giovedì 24 settembre 2015

QUIETE DI MONTAGNA
di Claudia Checchi

Di te amo i grandi silenzi,
l’imponente bellezza delle tue cime maestose,
la dolcezza dei tuoi verdi pendii,
il fascino misterioso che
aleggia nella profondità dei tuoi boschi,
la fresca limpidezza delle tue acque sorgive,
che scorrono in rivoli e ruscelli...
L'improvviso apparire
delle radure,
ora inondate di sole,
ora avvolte nell'ombra...
E sopra tutto regna sovrana la pace,
una pace quasi irreale,
che penetra nell'intimo dell'animo,
dimentico delle quotidiane amarezze,
si leva libero e felice verso il cielo...


Ciao...Oliviero (Bellinzani).
Siamo quasi coetanei ma...non ci conosciamo.
Scalare le vette con le stampelle e una gamba sola, di audacia e di coraggio ne devi avere avuta parecchio; di fantasia e di follia...pure. 
Apprezzo moltissimo il tuo amore per la montagna, per il vento, per il silenzio spirituale che si ascolta a 3000 metri. Oltre mille vette raggiunte...e che vette: Cervino, Grand Capucin, Dente del Gigante, Monte Bianco, Gran Paradiso, Monte Leone...impossibile citarle tutte.
Sei stato travolto da una frana di sassi e trascinato a valle...il vento ti ha preso con sè.
Le tue parole: "Trovo che in molti amputati ci sia troppa autocommiserazione e incapacità di soffrire come se la sofferenza facesse paura. Ho capito che il limite in realtà spesso non c'è, ma è solo nella testa".
Ciao Oliviero. Ci vediamo in Paradiso...ne avrai di cose da raccontarmi ed io sono un buon ascoltatore. 
Scalavi il mondo con una sola gamba: così hai insegnato cosa vuol dire volare. Ciao...amico.

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