e temperature low che ritrovarsi con una lavatrice “giovane” ma già esausta.

I capi in lavatrice possono soffrire di claustrofobia, non pressarli troppo: piuttosto fai due mezzi carichi.

Ai vestiti, ai jeans, ai pantaloni piace stare sottosopra, accontentali (cioè girali al rovescio e si rovineranno meno).
Svuota le tasche: quando si dice che le penne feriscono più delle parole ci si riferisce ai danni provocati al cestello della lavatrice da quelle dimenticate nelle tasche.

Seta e cachemire falli lavare a mammà o alla lavanderia: meglio non rischiare con lavaggi approssimativi. Idem i capi decorati. Lo strass che stress. E poi dimmi, se hai bambini piccoli, hai ancora il coraggio di indossare seta, cachemire e robe sbrilluccicanti? No. Appunto, problema risolto.

Prima di alzare la temperatura con “gli sporcaccioni” (leggi tute da lavoro, body dei più piccoli, macchie ostinate) ammorbidiscili: usa prodotti pre-lavaggio adatti al tipo di macchia da eliminare e vedrai che anche a 60° ti daranno soddisfazioni insperate.

Le lavatrici rapiscono i calzini. Per evitare figli, ehm, calzini unici, metti tutti i “piccoli” negli appositi sacchetti traforati (si comprano al supermercato).

Le lavatrici amano le diete personalizzate: non esagerare con detersivi e ammorbidente, igienizzante e anticalcare, le giuste dosi la tengono in forma.
Dimenticavo: vanno pazze per gli integratori. Dagli a ogni lavaggio una pastiglietta di anticalcare e per la lavatrice sarà meglio di un antiage.
Ciao…e buon lavaggio!!

Nessun commento:

Posta un commento