giovedì 2 novembre 2023

 EDO & GALDI, semper 'n gir
1 novembre 2023

“Ritto sul ponte gettato sugli stessi scaricatori, coll’onda sotto i piedi, orribilmente fremente, vedevo l’Adda buttarsi d’un salto dalle rupi, tutta d’un pezzo, formando, benchè poco alta, una vera cascata, a cui si opponeva, reagendo dal fondo, una cresta di marosi. L’acqua degli scaricatori, divisa in due belle cascate alte parecchi metri, la urtavano di fianco. Quindi un turbinio di spume ribollenti, un bianco polverio di spruzzi come fitta nebbia, uno scompiglio, un fracasso indiavolato. Appiè di quella cascata si apre un vasto bacino, dove il fiume si aggira rotando a spirale e disegnando un gran vortice tinto di tutte le gradazioni di bianco e di verde. Oltre quel bacino, altri gorghi, altri scompigli”. (A. Stoppani, IL BEL PAESE, 1875). 

Classica, ormai consueta, camminata lungo l’Adda con notevoli punti d’interesse. Si parte dal traghetto leonardesco di Imbersago. Nonostante il nome, non v’è certezza che Leonardo sia il reale inventore. Di sicuro si sa che studiò a lungo il progetto durante il suo soggiorno a Vaprio d’Adda negli anni 1506-1507. E’ un particolare tipo di traghetto a mano: fra le due sponde del fiume è teso un cavo d’acciaio cui è affrancato lo scafo del battello. Trae movimento dalla corrente del fiume che ne permette la traversata rendendo inutile l’uso di un motore. Percorriamo l’alzaia del fiume: in alcuni punti è a filo della sterrata in procinto di tracimare. Anche perché, più all’origine, la Diga di Olginate ha dei problemi: due paratie sono danneggiate e l’acqua… Arriviamo alla Diga di Robbiate e alla Centrale Edison Semenza. E’ una storica centrale idroelettrica di proprietà di Edison: i lavori per la costruzione incominciarono nel 1917 per incrementare il fabbisogno di elettricità già fornita dalle precedenti centrali Bertini ed Estere situate un po’ più a valle. Si passa sotto lo storico ponte di San Michele: ponte ad arco di ferro, a traffico misto ferroviario-stradale che attraversa una gola del fiume. Progettato dall’ingegnere svizzero Jules Rothlisberger, è lungo m266 e si eleva dal fiume a m85. E’ uno dei maggiori ponti a unica arcata nel mondo. Appena passata la Diga Poirèe con addetta centrale, dove a inizio il Naviglio di Paderno, si arriva alla Chiesetta dell’Addolorata. Sorpresa! La porta è aperta e l’amico nonché Cavaliere Fiorenzo, ex cicerone della Rocchetta, ci abbraccia e ci spiega velocemente la sua storia aggiungendo qualche particolare dal genio di Leo (Leonardo!). Sono stato veramente contento di rivederlo. Poco dopo l’Adda, che prima scorre lento in un fondovalle alluvionale, entra in una sorta di canyon (forra) scavato nella roccia detto “ceppo dell’Adda” e il suo corso diventa impetuoso, spumeggiante, in questi giorni …incazzato!. Qui, tra gli speroni di roccia e massi erratici, spicca il caratteristico rilievo dei Tre Corni che emerge dalle acque: l’ispirazione per lo sfondo del celebre dipinto della Vergine delle Rocce (1483-1486) del genio toscano. Con una magnifica intuizione, l’Edo mi porta a uscire dalla sterrata e a intraprendere un bel pezzo immerso mezzo al bosco. Peccato che i colori del foliage, visto il tempo e l’umidità, siano piuttosto spenti e opachi. Sbuchiamo allo Stallazzo, in passato stazione di ricovero e ricambio per i cavalli che dovevano rimorchiare i barconi controcorrente provenienti da Milano. Prenotazione di due posti dove poter mettere le gambe sotto il tavolo e breve visita al vicino Santuario della Madonna della Rocchetta. Chiesetta trecentesca (1386) costruita su uno sperone a picco sull’Adda con la presenza di una cisterna tardo romana del V secolo, una cisterna basso medioevale, tombe dell’alto medioevo, fondazioni di abitazioni romane. Si pranza: inutile dire che durante il masticamento le uniche due gocce d’acqua sono scese bagnando la strada. Ma che ce frega ma che ce 'mporta…





















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