lunedì 28 aprile 2025

 Galdino e
gli amici della UOEI


“…rimanendo immobile ad ascoltare la cascata
e a fissare i gorghi di schiuma, 
mentre i pensieri continuavano a nuotare
nello schianto dell’acqua”.
IL PENDIO DELLE NOCI - Gianni Oliva - 2024 - Mondadori

Oggi, grazie agli amici dell’UOEI, sono ritornato (2017?) al Parco delle Cascate di Molina, sull’altipiano dei Monti Lessini ( Valpolicella/Verona) in un ambiente di alta collina. Mi trovo in un ambiente straordinario e incontaminato, dove la natura ha fatto del suo meglio, pervasa dall’eco delle numerose cascate, con pozze cristalline e torrenti scroscianti, forre fresche e bianchi dirupi rocciosi: insomma un’opera d’arte. Il parco si estende per circa mq80.000, dove i fiumi Vaio delle Scalducce e Vaio di Molina hanno tutto lo spazio e il tempo per incontrarsi. È difficile spiegare a parole un simile spettacolo. Queste cascate sono visibili perché le rocce argillose della zona impediscono all’acqua di filtrare nel sottosuolo. In alcuni punti si può vedere il solco scavato da precedenti corsi d’acqua. Le rocce del parco si sono formate per sedimentazione sui fondali di antichi mari e hanno portato con sé, nelle fasi di emersione, resti fossili spesso visibili sulle superfici delle lastre di pietra. Capita spesso di vedere delle grosse conchiglie appartenenti alla famiglia dei molluschi: le ammoniti. Pensare che questi organismi ieri vivevano nel mare e oggi li ritroviamo come fossili nelle rocce sedimentarie... E’ un tripudio di colori: il bianco/grigio delle pareti rocciose si mescola con il turchese dell’acqua e il verde dell’abbondante vegetazione, creando degli scorci affascinanti.
La visita al parco è strutturata in tre diversi itinerari. Il percorso verde è il più semplice e breve, quello rosso ha una difficoltà media e il percorso nero è quello più impegnativo (!) e lungo. Permette di raggiungere tutte le zone visitabili del parco, compresa la bellissima piazzola panoramica situata alla quota più elevata e la spettacolare, anche se breve, teleferica che consente di sorpassare la cascaca. L’altalena, punto forte e attrattivo del parco, è stata tolta da circa tre anni per una legge riguardante ”motivi di sicurezza”.
Già che siamo in zona, perché non visitare anche il borgo? È una graziosa piccola borgata costruito in pietra della Lessinia, con stretti vicoli e ampie cortili (corti). Sapete da dove deriva il nome Molina? Deriva dai numerosi mulini presenti in prossimità dei torrenti che sgorgano da sorgenti perenni a monte del paese, alcuni dei quali ancora integri. La maggior parte di essi erano usati per macinare a pietra grano e cereali, alcuni per compattare i tessuti (follatura), altri per spremere le noci e ricavarne olio per le lucerne e altri ancora per forgiare il ferro. Gli unici restaurati e aperti al pubblico, sono il Molin de Lorenzo e il seicentesco Molino dei Veraghi, dove si macinano i cereali su pietra proprio come avveniva allora. Vi consiglio di raggiungete Gorgusello, un caratteristico villaggio di pietra di Lessinia. Gorgusello (gorgo+ruscello) è uno dei borghi più belli e meglio conservati di tutta la Lessinia. Le sue case in pietra, le sue fontane, i vecchi lavatoi, lo splendido paesaggio naturale nel quale è immerso ne fanno un posto unico e affascinante.
Credo che questo mio “tour virtuale a parole” vi abbia un po’ incuriositi: non vi resta che decidere quando vedere tutto ciò con i vostri occhi!









Grotta preistorica


Cascata dell'orso


Cascata del doppio covolo


Pozzo dell'orso



Cascata del tombolo

Cascata del marmittone

Cascata spolverona

Pozzo tondo

Grotta delle tette more




Croci misteriose

Cascata nera

Cascata verde

Al termine di questo mio racconto,
è doveroso 
un piccolo ricordo per un grande amico...

ciao Sandro!




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