Edo e Galdi
“Una
sensazione che gli era sempre piaciuta: l’odore di terra umida che gli entrava
nei polmoni
e gli avvolgeva le ossa era profumo di casa, di una vita che seguiva le stagioni e la natura”.
e gli avvolgeva le ossa era profumo di casa, di una vita che seguiva le stagioni e la natura”.
“See, e che te pinze, che u mare è comm a vrachetta k mitt a mane e pij u pesce?”.
Pagnoncelli lo squadrò torvo: “E poi sono io quello che parla ostrogoto”.
“Ma voi mangiapolenta che ne volete sapere “.
“A parte che di polenta ne mangi di più te in un giorno che io in un anno, adesso
mi spieghi cos’è quella pappardella che hai appena detto
in lingua da mangiasapone”.
Fainella sbuffò: “E’ un modo del paese mio per dire che le cose non stanno
così facili: che te pensi, che il mare è come le mutande
che metti la mano e prendi il pesce?”.
Pagnoncelli allibì: “Perché, al tuo paese tenete il pesce nelle mutande? Non so se mi fa più schifo per il pesce, per le mutande o per tutti e due”.
“Ma no il pesce, l’altro pesce, capisci?”.
“Prova a ridirlo velocemente se sei capace”.
“Che?”.
“Io continuo a non capirla la storia del pesce”.
Fainella sbuffò di nuovo e si indicò il cavallo dei pantaloni. “Il pesce” scandì.
“Ah ma te dici l’uccello” grugnì Pagnoncelli.
“Ma che, secondo te somiglia a un uccello?”.
“Perché invece assomiglia a un pesce?
Non voglio nemmeno sapere te come ce l’hai”.
Si lanciarono occhiate fugaci alle rispettive parti basse
e poi distolsero lo sguardo scuotendo la testa verso la nebbia.
“Certo che - disse dopo un po’ la guardia con l’aria di avere fatto una profonda riflessione - se la stesa cosa noi la chiamiamo uccello e voi pesce
non so quando potremo mai andare d’accordo”.
Tratto da LA NOTTE DEL CROCEVIA di Fabio Paravisi - 2025 - Bolis Editore
Uno strano mistero nella Bergamo del 1875 risolto “alla grande” dalla guardia bergamasca Defendente Pagnoncelli (Fendo) e dal carabiniere molisano Saturnino Fainella (Nino).
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