lunedì 20 marzo 2017

19 marzo 2017
Itinerario artistico-ambientale attraverso
le sculture del maestro Carlo Vitari.

I boschi di Brumano non sono solo uno spettacolare fondale alle opere scultorie di Carlo Vitari, ma ne costituiscono parte integrante. Il maestro, col suo fare arte svincolato dalla codificata formazione accademica, libero a tal punto da apparire ingenuo, ha scelto di scolpire blocchi di pietra locale rendendo concreto un continuo tra la materia dell’opera, lo spazio e il tempo. Ha collocato le steli lungo un percorso che, attraverso la visione delle bellezze naturalistiche della Valle Imagna, conduce pazientemente l’osservatore, con la ruvida saggezza tipica della montagna, alla scoperta del senso d’immagini altrimenti arcane.
Incamminarsi lungo i sentieri alla ricerca delle opere non vuol dire soltanto riaccostarsi a una tradizione da recuperare. Adattando il passo alle asperità del terreno, lasciandosi stupire dalla modulazione cangiante della luce, che penetra tra le foglie e svela le pietre, passando lentamente le proprie mani sulle rughe scalpellate nella pietra, si potrà cogliere il reale valore delle opere di Carlo Vitari. Prive di qualsiasi appariscenza, esse propongono una confusione di esiti formali non costantemente omogenei, citazioni iconografiche di gusto popolare e rielaborazioni personali che testimoniano la conoscenza degli affreschi giotteschi della Basilica di Assisi, del prospettico di Donatello e degli arditi scorci di Tintoretto.
I bassorilievi del maestro si trovano quasi tutti ancora in situ, nel medesimo luogo, dove furono pensati e scolpiti, e solo una piccola parte di essi è stata spostata per salvarla dalla distruzione. Per conoscere le opere, tutte all’aperto e sempre visibili, ripercorriamo idealmente l’itinerario seguito dai viaggiatori che salivano a Brumano da Rota, lungo l’antica mulattiera. 
Carlo Vitari ha impiegato la tecnica scultoria che permette di creare le forme per sottrazione dalle lastre o dai massi calcarei del luogo: attraverso l’uso di strumenti in grado di intaccare la dura superficie della materia (scalpello e martello) l’artista ha asportato le parti superflue della pietra al fine di farne emergere la forma desiderata. Una tecnica particolarmente difficoltosa, padroneggiata solo da grandi artisti (Buonarroti, Bernini, Canova), poiché l’asportazione della materia impedisce la correzione di qualsiasi errore o imprecisione.
Le opere del Maestro sono caratterizzate da una  essenzialità e non prevedono l’aggiunta di alcun particolare decorativo né di altre connotazioni o attribuzioni iconografiche specifiche. Ciò contribuisce a integrare le sculture nell’ambiente locale, senza creare un forte distacco tra la natura e la realizzazione artistica.




Il maestro Carlo Vitari è nato a Brumano il 29 maggio 1864, nella contrada Cornelli, da Antonio Vitari (Pisca) e Margherita Rota (Cottina).
Appartenente a una numerosa famiglia di bergamini, settimo di nove fratelli, dopo essersi dedicato all’allevamento dei bovini, che comportava la ciclica transumanza dal monte al piano, all’età di quarantadue anni ha ottenuto l’abilitazione all’insegnamento elementare, con diploma rilasciato dal Ministro della Pubblica Istruzione il 18 aprile 1904. Dai registri scolastici si ricava però che Carlo Vitari insegnò a Brumano ininterrottamente per ventinove anni, dall’ottobre 1892 al luglio 1921 e che, quindi, aveva iniziato a insegnare dodici anni prima di avere l’abilitazione, quando per fare il maestro non era ancora indispensabile essere “abilitati”, ma bastava sapere leggere e scrivere. Nei quindici anni successivi, dal 1921 al 1936, poté dedicarsi alle sue passioni, cioè scolpire e scrivere poesie. In effetti, in quegli ultimi anni dovette godere anche di una certa popolarità, documentata da alcuni articoli apparsi sulla stampa locale, che mostrarono le sue opere creative. A noi sono giunte diciassette sculture, realizzate dal 1926 sino al 1934 (in ordine numerico con la cartina del sentiero):


1. L'Occhio di Dio
2. San Francesco
3. Santa Caterina
4. San Giovanni Bosco 
5. Il Golgota
6. Il Monte Uliveto 
7. La Porta (Cella di San Francesco)
8. Mater Gratiae
9. Adiutrix Miserorum
10. Dante Alighieri
11. Il cavalier Natale Lucca
12. San Carlo Borromeo
13. Don Attilio Gilardi
14. Deus Pater
15. Aut vita, aut mors
16. La Giustizia (o Filosofia)
17. Autoritratto (incompiuto).
Carlo Vitari si è dedicato alla scultura sino a quando le forze fisiche glielo hanno consentito, cioè all’età di sessantasette anni. I temi delle sue sculture riguardano argomenti di carattere religioso, filosofico-letterario e persone da lui direttamente conosciute. Nell’ultimo periodo della sua vita si dedicò anche alla scrittura, componendo una serie di sonetti, dedicati agli amici o scaturiti da alcune circostanze particolari della vita, e proponendo anche riflessioni esistenziali. Dalle testimonianze orali si evince che il cosiddetto autoritratto, tuttora collocato fuori della sua casa, sia stato interrotto a causa della morte, sopraggiunta prima che il maestro riuscisse a completarlo.



Negli ultimi anni della sua vita portava caratteristici occhialini, descritti dai giornalisti e visibili nelle poche fotografie, che gli servivano anche per nascondere un difetto fisico: scolpendo la pietra, una scheggia di roccia lo ferì a un occhio, compromettendogli per sempre la vista.
Morì il 12 dicembre 1936 a Brumano per emorragia cerebrale.

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