martedì 20 settembre 2016

18 SETTEMBRE 2016 (pomeriggio)
 Lago Maggiore (sponda varesina)

Abbarbicato su uno strapiombo di parete rocciosa a picco sul lago, l'Eremo di Santa Caterina del Sasso è senza dubbi uno tra gli scenari più suggestivi del Lago Maggiore.
La tradizione vuole che l'Eremo sia stato fondato da Alberto Besozzi, un ricco mercante locale che, scampato ad un nubifragio durante la traversata del lago, decise di ritirarsi su quel tratto di costa e condurvi vita da eremita. Lì il Beato Alberto fece edificare una cappella dedicata a Santa Caterina d'Egitto, attualmente visibile sul fondo della chiesa. La cappella, che risale al XII° secolo, fu presto affiancata da altre due chiese, quella di San Nicola e Santa Maria Nova, la cui esistenza è certa a partire dal XIV° secolo. 


Dopo un primo periodo storico, durante il quale vi soggiornarono i Domenicani, dal 1314 al 1645 guidarono l'Eremo i frati del convento milanese di Sant'Ambrogio ad Nemus, sostituiti poi dai Carmelitani fino al 1770. Da sottolineare è il miracolo di inizio Settecento, quando cinque enormi massi "ballerini" precipitarono sulla chiesa, ma restarono impigliati nella volta di una cappella, senza causare gravi danni, rimanendo sospesi per quasi due secoli, fino al 1910. 
Questi sassi "traballanti" sembrano dare il nome all'eremo che, per esteso, è Santa Caterina del Sasso Ballaro, anche se è più probabile che l'etimologia del nome sia legata al vicino centro abitato di Ballarate. Dal 1970 l'Eremo è proprietà della Provincia di Varese. Dal 1986 al 1996 è stato retto da una comunità domenicana, oggi invece è passato agli oblati benedettini.


Alla Chiesa si accede attraversando un portico formato da quattro archi a tutto sesto, d'impronta rinascimentale. L'edificio attuale ha una struttura davvero singolare, frutto della fusione di tre cappelle, che erano originariamente distinte e che sono sorte in epoche differenti. Numerosi sono i cicli pittorici presenti all'esterno e internamente alla chiesa, che coprono un periodo che va dal XIV° al XIX° secolo. Arte e storia si integrano splendidamente in un quadro naturale tra i più suggestivi, quasi una balconata che si protende verso il golfo borromeo, Stresa e le isole.


Entrando nell'eremo, si incontrano dapprima il Convento meridionale (XIV°-XVII° secolo) con interessanti affreschi nella sala del camino, poi il Conventino (XIII° secolo) decorato, appena sotto le finestre del primo piano, da una lunga affrescatura secentesca ispirata alla Danza Macabra, ed infine la Chiesa, che ingloba al suo interno la cappella di Santa Caterina.


Nella parete del sottoportico è presente un altro importante ciclo di affreschi del Cinquecento, raffiguranti Santa Lucia, Santa Maddalena e Santa Caterina, così come altrettanti santi, tra cui si riconoscono Pietro da Verona e Nicola da Bari.


All'interno della Chiesa, si sottolinea la presenza di un Cristo benedicente in mandorla, affiancato dai quattro simboli degli Evangelisti (Giovanni, Matteo, Luca e Marco) e che domina dall'alto l'altare della chiesa, mentre le due vele ai lati sono occupate dai Dottori della Chiesa in trono. Il cielo pittorico sembrerebbe alludere alla divulgazione della parola divina, ed è stato probabilmente eseguito da un artista identificabile con il Maestro di S. Abbondio.


Sulle pareti della stessa cappella gli ultimi restauri hanno fatto riemergere i resti di un altro ciclo trecentesco di affreschi, dove spicca lo splendido frammento di una Crocifissione. Nei tre sottarchi sono invece dipinti il Re Davide con la cetra e il cartiglio, sul lato a monte, un angelo che sveglia il profeta Elia, sul lato interno, e Melchisedech sul trono, sul lato verso il lago.


Il presbiterio è, invece, di puro stile barocco (1610-1612) con affreschi di De Advocatis, tra cui spiccano un "Matrimonio mistico" di S. Caterina, e le figure ai lati dell'altare delle beate Giuliana da Busto e Caterina da Pallanza. Un altro rilevante documento figurativo dell'Eremo è rappresentato dalla Deposizione presente nella Sala capitolare. La cromia vivace e l'energia del dipinto (apprezzabile soprattutto nel gruppo degli armigeri, interessanti anche per la puntualità descrittiva delle armature) che porta a forzare le fisionomie, ne fanno un unicum di grande interesse per l'area varesina, da situare probabilmente attorno alla metà del Trecento.
 

Per quanto riguarda la torre campanaria, la sua costruzione risale al Trecento, è alta 15 metri, comprese la cuspide e la croce, ed ha base rettangolare. In origine la torre era stata costruita come campanile della chiesa di San Nicolao che aveva una sua entrata autonoma, oggi murata. Nel XVI° secolo, quando le chiese sono state conglobate nell'attuale edificio sacro, è stata aperta la porta d'ingresso che oggi permette l'accesso alla chiesa dal portico rinascimentale. Il materiale edilizio con cui è stata costruita la torre è di varia natura, per esempio negli spigoli le pietre sono più lavorate e squadrate. La cella campanaria ha un'apertura su ciascun lato: si tratta di quattro feritoie sormontate da un'architrave di cui una (quella a nord) è stata murata, mentre le due visibili sono dotate di una colonnina che dà loro l'aspetto di bifore. Interessante è anche il sacello: è il cuore ed il primo nucleo del Santuario, la cui edificazione risale al 1195.


Fu costruito su un livello più basso rispetto alle altre parti della chiesa, con le stesse dimensioni del sepolcro di Santa Caterina sul Sinai. Sulla parete esterna sopra la finestra è affrescato il trasporto del corpo di Santa Caterina sul monte Sinai da parte degli angeli; sulla facciata sono affrescate le nozze della Santa, fra S. Ambrogio, S. Gregorio Magno e S. Agostino (XVI sec.). All'interno del sacello si conservano, dal 1535, le reliquie del Beato Alberto Besozzi, e sulla volta sono affrescati una raggiera con lo Spirito Santo, sotto forma di colomba e circondato da angeli. Nel sottarco, un affresco del 1892 raffigura il Beato Alberto in preghiera. Nella sala capitolare è esposta una preziosa documentazione fotografica che illustra l'impegnativo intervento di restauro fatto dalla Provincia, la quale inaugura qui, ogni anno, il suo programma di concerti estivi.

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