venerdì 4 marzo 2022

 EDO & GALDI - 3 marzo 2022

Distanza km8,150 - Dislivello m340 in salita, altrettanti in discesa

Obiettivo: il belvedere e la “circumnavigazione bassa/alta” del Lago del Segrino. Ambiente: boschi di castagni e frassini. Che dire del percorso? Simpatico e facile (o meglio, relativamente poco impegnativo).

Lasciamo l'auto presso un parcheggio gratuito a Eupilio, vicino al lago, e percorro la strada ciclopedonale in direzione Canzo lungo il lato sud del Lago. Attraversiamo la trafficata strada, il parcheggio e la provinciale sino all'inizio del sentiero con le indicazioni per la località Inarca e il Belvedere dello Scioscia m667. Si prende la mulattiera che sale nel bosco con pendenza media. Arrivati presso un bivio, si lascia perdere per la località Inarca e si seguono le indicazioni per il Belvedere. Il percorso sale con qualche tornate e qualche scalino di legno (Mannaggia! Noi siamo andati diritti facendo della camminata per famiglia un…avventura!)!) sino ad arrivare in un pianoro boscoso presso il cartello che indica il sentiero di mezzo verso Canzo. Si può anche proseguire sul sentiero in direzione nord (non segnato) che continua in leggera pendenza su un fondo di terra e ricoperto di foglie, ma riconoscibilissimo sino ad arrivare presso il Belvedere del Monte Scioscia. Qui si trova un ampio pianoro attrezzato con una panca fatta da un tronco d'albero presso un corrimano di legno con vista sul Cornizzolo, il Lago del Segrino, Eupilio, la pianura padana e il lago di Pusiano. Fatte alcune foto, abbiamo continuato per il sentiero fino alla deviazione Canzo/Cà Budracchi in modo da ritornare dal lato nord del lago sino a tornare presso Eupilio al parcheggio di partenza.
Il sentiero per la salita al Belvedere di Scioscia è un percorso semplice senza difficoltà tecniche. Il giro è ideale in tutte le stagioni. Io suggerisco però di “provarlo” d’inverno per via degli alberi spogli che permettono di godere una vista ancora più completa e appagante.

“Comme facette Scioscia mettette ‘o culo a viento ‘e terra e sciusciaje”, tradotto letteralmente: “Come fece (un tal) Scioscia mise il sedere a vento di terra e soffiò”. L’espressione si riferisce a un marinaio, chiamato Scioscia, che bloccato in mare dal vento, per dare la spinta alla nave si aiutò soffiando col sedere e facendo da forza motrice.
“Comme facette Scioscia, ca se magnaje ‘a tosta e rummanette ‘a moscia”, “Come fece un (tal) Scioscia che mangiò la (parte) dura e lasciò la(parte) morbida” (di ciò che stava mangiando…).
Da qui presumo che si tratta di un’antica espressione usata per schernire gli sciocchi dall’innata stupidità, che hanno un atteggiamento sbagliato e addirittura autolesivo.

















Vi consigliamo di fermarsi a pranzare presso l'AZIENDA AGRICOLA S. ANNA - Eupilio: una dolce e piacevole sorpresa!






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